Parte I - L'Inghilterra del Sud
Agosto 2007. Dopo aver seguito le tracce di Maria Maddalena e del filone ad essa collegato del Graal, era giunto il momento di andare ad indagare l'altra faccia del Sacro Calice, quella mistica legata ad un'altra importante figura dei Vangeli: Giuseppe di Arimatea. Queste tracce conducono immancabilmente a Glastonbury, l'antica e mistica Avalon delle leggende arturiane. Ma una volta che ci si trova nel Sud dell'Inghillterra, tanti altri luoghi possono rivelarsi interessanti per la Ricerca personale... Così, dalla Sapienza iniziatica nascosta nelle decorazioni delle grandi cattedrali medievali, a piccole ma intriganti chiesette Templari, dalle reminiscenze dei culti druidici sulla cima del Glastonbury Tor a quelle di cui sono intrise le millenarie rocce di Stonehenge, l'itinerario che ho seguito mi ha portato ad un profondo arricchimento spirituale che difficilmente può essere dimenticato. Ben diversa è l'atmosfera che si respira a Londra, pervasa da influenze di matrice più occulta, specialmente nella City, il cuore economico e finanziario d'Inghilterra. Qui ogni edificio pulsa di simbolismo occulto: dal Tempio di Loggia alla chiesa dei Templari, dalle cattedrali all'obelisco egizio, ma c'è anche spazio per altre visite più "riposanti", come quelle nei musei, dal più famoso British Museum a quello di Sherlock Holmes, chicca per appassionati, dal Tower Bridge alla Torre di Londra. Queste brevi note che seguono, stralciate dal diario di viaggio, vogliono dare un'idea dell'itinerario e delle sensazioni provate nel percorrere i luoghi descritti, mentre chi vorrà approfondire i dettagli "tecnici" potrà farlo seguendo i collegamenti che si troveranno man mano e che verranno aggiunti in seguito.
Foto 1 - Bristol: Vista notturna sul fiume Avon
Il primo giorno è stato completamente occupato dal viaggio di andata, con un volo che dall'aeroporto di Roma Ciampino mi ha portato nel cuore della città di Bristol. Durante il volo, mentre si percorreva il sentiero di discesa, scrutando tra le capagne nei dintorni di Bristol, ho avvistato due caratteristici crop-circles, i "cerchi nel grano" che ogni anno, prorpio nel periodo di Agosto, attirano tanti appassionati di ufologia e misteri. Neanche a farlo apposta, Bristol è stato importante centro templare, cosa è ancora oggi ricordato dall'esistenza di un quartiere del Tempio, chiamato, appunto, Temple, e dai tanti toponimi ad esso collegati: Temple Meads, Temple Square, Temple Quay e così via. Non solo, ma per un simpatico capriccio del caso, l'albergo che mi ha scelto l'agenzia si trovava a due passi dall'antica chiesa Templare, la Temple Church, la cui originaria corte è oggi trasformata in giardino pubblico (“Temple Gardens”), con le singolari tombe che s’innalzano qua e là, e su cui la gente si siede, si sdraia, gioca a carte, ecc… Indagando sul solito Internet, si scopre che secondo alcune leggende di paese durante la notte, specialmente nel periodo natalizio, sia stato avvisato il fantasma di un Cavaliere Templare infuriato a cavallo del suo destriero: posso ben capirlo, visto come trattano l’antico cimitero del Tempio! Nei giorni seguenti, al ritorno dalle visite serali alla città vi sono passato accanto tante volte, sempre così buio, e solitario, e spettrale nella nebbiolina arancione per i lampioni ai vapori di sodio. Una foto scattata per sbaglio a questo scenario così suggestivo è risultata a posteriori talmente simpatica che l'ho inserita nella testata di questa sezione. Bristol aveva anche altre attrattive, ma per il momento non ne sapevo ancora nulla.
