Numerose chiese interessano il territorio di questo piccolo comune, tanto da far pensare ad uno scopo ben preciso, piuttosto che ad una straordinaria esigenza di culto della popolazione. A quella principale, che sorge a ridosso della Torre Medievale, dedicata a Santo Stefano Protomartire, è dedicata una scheda a parte, per la presenza simbolica della Triplice Cinta. Tra le altre, quelle più notevoli per le loro caratteristiche, sono le seguenti.
La Chiesa di Santa Maria della Consolazione è la seconda chiesa medievale di Settefrati, dopo quella dedicata a Santo Stefano Protomartire, come dimostrerebbe la sua campana che, caduta e spezzatasi nel 1900, venne rifusa e ricostituita secondo l'originale, compresa l'iscrizione che testimoniava la data originale: A.D. MCCCXXIII, "anno del Signore 1323". Originariamente era conosciuta come Santa Maria della Tribuna, anche se il termine "della Tribuna" è già posteriore rispetto al titolo originario di Santa Maria. Successivamente il nome esatto e completo fu "Santa Maria della Consolazione, detta volgarmente della Tribuna". Niente oggi rimane del primitivo impianto, in quanto la chiesa medievale andò in rovina; ricostruita tra il 1575 e il 1633, anche questa seconda costruzione subì lo stesso destino. L'attuale edificio, sorto in vicinanza del luogo ove si trovavano le dueprecedenti, risale agli inizi del sec. XVII.
La prima attestazione di questa chiesa si ha in un documento datato 1579, dove si annuncia la costituzione in essa della "Confraternita del Gonfalone". La traccia trova conferma in una data incisa sullo scalone d'ingresso che, tracciata in cifre arabiche, risulta essere 1789. D'altronde, la denominazione "Madonna delle Grazie" si è affermata a livello devozionale nel regione del Lazio soltanto nel XVI secolo, per cui la chiesa non può essere anteriore a queste date. La lunga scalinata in pietra, che permette di accedere alla chiesa, è già di per sé molto suggestiva. Ad aggiungere bellezza artistica all'edificio sono i meravigliosi affreschi del portico, attribuiti a Marco San Germano, che ritraggono scene del Giudizio Universale.
La chiesa, che sorge all'ingresso del paese, anticamente esterna alle mura del castello, ricorda il culto millenario di Santa Felicita e dei Santi Sette Fratelli, la cui devozione in tutta la zona circostante Settefrati (Valle del Canneto) fu molto forte e, sembrerebbe, legata a quella pagana per la dea Mefite, a sua volta incentrata sul culto delle acque e della fertilità. Tale ipotesi si rafforza se si pensa che un'altra cappella, dedicata a Santa Felicita, è presente nel territorio, nella vicina frazione di Pietrafitta, ed anche qui si pone l'accento sulle proprietà energetiche e vivificatrici delle acque sorgive (v. paragrafo successivo). Le notizie più anteriori di questa chiesa risalgono al maggio del 1704, in un documento dal quale si evince anche il titolo originario ed esatto dell'edificio: "Ecc. Parr. S. Felicita et Septem Fraturum".
Nella vicina frazione di Pietrafitta si trova isolata la piccola cappella di Santa Felicita, la cui caratteristica è quella di essere stata fondata al di sopra di una sorgente le cui acque, si riteneva, avessero proprietà taumaturgiche. Ancora oggi la sorgente scorre copiosa alla base della cappellina, fuoriuscendo dalla sua base. All'interno, s'intravede un dipinto che rappresenta la martire cristiana circondata dai suoi sette figlioli.
Chiesa di Santo Stefano Protomartire
Santuario di Santa Maria del Canneto