Il processo alle streghe di Pendle, che si tenne in Inghilterra durante l'anno 1612, fu uno dei più tristemente famosi, per l'alto numero di vittime che esso procurò e perché servì da precedente giudiziario per molti altri processi che seguirono. È anche uno dei più strani, perché la maggior parte delle accusate confessò spontaneamente la propria colpa in quanto veramente convinte di avere dei poteri magici. È una storia in cui l'ignoranza diffusa in una zona rurale e in gran parte analfabeta del Lancashire, unita alla superstizione ampiamente diffusa anche tra le classi più colte ha generato un cocktail dagli esiti letali.
Nel 1612 l'Inghilterra era governata dal re Giacomo I, un protestante intransigente proveniente da un'educazione religiosa particolarmente rigida, che aveva persino redatto un trattato su come riconoscere e dunque procedere contro le streghe, intitolato "Daemonologie" (1527). Inoltre, era ancora troppo fresco il ricordo della Congiura delle Polveri, il tentativo fallito di colpo di stato eseguito da un gruppo di estremisti cattolici guidati da Robert Catesby e il cui elemento di spicco era Guy Fawkes. Costoro avevano progettato di far saltare con un gruppo di barili di polvere da sparo il Palazzo del Parlamento, a Westminster, nel pomeriggio del 5 Novembre 1605. Nel palazzo era presente anche il re Giacomo I, che reprimeva con ogni sforzo i cittadini di fede cattolica.
In questo scenario, dove ogni cattolico era guardato con sospetto, e dove qualsiasi accusa contro di loro poteva giovare alla causa del Re, si svolse la cruda storia delle colline di Pendle. In questa zona vivevano due famiglie, in eterno contrasto tra loro, capeggiate da due anziane matrone: Elizabeth Southern, detta 'Demdike', e Anne Whittle, detta 'Chattox'. Entrambe le donne sbarcavano il lunario vendendo filtri e pozioni per guarire svariati mali e si dicevano abili nel togliere il 'malocchio'. La loro rivalità le portava spesso ad accusarsi l'una con l'altra di ogni calunnia. Un giorno una delle nipoti di Demdike, Alizon Device, incontrò per la strada un venditore ambulante chiamato John Law, al quale chiese di acquistare un certo numero di spilli. A quell'epoca, gli spilli in metallo erano fatti a mano da abili artigiani, ed erano prodotti molto costosi. Non è ben chiaro se la donna non avesse sufficiente denaro per pagare l'uomo, ma insistette comunque per avere quegli spilli, oppure se l'uomo stesso glieli rifiutò, sospettando che ne volesse far uso per qualche rituale magico, pratica anche questa abbastanza comune tra le comunità rurali d'Inghilterra. Fatto sta, ne nacque un alterco e la donna, adirata, augurò al malcapitato che gli venisse un colpo. L'uomo, forse già provato dal litigio, ebbe veramente un attacco di cuore, e stramazzò al suolo. Riuscì a salvarsi perché riuscì a trascinarsi in una vicina locanda, dove ebbe soccorso, e rinunciò a denunciare la donna. Alizon, invece, era così convinta di avere dei poteri magici, e di essere responsabile della sventura di John Law, che andò di spontanea volontà ad accusarsi dai giudici ed a chiedere perdono. Purtroppo questo evento diede la stura ad una reazione a catena destinata a diventare lunga e sanguinosa.
Il Castello di Lancaster che fece da sfondo al processo contro le streghe di Pendle
A sinistra: l'entrata principale. A destra: la torre in cui furono imprigionate
Alizon Device, suo fratello James e sua madre Elizabeth vennero chiamati a processo davanti al giudice Roger Nowell, e confessarono spontaneamente di essere dotati di poteri magici; Elizabeth tirò in ballo anche sua madre Demdike dicendo ai giudici che aveva una strana macchia sul corpo che molti pensavano fosse un marchio lasciato dal diavolo dopo averle succhiato il sangue. Quando i giudici chiesero loro che cosa ne sapessero dell'altra donna, Chattox, i Device non persero occasione per rinfocolare la vecchia faida, e cominciarono ad accusare anche lei. Chiamata a giudizio, Anne Whittle rincarò la dose accusando di rimando Demdike, e la ridda di accuse reciproche portò alla fine all'arresto di quattro persone: Demdike, Chattox, Alizon Device e un'altra donna, estranea alle due famiglie, ma che era stata inclusa nelle accuse di Demdike, Anne Redferne. Esse vennero rinchiuse nella prigione del Castello di Lancaster, dove languivano già altre tre donne, Jane Southworth, Jennet Brierley ed Ellen Brierley, a loro volta accusate di infanticidio rituale e di cannibalismo (le cosiddette "streghe di Samlesbury"). Ma non era ancora finita.