Foto 2 - Glastonbury: Chiesa di San Giovanni
Dopo aver speso intere serate nei giorni precedenti la partenza a pianificare gli itinerari, tenendo conto degli orari e dei giorni di apertura al pubblico di ogni sito, era venuta fuori una scaletta che non ammetteva troppe modifiche. Così, nel primo giorno effettivo, il Piano prevedeva una visita alla mistica città di Glastonbury, l’antica Avalon delle leggende bretoni. Che la visita mi sarebbe piaciuta l’ho capito subito appena sceso dall’autobus: nella strada principale del paese numerose botteghe di articoli magici e librerie esoteriche. Abiti da cerimonia druidica, sfere di cristallo, incensi, bacchette da rabdomante, pendolini, tarocchi e quant’altro riempivano le vetrine di tutti quei negozi uno dopo l’altro, e non era certo paccottiglia per turisti, visti i materiali spesso preziosi con cui erano realizzati.
Per prima cosa mi sono trovato davanti la Chiesa di San Giovanni Battista, che sono entrato a visitare. In questa chiesa Giuseppe d’Arimatea la fa da padrone, è quella in cui si trova quella splendida vetrata con la sua figura, l’unica conosciuta a quanto pare. Secondo la tradizione, Giuseppe era lo zio di Maria e da viaggiatore e commerciante che era, aveva spesso viaggiato in quella parte d’Inghilterra, una volta portandoci anche il giovane Gesù. Dopo la crocifissione, raccolse il sangue di Gesù nella coppa che aveva utilizzato nell’Ultima Cena, è portò la preziosa reliquia con sé qui, a Glastonbury. Le leggende sono tutte là, palpabili quasi materialmente: sedutosi a riposare su un colle, piantò il bastone a terra e cadde addormentato. Al suo risveglio, il bastone aveva messo radici e ne era nato un albero di "Santa Spina", che si può ancora vedere nei pressi dell’Abbazia di Glastonbury. L’albero poi è stato ripiantato in altri punti-chiave della città. Uno è il giardino della Chiesa di S. Giovanni. Quest’albero è particolare, è chiamato Santa Spina perché fiorisce due volte all’anno, sotto Pasqua e sotto Natale, perciò subito associato a Gesù. Ogni anno a Natale l’abate di Glastonbury raccoglie un mazzo di fiori di Spina Santa da questo albero per inviarlo alla Regina.
Foto 3 - L'Abbazia di Glastonbury
Logico che, subito dopo, mi recassi nell’Abbazia di Glastonbury, le cui rovine oggi spiccano in foto in qualunque sito si parli di Re Artù. Si narra che nel XIII sec. alcuni monaci dell'abbazia, incuriositi dalle tante leggende locali secondo cui il leggendario Re Artù, insieme a sua moglie Ginevra, fosse stato sepolto proprio sotto la loro abbazia, intrapresero una campagna di scavi. Ad un certo punto, alla notevole profondità di sette piedi, ritrovarono una lastra di pietra sotto la quale giaceva una croce in piombo, alcuni resti ossei ed un cartiglio che attestava che quelli erano proprio i resti di Artù, sepolto nella terra di Avalon. Il posto era incantevole, le rovine quasi mistiche. Ho passato lungo tempo tra quelle pietre, cercando di avvertirne le sottili vibrazioni che certamente emanavano: in fondo, mi trovavo in uno dei più antichi siti cristiani bretoni, che a sua volta chissà quanti altri culti aveva precedentemente ospitato...
