Le mura poligonali e la Porta Sanguinaria
La Chiesa di Santa Maria Maggiore
La Chiesa di Santa Maria Gaudenti
Il comune di Ferentino sorge nella parte nord della provincia di Frosinone, lungo la strada statale Casilina e l'Autostrada del Sole. Sin dallp'antichità ha conservato il suo nome, Ferentinum (talvolta corrotto in Florentinum), che deriverebbe dalla ricchezza e fertilità delle sue terre. La posizione strategica a ridosso delle più importanti reti viarie del centro Italia ne ha fatto sin dal Medioevo un punto obbligato di transito per recarsi ai più grandi monasteri della zona: Trisulti, Casamari, Fossanova, Montecassino e Subiaco. Ma la storia del paese inizia ancora prima: intorno al 493 a.C. la lega ernica, di cui Ferentino faceva già parte, entrò sotto l'influenza romana in funzione antivolsca. I Volsci, già più volte ricacciati oltre il paese, furono definitivamente sconfitti e Ferentino entrò a far parte dello stato romano, ottenendo la cittadinanza sine suffragio.
Il Cristianesimo si affermò in questo paese sin dagli inizi; molti papi nei primi secoli della storia cristiana si videro costretti a fuggire da Roma per il clima "insalubre" nei loro confronti, e vennero a rifugiarsi proprio a Ferentino, nel palazzo episcopale. Con Innocenzo III, autore di una riorganizzazione dell'amministrazione dello stato, Ferentino diventò il centro politico della Campagna (l'antico nome della provincia pontificia oggi corrispondente all'alta Ciociaria). L'ultimo papa che soggiornò qui fu Onorio III il quale convocò nella città ernica Federico II, nel 1223, per convincerlo a partecipare alla quinta crociata.
La presenza del Papato portò a Ferentino numerosi altri ordini religiosi: oltre ai Benedettini, presenti sin dall'inizio, arrivarono i Cistercensi, i Francescani, i Cavalieri Gaudenti e, forse, anche i Templari. Nel Medioevo l'economia della città era divenuta molto florida, grazie anche alla sviluppo agricolo, favorito dalla fertilità del suolo e dall'abbondante presenza di acque. Ma fu anche un periodo di lotte: particolarmente feroci e longeve furono quelle con Anagni, contro la quale Ferentino si batté ostinatamente anche a seguito dell'aggressione a papa Bonifacio, a cui parteciparono milizie ferentinesi. A proposito di questa guerra, si tramanda che dopo la morte di Celestino V, avvenuta nella fortezza di Fumone, il suo successore, Benedetto Caetani, papa Bonifacio VIII, ordinò che fosse sepolto nella Chiesa di Sant'Antonio Abate dei Celestini di Ferentino.
Durante il successivo conflitto con Anagni e con i Caetani, la reliquia venne trasferita entro la città, ma due monaci Celestini, travestiti da soldati, la trafugarono portandola all'Aquila, dove giace tuttora. Nel Cinquecento Ferentino perse definitivamente il ruolo assegnatole nel Duecento da Innocenzo III: i rettori di Campagna spostarono la loro sede sempre più spesso ad Anagni e a Frosinone. In questo periodo venne abbattuto il castello e si attuarono le prime trasformazioni barocche della Cattedrale e del Palazzo vescovile. Alla fine del Settecento, durante l'occupazione francese, Ferentino si ribellò ai francesi ed alla repubblica romana, formando corpi armati controrivoluzionari. La città venne espugnata da truppe polacche, dopo un'inutile resistenza dei contadini guidati dal clero.
Intanto, sul piano sociale, si erano affermate nuove famiglie borghesi che, emergendo nel panorama locale, si posero alla guida della vita sociale e politica. Gruppi liberali erano presenti a Ferentino sia nel 1848-49 che durante l'invasione garibaldina del 1867; grazie anche ad essi la nuova Ferentino dell'unificazione fece significativi passi avanti che si tradussero in un forte rinnovamento urbano ed economico negli ultimi decenni dell'Ottocento e nella prima metà del Novecento. La seconda guerra mondiale coinvolse totalmente Ferentino, essendo città di transito obbligato per le truppe e i profughi del cassinate. Con gli anni Sessanta si assisté a una forte espansione economica: una massiccia industrializzazione nacque e si sviluppò nel territorio ferentinate: si costituì un polo industriale tra Frosinone e Ferentino fonte di occupazione.
Il paese è circondato da una complessa cinta muraria, risultato di più stratificazioni succedutesi in epoche diverse e realizzate con differenti tecnologie. In genere le fondamenta e la parte più bassa sono in opera poligonale, grandi massi appena squadrati o abbozzati; sopra a questo basamento si erge una cortina con massi tagliati regolarmente e messi in opera a file orizzontali. Al di sopra di questi due tipi di muratura c'è quella realizzata nel corso del Medioevo, fatta di blocchetti messi in opera a volte in modo irregolare, a volte in file regolari.
Tra le varie porte che si aprono nelle mura, la più nota è la Porta Sanguinaria, posta nella parte più antica. Essa deve il suo nome ad una tradizione leggendaria che narra come durante un assedio romano, presso di essa i volsci-ferentinesi fecero strage degli assalitori uccidendone circa tremila. Di tali mura è interessante osservare la realizzazione degli incastri, resi perfettamente combacianti e sistemati in modo tale da dare solidità e resistenza alle mura senza l'impiego di un legante come malta o calce.
Cistercensi, Francescani, Celestini, Cavalieri Gaudenti e Templari: tutti questi ordini religiosi così importanti e potenti, nel periodo Medievale, probabili custodi di conoscenze perdute, non potevano non lasciare un segno simbolico all'interno del paese. Il simbolo per eccellenza che racchiude queste sapienze è la Triplice Cinta, ed infatti il paese ne reca alcune importanti testimonianze. Almeno due delle più importanti chiese medievali di Ferentino presentano delle Triplici Cinte graffite sui gradini d'ingresso o sul muretto di cinta della piazza antistante: la Chiesa di Santa Maria Maggiore e quella di San Pancrazio, cui sono dedicate schede a parte. Ma è curioso far notare che se ne possono trovare altre, come quella, mostrata nella foto sottostante, trovata su un muretto all'interno del paese, giusto di fronte all'antico Mercato Romano. Come in altri casi del genere, descritti in questo sito, è praticamente impossibile stabilire l'epoca in cui sia stata tracciata, così come non è possibile definirne l'intento: ludico, simbolico o entrambi? Fatto sta che, ancora una volta, un luogo che ha visto nel suo territorio una massiccia presenza Cistercense, o Templare, mostra questo emblematico simbolo quale probabile testimonianza!
La Chiesa di Santa Maria Maggiore (XIII sec.)
La Chiesa di Santa Maria Gaudenti (XII sec.)
La Chiesa di San Pancrazio (XI sec.)
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