La città di Manchester, capoluogo della contea inglese del Grande Manchester, è oggi una grande e moderna città, con una superficie di quasi 116 km quadrati e circa 441.000 abitanti. Le sue origini, però, risalgono all’impero romano: fu infatti il governatore romano Giulio Agricola che fondò in questo luogo un forte militare, nel 79 d.C., con il nome di Mamucium (che significa "colle a forma di mammella"). In seguito, il termine in inglese antico “Mam-ceaster” (antica città di Mamucium) si è contratto fino a diventare il toponimo attuale.
Gli scavi archeologici condotti nell’area hanno portato alla luce numerose testimonianze della passata dominazione romana, che oggi è possibile ammirare in una delle sale più attrattive del Manchester Museum. Il museo, facente parte del complesso universitario della Manchester University, ospita, oltre ai reperti archeologici, una ricca collezione naturalistica di insetti, uccelli ed altri animali impagliati, rocce e minerali e persino lo scheletro fossile completo di un Tyrannosaurus Rex, chiamato "Stan".
Nell’area romana, invece, tra vasellame e monete, fa bella mostra di sé un ritrovamento molto interessante: un frammento di anfora romana recante inciso il quadrato palindromo del SATOR, nella forma primitiva che comincia con la parola "ROTAS":
R O T A S
O P E R A
T E N E T
A R E P O
S A T O R
Il frammento, che nella sede espositiva è stato completato per mostrare l’aspetto che doveva assumere originariamente, fu ritrovato all’interno di un pozzo che è stato sigillato nel 185 d.C.; il quadrato magico, dunque, doveva essere di poco più antico. L’anfora sulla quale le lettere sono state incise dopo essere stata adeguatamente riscaldata è stata fabbricata in Spagna, probabilmente molto tempo prima. Solitamente, infatti, questo genere di vasi veniva usato e riusato a lungo, finché non si rompeva accidentalmente o diventava per altri motivi inutilizzabile. Una copia fedele di questo reperto è esposta anche presso il Centro Visitatori della Cattedrale di Manchester.
La didascalia che accompagna il reperto fornisce anche una storia di questa iscrizione palindroma, fornendo informazioni sulle possibili interpretazioni. Contiene tuttavia una grossolana imprecisione, in quanto si afferma che questo ritrovamento attesta la più antica presenza cristiana in territorio britannico, facendo affidamento alle tesi del pastore evangelista Felix Grossner. Costui, nel 1800, aveva scoperto che anagrammando e poi disponendo opportunamente le lettere del quadrato si otteneva una croce formata dalle frasi "A PATERNOSTER O" incrociate sulla 'N' centrale (si veda la nostra pagina dedicata al Quadrato Magico per un approfondimento di questa tematica). La "A" e la "O" rimaste solitarie vennero interpretate come l’Alfa e l’Omega dei Greci, che nelle parole di San Giovanni nell’Apocalisse simboleggiano il Principio e la Fine di tutte le cose. Questo suggerì che il SATOR potesse essere un espediente utilizzato dalle prime comunità cristiane per adorare segretamente il Cristo, dissimulando le parole del Credo e il simbolo della croce in un gioco di parole dall’aspetto innocente. La tesi del Grossner, tuttavia, decadde quando gli scavi effettuati a Pompei portarono alla luce alcuni nuovi palindromi, graffiti sulle pareti della Grande Palestra o di una casa privata, che non potevano essere posteriori al 79 d.C., quando l’eruzione del Vesuvio ricoprì la città con le sue ceneri. Infatti, se anche allora potevano esistere, nella zona partenopea, alcune primitive comunità cristiane, decade l’ipotesi interpretativa dell’Alfa e dell’Omega, essendo stata l’Apocalisse diffusa nell’Italia Centrale soltanto attorno al 120-150 d.C.
Al di là delle interpretazioni, comunque, il SATOR, o meglio, il ROTAS di Manchester resta comunque il più antico ritrovamento di questo tipo in terra bretone, perché l’altro, anch’esso famoso, e di origine romana, ritrovato a Cirencester (l’antica Corinium), è databile attorno al III sec. d.C.
Il Magico Quadrato del SATOR in Ingilterra