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La Cattedrale di Ely



La Cattedrale di Ely



L'isola delle anguille


La graziosa città di Ely, nella contea inglese del Cambridgeshire, sorge su quella che anticamente era un'isola, situata in mezzo ai "Fens", una regione paludosa dell'Inghilterra orientale, in gran parte bonificata nel corso dei secoli scorsi. Questo centro si trova dunque circondato da fiumi, i più importanti dei quali sono il Witham, il Welland, il Nene e il Great Ouse. L'opera di bonifica e di prosciugamento della palude cominciò attorno al XVII sec. e fu grazie ad essa che la primitiva isola oggi è scomparsa e che la città oggi è un grazioso agglomerato urbano raggiungibile attraverso strade, autostrade e linee ferroviarie.


Nonostante la sua non rimarchevole estensione (il suo territorio si estende per circa 60 km²), Ely è sempre stata, sin dal passato, considerata come un'area sacra. Già sede di un insediamento romano, Ely crebbe come centro abitato in seguito all'edificazione dell'imponente cattedrale, il cui primo nucleo risale alla fondazione, nel 673 d.C., di una primitiva abbazia da parte di Santa Etheldreda.


L'anguillaSebbene non tutti gli storici lo condividano, l'ipotesi più generalmente accettata per l'etimologia del nome "Ely" (che in italiano si pronuncia "ilài") è che esso derivi dalla contrazione del termine "eel island", e cioè "isola delle anguille". È attestato che le ricche acque di questa zona in passato pullulavano letteralmente di questo animale, che costituiva un'inesauribile fonte di cibo e di guadagno per l'abate: è noto, ad es., da un documento dell'anno 1084 che la vicina località Stuntenei forniva all'abbazia 24.000 anguille, Litelport 17.000 mentre persino un piccolo villaggio come Liteltetford produceva 3.250 anguille.


Oggi, a memoria di questa tradizione, passeggiando per il centro storico della città, e soprattutto nei dintorni della cattedrale, non è infrequente imbattersi in alcune borchie metalliche incastonate nella pavimentazione stradale, che demarcano i più importanti siti d'interesse e che riportano incisa la figura di questo animale (in maniera simile a quanto avevamo già notato in Francia, con la civetta di Digione e l'olmo di Vienne). È interessante, comunque, puntare l'attenzione sul fatto che tale accostamento non è solo decorativo ma anche simbolico. L'anguilla, come pesce per natura e come serpente per rassomiglianza fisica, non fa che associare due ben noti simboli di fertilità e di correnti energetiche, simboli che ritroviamo in forma architettonica anche all'interno della maestosa cattedrale gotica, nella quale ora ci apprestiamo ad entrare.



La Cattedrale


La Cattedrale di Ely è soprannominata "la nave dei Fens" per la sua forma allungata e slanciata come quella di una nave che domina il paesaggio il quale, in epoca medievale, era ancora quello di un'isola circondata dalle acque. Essa venne fondata nell'anno 637 da S. Æthelthryth, figlia del re sassone Anna dell'East Anglia, il cui nome fu poi romanizzato in Santa Etheldreda. Distrutta durante l'invasione dei Danesi nel tardo IX sec., risorse come monastero benedettino nel 970, ad opera di Athelwold, vescovo di Winchester.


La prima costruzione della chiesa nella forma attuale iniziò nel 1083 sotto la guida dell'abate Siméon. Essa ottenne poi lo status di Cattedrale nel 1109, quando la nuova diocesi di Ely venne creata con terreni sottratti alla diocesi di Lincoln. Durante i successivi 400 anni, la chiesa è stata sia abbazia che cattedrale benedettina. Dopo la dissoluzione dei monasteri ordinata da Enrico VIII, non esistette più come cattedrale.


Dal punto di vista costruttivo, la cattedrale di Ely presenta due caratteristiche peculiari. La prima di esse è l'Ottagono, ossia la cupola avente questa forma geometrica costruita al posto della torre normanna crollata nel 1322: essa si compone di circa 200 tonnellate di legno, piombo e vetro ed è sostenuta da otto pilastri che danno l'impressione che essa sia sospesa nello spazio. Sapientemente illuminata durante la notte, così da dare l'impressione di un faro, o di un porto sicuro per l'approdo dei pellegrini, è oggi motivo di vanto e di orgoglio della città. L'altra caratteristica è la Cappella della Vergine (Lady Chapel), che ha il primato della più grande cappella consacrata in tutta l'Inghilterra.



Una veduta dell'Ottagono

Una veduta dell'Ottagono



Il nome completo della costruzione è "Chiesa Cattedrale della Santa ed Indivisa Trinità" (Cathedral Church of the Holy and Undivided Trinity), proprio come quella di Norwich, di cui abbiamo parlato in un altro articolo, e questa non è l'unica analogia con quella cattedrale.



Il Labirinto


La Cattedrale di Ely è l'unico caso conosciuto di cattedrale gotica inglese a presentare un labirinto pavimentale, una caratteristica invece molto diffusa nelle cattedrali gotiche francesi. Qui, tuttavia, si nota un'interessante variazione sul tema: la sua posizione, infatti, non è centrale rispetto alla pianta della chiesa, ma si trova all'ingresso, sul pavimento al di sotto dell'imponente torre ovest. Il labirinto, inserito in una cornice quadrata decorata, ha un'ampiezza che misura circa 6 metri, mentre il percorso che si snoda al suo interno ha una lunghezza complessiva che è pari all'altezza del soffitto sovrastante.



