Il cuore pulsante della città di Pisa è, senza dubbio, la Piazza del Duomo, nella quale trovano armoniosamente posto, oltre alla Cattedrale, il Battistero, la Torre e il Cimitero Monumentale. Per la sua bellezza e per la grazia della sua composizione architettonica, venne definita "Piazza dei Miracoli" da Gabriele D'Annunzio, nel romanzo "Forse che sì, forse che no" del 1910. Questo nome è talmente entrato nella tradizione pisana che ormai è rimasto nel parlare comune, tanto da aver quasi preso il posto del toponimo originario.
Il monumento più rappresentativo è certamente la Torre, pensato originariamente come campanile. A causa di un cedimento del terreno, avvenuta quando il monumento era ancora in costruzione, si è verificata un'inclinazione della struttura che le ha fatto guadagnare il soprannome di Torre Pendente. Oggi la torre di Pisa è uno dei monumenti più noti al mondo, assunto come uno dei simboli d'Italia ed annoverato nel complesso del patrimonio mondiale dell'UNESCO.
La costruzione della torre cominciò nel 1173 e seguì a ruota quella del Duomo, che era cominciata nel 1063 ed era terminata nel 1092, e quella del Battistero, avvenuta nel 1152. Secondo una tradizione, il primo cedimento della torre avvenne nel 1185, quando la costruzione era sopraggiunta al terzo piano. I lavori rimasero fermi a lungo finché, nel 1275, ripresero sotto la guida di Giovanni di Simone, che aveva già progettato il campanile della chiesa di San Francesco. La costruzione dei piani successivi riprese dando alla struttura una lieve contropendenza, il che valse alla torre la caratteristica, sebbene quasi impercettibile, forma a "banana".
Il primo grande mistero riguardante la torre è l'identità del suo architetto originario. Se si segue la tradizione, l'unico riferimento di una certa autorevolezza ci viene dal Vasari, che nella "Vita di Arnolfo di Cambio" ipotizza come autori un tale maestro Guglielmo, che egli definisce "tedesco", insieme a Bonanno Pisano. Guglielmo era uno scultore, e tutto ciò che si sa dei suoi lavori a Pisa riguardano un pergamo che scolpì per il Duomo nel 1162, attestato in un'iscrizione oggi perduta, e successivamente spostato nel Duomo di Cagliari. L'altro imputato, Bonanno, aveva lavorato alla porta bronzea di San Ranieri, collocata nel transetto del Duomo, ma proprio come per Guglielmo, non si conosce nessuna altra opera architettonica da lui progettata. Uno scultore ed un fonditore, dunque, che non si sono mai firmati come "architetti", avrebbero progettato uno dei più mirabili capolavori d'ingegno dell'architettura pisana? L'ipotesi appare molto inverosimile, e lo stesso Vasari ne era consapevole, perché nella sua opera puntualizzò, prima ancora di enunciare l'ipotesi, che stava riportando solo una diceria. Purtroppo molti commentatori successivi ignorarono la forma cautelativa del Vasari, e l'attribuzione a due "inesperti" diventò da probabile a certa, e per qualche tempo fu persino additata come la causa dell'inclinazione della struttura. Le numerose commissioni che si sono succedute, a partire dal 1298, allo scopo di analizzare il problema della pendenza ed ai possibili rimedi hanno invece dimostrato che le fondamenta e il basamento erano stati progettati a regola d'arte e che solo un imprevedibile cedimento differenziale del terreno aveva provocato l'inclinazione del campanile.
Chi è dunque il vero autore della torre? Un'ottima disamina della questione ci viene fornita da Piero Pierotti, nel saggio "Breve storia della Torre di Pisa" [1]. Il verdetto che ne emerge è molto più verosimile: l'architetto che progettò il campanile pisano sarebbe il Diotisalvi, colui che si era già firmato come fabricator (cioè "costruttore") della chiesa del Santo Sepolcro e magister (cioè "maestro") del Battistero. Per ottenere la promozione a maestro, afferma Pierotti, si doveva poter disporre di una scuola, e questa scuola esisteva realmente, ed aveva sede proprio sulla piazza del Duomo, perché era nata per sovrintendere ai lavori per la Cattedrale. Era la scuola dell'Arsenale Navale, uno dei più grandi nel suo genere sulle coste del Mediterraneo. Il cantiere dell'Arsenale importava maestranze da tutti i luoghi in cui i pisani si recavano con le loro navi, in particolare dalla zona di Gerusalemme. Diotisalvi proveniva quasi sicuramente dalla Terrasanta, se non come origine almeno come formazione, e la sua prima opera importante fu proprio la Rotonda del Santo Sepolcro, ispirata all'Anastasis gerosolimitana. La Chiesa del Santo Sepolcro di Pisa venne progettata e poi costruita prima del 1113 per l'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, meglio noti come Cavalieri Ospitalieri. Poiché esiste una targa con la sua firma sia sulla Rotonda, sia sul Battistero, ci si potrebbe chiedere come mai egli non si firmò anche sulla torre, se veramente ne fu l'artefice. In realtà, non è esattamente così: esiste un bassorilievo collocato sul lato destro del portale d'ingresso al campanile, proprio a fianco della lunetta dove in genere si trova la "firma" del costruttore, che rappresenta due navi in manovra all'ingresso del porto pisano, con una torre-faro posta in mezzo ad esse. Le torri marine del porto di Pisa erano state costruite dal Diotisalvi, e proprio questa poteva essere la sua firma manifesta: "colui che ha costruito le torri marine del porto".
