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Chiesa templare di Ognissanti (XII sec.)


Trani (BA)


Chiese templari



Chiesa di Ognissanti



La Chiesa di Ognissanti sorge nella zona del porto vecchio di Trani (BA), di fronte alla darsena. La Puglia, in epoca templare, era una regione importantissima, non solo per la presenza di numerosi grandi porti, adeguati alla grosse navi che andavano e venivano dalla Terrasanta, ma anche terra ricca e fertile che consentiva ottimi raccolti e allevamenti di bestiame da inviare come rifornimento ai Crociati che combattevano in Oriente. Trani era, per l'appunto, uno dei più importanti porti pugliesi. Secondo la tradizione, i Templari costruirono la chiesa di Ognissanti nella prima metà del XII secolo: infatti la prima testimonianza della presenza templare a Trani si ha nella "Historia traslationis Sancti Nicolai Peregrini" ("Storia della traslazione del corpo di San Nicola Pellegrino"), in cui il diacono Amado, (vescovo di Bisceglie nel 1153) afferma che i Templari si sarebbero insediati a Trani prima del 1143, anno in cui li vide presenti alla cerimonia di traslazione del corpo del Santo, durante la quale si verificò un evento portentoso (dalla Cattedrale si videro levare nel cielo terso due colonne di nuvole). La chiesa sorgeva vicino alla mansione, e fungeva anche da ricovero e da ospedale per i pellegrini. Questo viene attestato da un'iscrizione presente sulla facciata principale, la quale ci informa della presenza di Costantino, contemporaneamente medico e abate-rettore della Domus tranese, e quindi un Templare:



L'iscrizione sulla facciata


HIC REQUIESCIT COSTANTINUS
ABBAS ET MEDICUS ORATE PRO ANIMA EIUS


Qui riposa Costantino,
abate e medico, pregate per l'anima sua


L'Ordine mantenne la proprietà della chiesa fino al 1312, anno della sua soppressione. Successivamente la chiesa e l'annesso ospedale vennero assegnati prima ai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, e poi negli anni successivi divenne proprietà di illustri famiglie locali: De Justis, Castaldi, Lambertini, Rogadeo e Achonzaico, i cui stemmi figurano su un bassorilievo scolpito sull'architrave d'ingresso alla sagrestia, fatto apporre dal più illustre esponente della famiglia dei Lambertini, Cesare, tra il 1524 ed il 1551 (anno della sua morte). Scarse e poco attendibili sono le notizie sulla chiesa di Ognissanti nei secoli XVII e XVIII. Nei primi anni del XIX sec. divenne la sede dell'Arciconfraternita della Beata Vergine dei Sette Dolori, prima di trasferirsi nel 1808 nella chiesa di S. Teresa. Nel 1832, in seguito alla demolizione dell'antica chiesa dell'Annunziata ne ospitò l'omonima confraternita. Nel 1872 venne chiuso il vicoletto che costeggiando la chiesa conduceva direttamente al mare. Eletta parrocchia nel 1940, cessò di esserlo nel 1975. Negli anni Ottanta ha ospitato il Terz'Ordine Francescano.



Struttura architettonica


L'immagine più ricorrente della chiesa di Ognissanti è quella della veduta absidale, affacciata sul porto di Trani, anche perché l'ingresso principale, situato sulla via interna di Ognissanti, presenta un portico retto da un colonnato, sormontato da locali di abitazione che nascondono parzialmente la facciata principale. All'interno del portico sono presenti due colonne in granito africano ed un pilastro cruciforme, tutti sormontati da capitelli di varia e complessa decorazione. Le tre porte di ingresso, ciascuna corrispondente ad ognuna delle navate interne della chiesa, sono rettangolari e sui loro architravi si trovano delle lunette semicircolari finemente decorate. La lunetta di sinistra risulta oggi notevolmente deteriorata dal tempo e dalla calcina (foto 1), ma quella di destra presenta un bassorilievo nel quale sono raffigurati due pavoni che si cibano da un tralcio di vite, simbolo dell'Eucaristia (foto 2).


Il portale principale (foto 3), invece, è sormontato da una lunetta nella quale sono presente due formelle rappresentanti l'Annunciazione: vi si vede a sinistra l'Arcangelo Gabriele, che regge con la sinistra una stola sui cui è inciso "Ave Maria Gratia Plena" e protende la destra in avanti; nella formella destra si trova la Vergine rappresentata nell'atto di filare, con il filo nella mano destra, da cui pende il fuso, e la conocchia nella sinistra.


