L’insediamento romano di Brocolita, in Inghilterra, si trovava a ridosso del Vallo Adriano, nell’odierna località di Carrawburgh, in Cumbria. Tra i pochissimi resti che sono rimasti a noi oggi, spicca però il tempio di Mitra, il quale almeno in pianta si è ben conservato, che è stato datato attorno al III sec. d.C.
Costruito dai militari di stanza nel vicino forte romano di Carrawburgh, i suoi resti furono scavati nel 1949 da I. A. Richmond e J. P. Gillam. La loro analisi del sito ha permesso di ricostruire almeno tre stadi di sviluppo della costruzione. Il tempio più antico era molto più piccolo, ma comprendeva già l’anticamera e l’usuale navata principale con i banconi laterali.
Il tempio venne successivamente ampliato, con l’allargamento dei banconi laterali, e l’inserimento di nuovi elementi come le statue di Cautes e Cautopates e lo scavo di un pozzetto per lo scolo e la raccolta del sangue sacrificale, situato presso l’anticamera, laddove doveva trovarsi anche un braciere rituale alimentato con uno speciale combustibile fatto di pigne del Mediterraneo.
Un certo numero di oggetti risalenti a questo periodo si è conservato all’interno del tempio, come la paletta di ferro utilizzata per mantenere vivo il fuoco (un compito che spettava agli adepti del grado di Leone) che fu trovata poggiata su uno dei banconi laterali e che oggi è esposta, insieme ad altri oggetti nel Great North Museum di Hancok, a Newcastle-upon-Tyne (Tyne and Wear).
Questo secondo tempio venne distrutto negli anni 296-7 ma parte dei suoi arredi si salvò, e venne utilizzata per il terzo ed ultimo tempio, quello di cui oggi vediamo i resti adagiati nella splendida campagna attorno al Vallo. Di questi arredi fanno parte tre altari scolpiti, tra i quali spicca certamente quello dedicato da Marcus Simplicius Simplex. Esso, infatti, reca al centro la figura di Mitra, che indossa una tunica in stile romano e regge con una mano la frusta tipica del dio del Sole. La sua corona solare a sette raggi è forata, affinché lasciasse trapelare la luce di una lampada posta nella nicchia scavata sulla parte retrostante. Al momento del ritrovamento presentava ancora tracce di pittura rossa e verde, a riprova del fatto che le sculture di arredo dei mitrei, che oggi appaiono così scure e cupe, erano in realtà molto vivaci.
La sala principale del mitreo con i tre altari e la statua di Cautes |
I tre altari originali presso il Museo di Newcastle |
Gli altri due altari contengono invece solo delle iscrizioni; in uno troviamo la dedica di un certo Lucius Antonius Proculus, del quale viene indicato anche il grado militare: Prefetto della Prima Coorte dei Bataviani. Non è inusuale trovare indicato il grado militare del committente, giacché, come sappiamo, il Mitraismo era un culto maschile diffuso prettamente nell’ambiente militare; il grado mitraico invece non è mai indicato, a ragione del fatto che il culto aveva comunque carattere iniziatico e lo scultore che eseguiva il lavoro non era certamente tenuto a sapere. Il terzo altare reca invece la dedica di un tale Aulus Cluentius Habitus, e dall’iscrizione si capisce che il dedicante era un italiano, proveniente da Larinum sugli Appennini. Il riferimento a Larinum data questo manufatto al 198-211 d.C.
Delle due statue dei Dadofori, visibilmente e deliberatamente distrutte, o sfigurate, solo quella di Cautes, riconoscibile dalla torcia sollevata, è rimasta nel sito pressoché intatta, a parte la testa. Dell’altra, invece, la statua di Cautopates, non è rimasto che un frammento della base. Un solo frammento rimane anche del bassorilievo con la tauroctonia, che costituiva il punto focale di tutto il rituale mitraico. Esso si trovava solitamente dietro l’altare e veniva mantenuto coperto da una tenda o un panno fino al momento culminante del rito, quando veniva cerimoniosamente scoperto oppure quando veniva tirata una tenda dal soffitto che inviava la luce del sole direttamente sul rilievo.
Una caratteristica insolita di questo mitreo è il ritrovamento, al suo interno, di una statuetta raffigurante una Dea Madre. Il suo notevole deterioramento fa pensare che essa sia stata lungamente esposta agli agenti atmosferici e che quindi essa doveva trovarsi originariamente all'esterno del tempio. Se gli archeologi si domandano con curiosità cosa ci facesse una Dea Madre in un tempio relativo ad un culto riservato ai soli uomini, possiamo suggerire che entrambi i culti avevano un denominatore comune: lo svolgimento dei rituali in luoghi sotterranei e lo stretto legame esoterico con le correnti di energie della terra…
Il mitreo di Carrawburgh è oggi monumento protetto dall’English Heritage, e può essere visitato liberamente percorrendo la pittoresca statale B6318, che costeggia il Vallo di Adriano ed è costellata di altri importanti siti archeologici romani, come quello del forte di Housesteads, dove si trovava un altro importante mitreo. Le coordinate del sito sono: 55° 2' 1.68" N, 2° 13' 21.34" W.
Il mitreo di Vercovicium, Housesteads
Il mitreo di Vindobala, Rudchester