Il progetto della torre non fu improvvisato, ma seguì un preciso piano, di natura anche simbolica. L'altezza della torre, 58.36 m, diviene significativa se la si esprime in "braccia pisane", perché solo allora si scopre che essa corrisponde esattamente a 100 braccia. Lo stesso si può dire della circonferenza esterna, che è pari a 48.6 m, ma espressa in "piedi pisani", diventa anch'essa uguale a 100. Il braccio ed il piede pisano erano inoltre sottomultipli di una terza misura lineare molto utilizzata nell'architettura, la "pertica". Se guardiamo bene la struttura della torre, si scopre che l'elemento più ricorrente di ogni altro, la colonnina dei loggiati, è alta esattamente una pertica, che diventa così il modulo della costruzione.
La torre è costruita su otto livelli, tanti quanti si credeva fossero le sfere celesti (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Stelle Fisse), così come i lati perimetrali della chiesa del Santo Sepolcro, che presenta una pianta di forma ottagonale. Il progetto originario della torre non prevedeva pavimenti divisori tra i suddetti livelli, ma soltanto la scala elicoidale che si avvolgeva sulle pareti interne per ascendere sino alla cella campanaria. La torre doveva essere, dunque, un immenso tubo cavo puntato sul cielo, come un immaginario cannocchiale astronomico. La scala che si avvita fin sulla sua sommità è simbolicamente collegata a quella sognata da Giacobbe, che gli appare in sogno nel luogo "terribile" che poi egli chiamerà Bethel. Essa rappresenta un cammino simbolico ideale che comincia dal Battistero, dove si compie il rituale di purificazione del Battesimo, prosegue nel Duomo, con il rituale di redenzione rappresentato dall'Eucarestia, e termina nella Torre, con la penitenza (la salita) e l'ideale ascesa al cielo.
Oggi ci potrebbe essere un motivo in più per ritenere che la progettazione del campanile pisano è stato il frutto di una mente preparata ed esperta, da maestro architetto, quale poteva essere quella del Diotisalvi, e non quello dell'improvvisazione da parte di un marmista e di un bronzista come molte guide continuano ancora a sostenere.
La scoperta è avvenuta quasi per caso in un pomeriggio d'estate 2014 quando, durante l'organizzazione del materiale fotografico per la stesura di questo dossier sulla città di Pisa, sono stato colpito dai due bassorilievi decorati con figure zoomorfe che si trovano uno alla destra e l'altro alla sinistra della porta d'accesso al Campanile. Quelle che ammiriamo oggi, in realtà, sono delle copie che sono state sostituite per preservarle dalle azioni deleterie degli agenti atmosferici. Gli originali si trovano infatti custoditi ed esposti all'interno del Museo dell'Opera del Duomo.
Nel bassorilievo di destra possiamo osservare un orso che guarda verso un lungo drago-serpente provvisto di ali, il quale a sua volta fronteggia un ariete, che incurante continua a brucare delle foglie da un cespuglietto che si trova proprio sotto al suo muso. Al disotto del bassorilievo si legge un'iscrizione latina, che riporta la data esatta dell'inizio dei lavori di costruzione:
+ AN DNI (M)CLXXIIII CAPANILE HOC FVIT FVDATVS MSE AVG
"Questo campanile fu fondato nell'anno 1174 nel mese di Agosto"
In essa l'anno, il 1174, è stato registrato secondo il Calendario Pisano, che rimase in vigore almeno dal X sec. fino alla metà del XVIII secolo. L'anno pisano, come abbiamo visto nell'articolo introduttivo, cominciava il 25 Marzo e dunque la data esatta di fondazione, riferita al calendario ufficiale gregoriano, è l'agosto del 1173. Sul bassorilievo di sinistra, invece, troviamo un toro collocato nell'estremità sinistra, che fronteggia un altro drago-serpente dalla lunga coda avvolta in più spire, mentre un altro orso dal lato opposto gli sta addentando la parte terminale della coda.