Affiancano il portale due semicolonne decorate, sormontate dagli unici semicapitelli decorati dell'intera costruzione. In essi da un giro di foglie d'acanto fuoriescono, occupando gli angoli, due angeli coronati in vesti di reminiscenza bizantina, che recano in una mano lo scettro e nell'altra un globo crociato. Nel semicapitello destro uno dei due angeli, forse l'Arcangelo Michele, sporge lo scettro verso il centro, dove viene addentato da un dragone: lo sormonta un volto umano con barba e baffi (foto 4). Si tratta forse di una rappresentazione del Baphomet dei Templari? L'interno (foto 5), privo di transetto, è suddiviso in tre navate separate da sei colonne di granito africano con capitelli di tipo corinzio composito, su cui poggiano arcate a doppia ghiera. Oggi, il soffitto della navata centrale è ricoperto da un tetto a capriate lignee, dovuto all'ultimo restauro del 1934. L'interno è illuminato sia dalle finestre presenti nella parete superiore della navata centrale, sia dalle monofore del lato settentrionale; in più le aperture delle absidi, di proporzioni differenti, contribuiscono all'illuminazione con effetti graduali. All'esterno l'abside centrale spicca per le sue decorazioni con figure animali fantastiche, che in un certo senso ricordano le gargolle delle chiese gotiche: leoni stilofori, grifi che artigliano le loro prede, una sfinge ed un essere mostruoso dal corpo a squame. Nella foto in basso possiamo vedere una di queste figure fantastiche che punta l'osservatore quasi fosse una preda. Nella decorazione sulla parte inferiore della finestra si possono notare alcuni simboli interessanti. A partire dalla sinistra, notiamo dapprima una specie di monogramma, formato da una Tau sovrapposta ad una "A" in cui il trattino centrale è costituito da una cuspide verso il basso. Questo tipo di "A" così stilizzata è spesso associata ad alcuni SATOR templari, dove una coppia di "A" col trattino dritto è presente insieme ad un'altra avente il trattino in forma di cuspide. Subito dopo compare il simbolo del Nodo dell'Apocalisse. Conclude la serie una specie di nodo o intreccio di ispirazione celtica.



Particolare della decorazione esterna dell'abside

Particolare della decorazione esterna dell'abside



Geometria Sacra


Le conoscenze di Geometria Sacra, che avevano permesso alle civiltà antiche di costruire monumenti in terra che rispecchiassero in qualche modo alcuni aspetti del cielo, vennero tramandati durante il Medioevo dalla sapienza Cistercense della Scuola di Chartres, la capitale della cultura filosofica e teologica del Tardo Medioevo. La Scuola di Chartres attribuiva grande importanza alle arti del quadrivio (aritmetica, astronomia, geometria e musica) e questa concezione matematica legata a quella spirituale la si ritrova spesso nelle costruzioni Cistercensi (soprattutto nelle grandi cattedrali francesi). Lo stesso si può dire delle costruzioni Templari, legati a filo stretto con l'Ordine Cistercense. La Chiesa di Ognissanti (v. pianta in foto 6) presenta moltissimi riferimenti astronomici e numerici che sono stati studiati e rilevati dal prof. Vlora. Egli infatti è riuscito a costatare che l'asse di questa chiesa punta al sorgere del sole il giorno del 1 Novembre 1100, quindi nel costruirla si è tenuto proprio conto della festa di Ognissanti. Non solo: quando il sole sorge agli equinozi, cioè il 21 Marzo ed il 23 Settembre, esegue una traiettoria che parte dal finestrone dell'abside maggiore ed attraverso la prima e la seconda colonna a destra va a colpire una semicolonna del portico sul cui capitello spicca il simbolo egizio della dea Iside. Invece quando il sole sorge nel solstizio d'inverno, il 23 Dicembre, il suo raggio attraversa la prima e la seconda colonna a sinistra e va a colpire il pilastro cruciforme nel portico.


Un altro preciso riferimento alla cultura egizia viene fornito dall'utilizzo di angoli particolari di 37° e 74°. Infatti (fig. 7) le diagonali C e D della seconda captata formano un angolo di 74°, mentre l'angolo della diagonale D con la lunghezza fra la semicolonna del coro e la seconda colonna a sinistra della navata formano un angolo di 37°. Lo stesso Vlora ha dimostrato che il numero "111" o le sue parti (come, appunto, 37 e 74) fu utilizzato dagli architetti egizi per la costruzione delle piramidi. Questo numero specifico, letto come "uno-uno-uno", rappresentava non già una trinità divina, ma l'unico Dio in compagnia delle sue creature predilette, il bene ed il male. Il richiamo al "111" sembrerebbe essere confermato anche dalla particolare dedicazione della chiesa, appunto Ognissanti, che si festeggia il primo Novembre, 1/11. Altro riferimento importante è dato dal rapporto aureo, il numero della vita, già presente presso gli antichi Greci ma ritrovato anche nell'Egitto del 4000 a.C. Il numero d'oro vale 1,618, ed in questa chiesa tale è il rapporto tra la larghezza della navata centrale e la lunghezza della prima e seconda campata. Il rapporto aureo era ritenuto fondamentale in tutte le costruzioni sacre o almeno importanti, in quanto attraverso di esso si giungeva la proporzione voluta che assicurava armonia all'intera costruzione. Sembra, quindi, che niente sia sorto per caso e che l'intera costruzione racchiuda nelle sue pietre una conoscenza antichissima tramandata per millenni di generazione in generazione.





Note:


Logo dell'Associazione Obiettivo Trani


Il testo e l'immagine della pianta sono stati derivati dalla pubblicazione "Ecclesia Omnium Sanctorum de Trani", edito a cura dell'Associazione Culturale "Obiettivo Trani" con il contributo della "Casa Editrice Cacucci" di Bari. Il dettagliato ed interessante libretto di 32 pagine può essere acquistato all'interno chiesa al prezzo di 3 € (nel 2004).





La Cattedrale di San Nicola Pellegrino (XI sec.)

Il Monastero di Santa Maria Colonna (XI-XII sec.)


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