Foto 4 - Veduta del Glastonbury Tor |
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Foto 5 - La Torre in cima al Tor |
Dieci minuti di viaggio in corriera, e sono stato abbandonato ai piedi della magica collinetta conosciuta come Glastonbury Tor, il vero pezzo forte della giornata, quello che attendevo maggiormente. Fin dai tempi più antichi il Tor era un luogo sacro, si diceva fosse la dimora di Gwin Ap Nudd, il Re delle Fate e del Mondo Sotterraneo. Poi divenne luogo di culto dei Celti, e dei Druidi, che vi eressero una torre sulla cima. La collina si erge solitaria in una zona per lo più pianeggiante, e già questa è un’anomalia. Si trova nel punto d’incrocio di due principali ley lines, una maschile, detta di "San Michele", ed una femminile, detta di "Santa Maria". Questi nomi derivano dall’osservazione che fin dal medioevo, la maggior parte delle chiese ed edifici religiosi che sorgono su queste linee erano intitolate alle figure menzionate; quella di S. Michele, in particolare, finiva al mare nella penisola di Cornovaglia, raggiungendo St. Michael’s Mount, isolotto accessibile solo durante la bassa marea attraverso una stretta lingua di sabbia, che fa coppia con quello analogo che si trova in Francia, Mount St. Michel. Un antico sentiero avvolge il Tor che così appare come terrazzato. Visto dall’alto, la forma del sentiero ricorda quella del famoso labirinto che è stato ritrovato in tutto il mondo legato a culture ed epoche differenti. Percorrerlo tutto richiede circa 4 ore, ma oggi non è neanche consigliato, anche perché i processi di erosione lo stanno pian piano livellando. È stato invece realizzato un passaggio in cemento che, piano piano, permette di arrivare alla cima. I primi Cristiani che arrivarono sul Tor distrussero l’antica torre simbolo di credenze pagane, sostituendola con una chiesa. Ben presto questa crollò, e nel XIII sec. ne eressero una più grande, un’abbazia dedicata a S. Michele Arcangelo. Anche questa, però, ben presto inspiegabilmente crollò, e ne rimase solo il campanile, oggi torre solitaria, che svetta sulla cima. Si dice che il Tor stesso abbia fatto di tutto per mantenere il suo stato originale, cioè un colle con una torre sopra. Una volta giunti sulla cima, si assapora tutta l'energia che il luogo sa sprigionare: per niente stanco nonostante la faticosa arrampicata, senza più fame, né sete, spariti anche i fastidi allo stomaco che avevo prima di salire. Alcune persone vestite in modo eccentrico danzavano nel vento con le cuffiette nelle orecchie facendo roteare strani aquiloni o girandole. Era il loro modo di comunicare con la Natura. Il mio è stato sedermi sul prato, a contatto con la Terra, immerso nel venticello armonioso che mi accarezzava il viso e suggeriva una pace irreale, con la mente libera ed il pensiero rivolto solo al Tor ed alla sua magia. Si dice che alcune persone abbiano incontrato le fate, lassù, o fantasmi dal passato. Si narra di persone che sono tornate da visite solitarie al Tor in stato confusionale, oppure sono state viste tornare dopo decine di anni, quando per loro erano passati appena dieci minuti. Per non parlare, poi, delle leggende attorno alle apparizioni di UFO ed ai rapimenti alieni su quel colle: la Rete è piena di letteratura sui misteri del Tor. Io non ho visto niente di tutto ciò, ma sono stato benissimo.
Foto 6 - Il Chalice Well
Trascorso lassù un tempo adeguato, sono tornato giù per la parte opposta, raggiungendo in breve l’ultima tappa del mio itinerario, il "Chalice Garden", dove si trova il famoso "Chalice Well", il pozzo in cui, si dice sgorga la sorgente nata dopo che Giuseppe d’Arimatea vi aveva nascosto il Graal. L’acqua sorgiva ha un colore rossastro (associato al sangue di Cristo) per l’alto contenuto di minerali ferrosi, ed in certi periodi dell’anno il rumore del fiotto che sgorga ricorda quello di un cuore che batte. Ne ho bevuta, come tutti, e tra qualche secolo vi saprò dire se essa dona davvero l’eterna giovinezza come narrano le leggende! I Giardini sono un posto di assoluta meditazione. Ai visitatori è richiesto di mantenere il più stretto silenzio, ed anche questo è stato meraviglioso. Quante volte avevo visto il pozzo, ed il suo coperchio di quercia su cui spicca vistosa la "vesica piscis", in televisione? Ma dal vivo, a pochi centimetri di distanza, è davvero emozionante…
Foto 7 - La Cattedrale di Wells
C’era un’altra chiesa interessante da visitare a Glastonbury, quella di San Benedetto, ma essendo ancora relativamente presto, ho deciso di riprendere subito l’autobus del ritorno e di fermarmi a metà strada a Wells, per visitarne la famosa Cattedrale. Le cattedrali medievali inglesi hanno tutte più o meno lo stesso stile, romanico-gotico, con ampie vetrate colorate, e ricche decorazioni all’interno, con il coro ligneo al centro della navata principale. Sono belle, ma se le fanno pagare bene (dalle 5 alle 10 sterline, ovvero 8-15 euro) e raramente si ha il permesso di fotografare. Qui, a Wells, il permesso era concesso a patto di acquistare i diritti fotografici (3 £). L’ho fatto, ed ho foto molto belle, ma non ho trovato nessun simbolismo di spicco, se non una scacchiera sui sedili in pietra della sala capitolare ed una serie di Sigilli di Salomone graffiti lungo tutto un lato del muretto del chiostro (autentici???).