Tori e serpenti sono notoriamente simboli di energie telluriche, e mi chiedevo se la loro collocazione sulla Torre di Pisa fosse casuale oppure no. Certo che non si trattasse di elementi puramente decorativi, e studiando attentamente alcuni ingrandimenti fotografici di questi bassorilievi, ho scoperto per prima cosa un dato di fatto: tutte le figure rappresentate sono anche note costellazioni: le due Orse, la Maggiore e la Minore, il Toro, l'Ariete ed il Drago. Non è solamente una somiglianza: confrontando le figure con una carta stellare, si nota una corrispondenza anche nelle posizioni reciproche. Ad esempio, le stelle del Piccolo Carro sono posizionate in modo tale che, rispetto a quelle che formano idealmente il corpo del Drago, sembra veramente che l'Orsa Minore stia addentando la coda del Serpente. In seguito, mentre approfondivo lo studio della Torre, ho scoperto che anche lo studioso Piero Pierotti, nel saggio già citato, aveva accennato ad un'ipotesi del genere, ma limitatamente ad una semplice allusione: "Dunque la torre […] potrebbe avere avuto anche la funzione di puntatore celeste. Sembrano suggerirlo i rilievi che si trovano a destra e a sinistra dell'ingresso, facilmente identificabili con altrettante costellazioni: le due Orse, il Drago, l'Ariete, il Toro" [2].
Carta stellare del cielo pisano a mezzogiorno del 9 Agosto 1173
Carta stellare del cielo pisano alla mezzanotte del 9 Agosto 1173
In realtà, i due bassorilievi costituiscono molto più che un semplice suggerimento. Utilizzando Stellarium [3], uno di quei software astronomici che implementano un planetario virtuale, mi sono accorto che il bassorilievo di sinistra, quello con l'Ariete, per intenderci, rappresenta di fatto una carta del cielo pisano alla mezzanotte esatta del giorno indicato come data di inizio della costruzione, idealmente la posa della prima pietra. Allo stesso modo, il bassorilievo di destra, rappresenta invece lo stesso cielo, ma a mezzogiorno in punto. È ovvio che, non essendo in pieno giorno possibile osservare la disposizione delle stelle, il rilievo deve essere stato fatto sei mesi prima, o sei mesi dopo, all'orario opposto, ossia alla mezzanotte. Le carte stellari, riportate nelle figure di queste pagine, sono state realizzate inserendo la data del 9 Agosto 1173, fissata nell'iscrizione sotto al bassorilievo di destra, e le coordinate geografiche esatte della Torre di Pisa (43° 43' 22.74" N, 10° 23' 47.86" E), orientando il lato inferiore del cielo verso nord.
È dunque possibile che un osservatore posto alla base della torre, guardando sopra la propria testa sulla verticale esatta, poteva vedere attraverso la sommità della torre che originariamente era aperta, alla mezzanotte esatta, uno spicchio di cielo stellato che ad ogni ricorrenza della data di fondazione, oppure alla data diametralmente opposta, il 9 Febbraio, riproponeva una delle due situazioni raffigurate nei bassorilievi. Anche se la corrispondenza non è perfetta, trattandosi comunque di una fascia scolpita, è possibile che l'autore dei bassorilievi intendesse dare un'idea della configurazione astrale che si poteva osservare dal punto dell'erigenda torre nel momento esatto in cui i lavori ebbero inizio.
L'ipotesi, d'altronde, non è così inverosimile, se, come abbiamo già visto, l'intera Piazza dei Miracoli sembra essere stata progettata per fungere da copia terrena di qualcosa che si trova in cielo. Se la disposizione dei monumenti rispecchia quella delle tre principali stelle della costellazione dell'Ariete, e questa costellazione è quella sotto il cui auspicio cominciava il Capodanno pisano, è logico supporre che tutto era stato progettato con preciso intento simbolico.
Contenuti del dossierPisa – Misteri pendenti… sotto la Torre Di prossima pubblicazione: Il Battistero Il Camposanto Monumentale La Piazza dei Cavalieri La Chiesa del Santo Sepolcro La Chiesa di Santa Maria della Spina La Chiesa di San Francesco de' Ferri |
[1] Piero Pierotti, "Breve storia della Torre di Pisa", Pacini Editore, Pisa, 2003.
[2] Piero Pierotti, op. cit., pag. 22.
[3] Stellarium è un programma gratuito distribuito sotto i termini della GNU General Public License, realizzato dal 2004 al 2013 dal francese Fabien Chéreau, in collaborazione con altri sviluppatori tra cui Robert Spearman, Johannes Gajdosik, Matthew Gates, Nigel Kerr e Johan Meuris. Quest'ultimo è anche autore del logo e delle figure delle costellazioni che compaiono nelle immagini di accompagnamento a questo articolo, rilasciate sotto la Free Art License.
Questo articolo è un adattamento di quello che è stato pubblicato su Italia Misteriosa n° 11, dell'Ottobre-Novembre 2015 (X-Publishing Edizioni), guadagnandosi l'immagine di copertina.