I Cavalieri Templari
Molti degli insediamenti templari in Italia sono andati distrutti oppure se ne è persa traccia. Si possono fare alcune ipotesi basandosi sui toponimi dei luoghi, ma occorre tener presente che i Templari provvedevano alle intitolazioni solo nel caso di costruzione ex-novo, mentre lasciavano il nome originale nel caso di subentro o di donazioni di chiese o di ospizi. Ciò premesso si possono fare alcune osservazioni:
- Il titolo attribuito più frequentemente alle loro chiese è "Santa Maria" seguita da un qualche appellativo (ad es., S. Maria del Tempio, S. Maria dei Franconi, ecc.)
- Gli altri santi più frequentemente usati erano gli Apostoli, San Giovanni Battista, Santa Maria Maddalena, San Lazzaro di Betania, San Bernardo, San Ilario da Poitiers, San Giorgio, San Tommaso Becket, San Gregorio Magno, San Pellegrino da Tallerona, San Dionigi di Parigi, San Nicola di Myra e Santa Caterina d'Alessandria.
Altri toponimi che possono evidenziare un insediamento sono:
– colombera, colombara, palombara: ha il duplice significato di a) luogo dove stanno i colombi b) edificio posto in luogo elevato; in Terrasanta i Templari appresero dagli Arabi l'uso dei colombi viaggiatori. Tale toponimo si trova sempre nelle immediate vicinanze di insediamenti templari. Nell'ottica templare indica una torre di avvistamento provvista di colombaia;
– commenda: toponimo appartenente all'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (o Cavalieri di Malta), attribuito, dopo il 1400, agli ex possessi templari assorbiti da detto ordine;
– grancia, grangia, granza, granziera, ganzaria, grasceta, rance e derivati: fattoria o insediamento rurale di conventi, ordini religiosi e ordini monastico-militari; usato dai benedettini e cistercensi nelle loro zone di bonifica e sfruttamento rurale ed in seguito usato dai Templari, data la stretta relazione tra i due ordini (i Cistercensi sono una osservanza benedettina);
– hospitale, ospitale, ospedaletto, ospizio, spedale: deve intendersi come ospizio o luogo di tappa; si trova, di solito, fuori le mura della città od addossato ad esse per essere in grado di accogliere i pellegrini anche dopo la chiusura delle porte d'accesso alla città;
– lebbrosario, lebbroso, lazzaretto, San Lazzaro: luogo di segregazione nel quale venivano alloggiati gli ammalati di lebbra; esistette una stretta collaborazione tra i Templari e l'Ordine di San Lazzaro: quest'ultimo raggruppava i cavalieri crociati che, in Terrasanta, venivano colpiti dalla lebbra; indossavano un mantello bianco con la croce verde e partecipavano ai combattimenti finché il morbo permetteva loro di combattere;
– mason, masone, magione e simili: dal latino "mansio" e, per i templari, dal francese "maison" (casa);
– mulino (seguito dalla specifica "del Tempio" o dal titolo di uno o più santi: ogni precettoria importante od ospizio aveva il suo corso d'acqua e relativo mulino (non è specifico dei Templari);
– pellegrino, San Pellegrino: si trova di solito lungo i più importanti percorsi di pellegrinaggio medievale; si trovano spesso presso insediamenti templari, dove, nuclei di "erranti di Dio" decisero di interrompere il pellegrinaggio e di stanziarsi;
– peschiera, piscaria, piscatoria e simili: stagno creato artificialmente per allevare il pesce; a causa dell'alto consumo di pesce da parte dei Templari ogni precettoria, autosufficiente, ne creava una nel caso non ci fossero già quelle naturali;
– Tempio: questo toponimo è sempre abbinato al nome di qualche santo o a specifiche proprietà templari (il già citato S. Maria del Tempio, oppure Casa del Tempio, Costa templare, mercato del Tempio); è da verificare se il toponimo è preesistente al medioevo trattasi di riferimento al tempio pagano.
[Tratto dall'articolo "I Templari a Varese? Solo indizi!", di Fernando Cova]
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