Scultura che rappresenta Alice Nutter, una delle presunte streghe
Situata sulla Blacko Bar Road tra Roughlee, il suo paese d'origine, e Crowtrees
Elizabeth Device organizzò, nel Venerdì Santo del 1612, un incontro a Malkin Tower, la residenza di famiglia, con amici e simpatizzanti della loro causa, e una pecora fu rubata ai vicini per preparare il banchetto. Le voci giunsero a Roger Nowell, che volle vedere chiaro sulle finaltà di questo incontro. Dall'inchiesta che ne seguì, altre otto persone vennero accusate di stregoneria, alcune estranee alla famiglia Device: Elizabeth Device, James Device, Alice Nutter, Katherine Hewitt, John Bulcock, Jane Bulcock, e Jennet Preston. A parte quest'ultima, che vivendo al confine con lo Yorkshire venne imprigionata a York e seguì un processo differente, gli altri sette raggiunsero i quattro già richiusi nel Castello di Lancaster, e vennero tutti condannati nel processo che ne seguì. Degli undici imputati (nove donne e due uomini), solo una fu giudicata innocente, Alice Gray. Tutti gli altri, ad eccezione di Elizabeth Southern che, già anziana e debole morì durante la prigionia, vennero impiccati presso Gallows Hill il 20 Agosto 1612.
Malkin Tower, uno dei luoghi chiave di questa storia, venne demolita nel 1612, subito dopo il processo. In seguito, sono stati effettuati diversi tentativi per individuarne la posizione. Una di queste teorie la identifica con l'odierno villaggio di Newchurch in Pendle, una volta chiamato "Goldshaw Booth", poi rinominato "Newchurch in Pendle Forest" ed infine col nome abbreviato attuale. Oggi è un paese molto grazioso, circondato dalla Foresta di Pendle e dominato dal rilievo collinare di Pendle Hill. La definizione classica di "quattro case ed una chiesa" si adatta quasi a pennello per questo villaggio, essendo le poche abitazioni interamente raggruppate attorno all'antica chiesa parrocchiale, St. Mary's Church.
Si hanno notizie di una cappella pre-esistente sul sito fin dal 1250, ma una nuova cappella venne costruita al posto della precedente e venne dedicata da John Bird, vescovo di Chester, il 1° Ottobre 1544. La costruzione della torre è successiva, pur ignorandosene la data esatta. Sappiamo, però, che venne restaurata una prima volta nel 1653 e successivamente nel 1712. Il resto dell'edificio attuale data intorno al 1740.
L'edificio è catalogato dall'English Heritage come di grado II* (cioè "edifici particolarmente importanti d'interesse più che speciale"). Una delle sue più curiose caratteristiche è che sulla torre è riportato un bassorilievo formato da una pietra chiara di forma ovale allungata, al cui centro vi è una pietra circolare di colore nero. Al di sopra di essa è posto un gocciolatoio. È un simbolismo molto chiaro: l'Occhio di Dio, chiamato anche Occhio della Provvidenza o, in alcuni contesti, Occhio-che-Tutto-Vede. È facile dedurre che quest'occhio, notoriamente simbolo di protezione, è stato apposto sulla torre ad uso apotropaico, allontanando per sempre il Maligno da quelle terre.
Intorno alla chiesa, il piccolo cimitero è affollato di pietre tombali, alcune delle quali (quelle, chiaramente, più vicine alla chiesa) sono molto antiche. Tra queste, addossata alla parete meridionale, ve n'è una ornata con il simbolo del "Teschio ed Ossa" che risale alla metà del XVII sec. ed appartiene alla famiglia Nutter. Una leggenda locale tramanda che questa tomba possa aver ospitato una delle "streghe" di Pendle, Alice Nutter. Tuttavia, dato che alle persone condannate per stregoneria non era permesso di riposare in terreno consacrato, tale ipotesi è da ritenersi solo una credenza, mentre il teschio ed ossa, specialmente sulle pietre tombali, è un comune memento mori, cioè un simbolo che ricorda la natura caduca e mortale dell'essere umano.
Dimenticate le fosche superstizioni del passato, oggi la storia del processo di Pendle è pienamente integrata nel folklore locale ed è oggetto di sfruttamento commerciale. L'unico negozio di Newchurch è adibito alla vendita di souvenir, tutti più o meno legati alla stregoneria ed alla magia, dove si possono trovare anche le tipiche tazze cilindriche (i mug) ornati con un logo tipico (la silhouette di una strega a cavallo di una scopa) oppure con la figura del Green Man. A Lancaster, dove si tenne il processo, esiste persino un pub chiamato "Pendle Witch" dove, tra l'altro, si mangia anche bene. La celebre birreria Moorhouse's di Burnley produce una birra chiamata "Pendle Witches Brew" mentre il tragitto dell'autobus X43, che collega Manchester con Nelson ed è operato dalla Transdev Burnley & Pendle, è chiamato "The Witch Way" e molti dei suoi autobus sono stati ridipinti di nero e riportano sulla fiancata il nome ed il logo della strega sulla scopa…
Newchurch in Pendle Witches Galore, il negozio di souvenir |
Lancaster Il Pendle Witch Pub |