La Chiesa Cattedrale di San Sabino, a Bari, costruita tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo, è la sede della Diocesi ed è seconda per importanza soltanto alla Basilica di San Nicola, che sorge non troppo distante. Essa sorge sul sito del precedente duomo (fatto edificare dall'arcivescovo di Bisanzio tra il 1025 e il 1035), che venne distrutto da Guglielmo I il Malo quando rase al suolo la città di Bari nel 1156, risparmiando soltanto la Basilica di San Nicola. La nuova cattedrale venne fatta ricostruire dal vescovo Rainaldo alla fine del XII secolo, nella stessa concezione dello stile romanico-pugliese già inaugurato dall'altra basilica barese. L'edificio venne dedicato a San Sabino, vescovo di Canosa dal 514 e co-patrono del capoluogo pugliese, le cui reliquie sono oggi conservate all'interno della cripta. La chiesa venne consacrata il 4 Ottobre 1292.
La cripta che si estende sotto la chiesa principale venne parzialmente modificata nel XVIII secolo. Vi si conservano le reliquie del Santo titolare, nonché quelle di Santa Colomba, restaurate nel 2005. Un'altra importante presenza è la tavola di stile bizantino che rappresenta una Madonna Odigitria, il modello classico ispirato al ritratto che San Luca fece a Maria. Secondo una leggenda tramandata da secoli, durante le persecuzioni iconoclaste dell'imperatore bizantino Leone III Isaurico, nell'VIII sec., i monaci che custodivano la preziosa tela decisero di porla in salvo, recandosi a Roma presso papa Gregorio III. Travestiti da marinai, si recarono al porto di Costantinopoli e, con l'aiuto di due veri marinai di origine barese, imbarcarono segretamente il ritratto. Scampata miracolosamente ad una tempesta, la nave approdò infine al porto di Bari, il primo marzo dell'anno 733. Quando i marinai baresi scoprirono il vero contenuto della cassa dei due monaci, costrinsero questi ultimi alla fuga, e trattennero a Bari l'icona, che al seguito di una solenne processione celebrata da tutta la cittadinanza, venne riposta nella chiesa dell'Assunta, in seguito diventata cripta della nuova cattedrale.
In realtà l'immagine custodita nella cattedrale barese non è l'icona originaria, che probabilmente andò distrutta durante l'assedio turco di Costantinopoli nel 1544. Si tratta invece di una delle numerosissime copie, eseguita probabilmente dal pittore Onofrio Palvisino da Monopoli, secondo una consuetudine assai diffusa, essendo il modello dell'Odigitria divenuto all'epoca molto noto in tutti i paesi del Mediterraneo. Questa icona, nota anche come "Santa Maria di Costantinopoli", costituisce il modello più diffuso di icona di Madonna Nera.
Uno tra i tanti aspetti simbolici della Cattedrale di San Sabino è rappresentato dal grande rosone circolare che si staglia sulla facciata. Guardandolo attentamente, infatti, si nota che il motivo centrale attorno al quale si spandono a raggiera i diciotto petali è costituito da una Triplice Cinta di forma circolare.
Rosone con motivo centrale |
Decorazione pavimentale che richiama la |
Lo stesso motivo lo ritroviamo rappresentato su un motivo ornamentale del pavimento interno.