Il labirinto di Ely

Il Labirinto di Ely


All'interno, il percorso dall'andamento sinuoso ed ovviamente monocursale (senza, cioè, vicoli ciechi né false strade), si sviluppa all'interno di una forma geometrica che richiama quella di un quadrato, ruotato di 45° come un rombo, ai cui lati si innestano quattro ottagoni, simile a quello che si trovava nella cattedrale di Reims. Si dice, infatti, che il suo costruttore, Sir George Gilbert Scott, che lo realizzò nel 1870 durante dei lavori di restauro della chiesa, si sia ispirato proprio a quel modello e che egli compì un viaggio ad Amiens, prima di cominciare il suo lavoro ad Ely, per trarre ispirazione, sebbene a quell'epoca il labirinto di Amiens non fosse stato ancora ripristinato e perciò non era visibile.



Schema del Labirinto di Ely

Lo schema del Labirinto di Ely



Simbolismo interno: l'Ottagono e l'Omphalos


Prima di entrare nella chiesa, guardando sul sedile in pietra sul lato destro, al fianco del portale, si nota uno schema di cinque fossette disposte a formare una croce. Sembra richiamare uno schema di gioco di pedine, il ben noto "Nine Men's Morris", o "nove fossette", ma le quattro fossette d'angolo sono assenti. Non si tratta, dunque, di uno schema di gioco, ma di un'indicazione simbolica messa lì a bella posta. Forse, si può azzardare, si tratta di un'indicazione ad aprire gli occhi, a fare attenzione a ciò che si trova all'interno.



Un curioso schema simbolico

Un curioso elemento simbolico



Internamente, non sfugge un costante riferimento al simbolismo dell'Ottonario, che si riflette sia nella forma di ispirazione ottagonale del labirinto, sia in quella della grande cupola che sovrasta il punto d'incrocio centrale tra la navata ed il transetto, chiamata appunto l'Ottagono, sia le decorazioni pavimentale, specie nei pressi del sito del sepolcro della Santa Etheldreda, che è costellata di Stelle Polari.



Il sepolcro di S. Etheldreda e le Stelle Polari



Nel suo riferimento simbolico al punto fisso della volta celeste, la Stella Polare rappresenta il punto di congiunzione tra il Cielo e la Terra, quell'Asse del Mondo che unisce la stella al centro della Terra, il Motore Immobile di atavica tradizione che poi non riconduce altro che a Dio, origine e fine di tutte le cose.


Simbolicamente, l'Asse del Mondo è richiamato da qualsiasi monumento o stele che evidenzi la direzione verticale. A riprova di ciò, in un angolo della navata destra, è esposto in bella mostra quello che è definito il monumento più antico all'interno della cattedrale, e cioè la "Pietra di Ovino", l'attendente di Santa Etheldreda. Questa stele non è altri che un cippo verticale, posto su un basamento sul quale è iscritta la seguente invocazione:


Lucem tuam Ovino da Deus et requiem Amen

Da, o Dio, ad Ovino, la tua luce e il riposo, Amen



La "Stele di Ovino"



Come invocazione alla luce divina, e per la sua singolare forma, questa semplice stele rappresenta in realtà un omphalos, simile a quello che era posto a Delfi, in Grecia, sul sito del famoso oracolo il cui motto scolpito all'ingresso del tempio, "Conosci te stesso", divenuto poi il motto di Socrate, riassume nella sua semplicità la chiave più ampia per il raggiungimento dell'illuminazione, quella "luce di Dio" invocata nell'iscrizione.



Simbolismo esterno: la Sheela-na-gig


La Sheela-na-gigUn altro simbolo molto importante, che collega la cattedrale agli antichi culti della fertilità e delle acque, in mezzo alle quali essa era sorta, è quello di una Sheela-na-gig, ossia una figura femminile che mette in mostra i propri genitali esageratamente ingranditi. Individuarla non è semplice, a meno di non possedere una vista di falco ed un buon teleobiettivo, e noi ci siamo riusciti grazie alle precise indicazioni fornite dal sito inglese sheelanagig.org, il più completo censimento di figure di questo tipo per il Regno Unito.


La Sheela-na-gig di Ely, dunque, si trova nella serie di figure rappresentate sul cornicione esterno, nel lato destro della facciata, l'unico liberamente accessibile che prospetta sull'ampio prato antistante. Ci sono due serie di figure che corrono lungo tutta la facciata: una appena al disopra delle finestre, l'altra più in alto, nel sottotetto. La figura in questione va rintracciata in mezzo a queste ultime, più o meno all'altezza della quinta finestra da destra.


Leggendo l'articolo descrittivo sul sito inglese sopra citato, si evince in realtà che c'è una seconda figura, gemella di questa, dall'altro lato della facciata, ma trovandosi questa chiusa nella proprietà degli edifici della curia, non è accessibile al pubblico.



Conclusioni


Rileggendo la storia della Cattedrale di Ely, ci si potrebbe chiedere come mai una chiesa così imponente e rappresentativa sia sorta in una piccola città, che sfugge al confronto con altre importanti città-cattedrale d'Inghilterra, come Norwich, Salisbury, Gloucester, ecc. Una cosa simile è avvenuta in Francia, dove alcune delle famose 11 cattedrali gotiche dedicate a Notre-Dâme sorgono in quelli che in epoca medievale erano poco più che villaggi. In quel caso, come suggeriva Louis Charpentier nel suo saggio sull'argomento, la costruzione si era resa necessaria al fine di ricostruire, sul suolo di Francia, la forma della costellazione della Vergine. Nel caso inglese non sappiamo quale fu la vera motivazione, ma da quanto evidenziato in questa pagine, dai numerosi riferimenti simbolici all'iniziazione (l'Ottagono, la Stella Polare, l'Omphalos, il Labirinto), si capisce che questo edificio è un luogo sacro da più punti di vista, una "nave2 dalla quale salpare alla conquista di un Sé superiore, nel passaggio iniziatico dall'Io originario.





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