Ero solo al primo giorno di visite, e già mi ritenevo soddisfatto...
Foto 8 - La Cattedrale di Gloucester
Il giorno dopo, secondo la scaletta, mi dovevo trovare a Gloucester (che in inglese si pronuncia solamente "Gloster"), per una visita alla sua Cattedrale, dove sapevo si doveva trovare, da qualche parte, una Triplice Cinta. Ho trovato molto più di quanto sperassi. Il chiostro di Gloucester è uno dei più belli d’Inghilterra, tutto invetriato. I pochi altri turisti del giorno mi avranno preso per pazzo: appena messo piede nel chiostro, infatti, non mi sono messo subito ad ammirare le vetrate come tutti, ma mi hanno visto a testa bassa scrutare i sedili che corrono tutto attorno. Ero un po’ avvilito, però, perché di Cinte non ne avevo avvistate. Eppure nei miei appunti ce l’avevo! Mi sono seduto, ho controllato il fascicolo che avevo stampato. Sì, non c’erano dubbi, doveva trovarsi lì. Mi sono alzato, mi sono girato per riprendere lo zaino... e la Triplice Cinta era lì! Mi ci ero seduto sopra!!!! Insieme a tanti altri schemi di gioco (simboli del Centro Sacro ed altri derivati). Sì, qui sembravano proprio messi lì per giocare, ma se avessero avuto anche una duplice valenza?
Foto 9 - Una delle Triplici Cinte nel chiostro |
Foto 10 - Nodo di Salomone tra le vetrate |
Finalmente anch’io, al terzo o quarto giro del chiostro, mi sono messo a scrutare le vetrate. Molto interessanti, con soggetti simbolici e simboli stessi, come due splendidi Nodi di Salomone finemente istoriati in vetro colorato. Ne ho fotografati molti. Nell’ultimo giro, guardando le pareti, mi salta all’occhio una lapide che mai avrei immaginato di trovare là. Una commemorazione ai caduti della Prima Guerra Mondiale, ma tutti esponenti della Massoneria. Con tanto di squadra, compasso ed altri simboli correlati. Ah, però! Caso strano, a breve distanza dalla Triplice Cinta! Mi giro, e vado a vedere le vetrate che si trovavano proprio di fronte a quella lapide (tra l’altro curiosamente le vetrate istoriate, così come le Cinte e gli altri schemi di gioco, si trovano solo in quel lato del chiostro). Che cosa si trova? Vetrate simboliche con tanto di simboli massonici alla base, messe come firme!
Foto 11 - Lapide massonica nel chiostro |
Foto 12 - Firme massoniche sulle vetrate |
Molte maestranze massoniche, ho scoperto poi, hanno lavorato alla cattedrale, specialmente negli ultimi tempi. Un recente lavoro di copertura di un angolo esterno del chiostro, con archetti e pinnacoli, è stato affidato a maestri massoni, con libertà di scelta dei temi. Ed ecco perché quei pinnacoli mi erano sembrati tanto strani, e già prima di sapere che erano simboli massonici, li avevo fotografati uno ad uno tanto erano strani. C’era ancora una cosa da vedere nella Cattedrale di Gloucester, e che ancora non avevo trovato. Una pletora di Green Men nascosti nei punti più strani, e piccole firme segrete in forma di figure strane nascoste tra le decorazioni. Ma dove si trovavano? Impossibile vederle, secondo me, senza una guida adeguata. Per questo, recatomi nel negozio interno della cattedrale ho comprato prima un volumetto sul Green Man come simbolo, molto interessante. Poi una mappa delle stranezze della cattedrale, con la quale ho ripercorso daccapo tutto il tragitto fatto nella mattinata, e non solo il chiostro. Ne ho trovati e fotografati tutti quelli che potevo (nel frattempo era cominciata la messa ed alcune aree erano state chiuse alle visite). Prima di andare via, definitivamente, dal chiostro, sono andato al confine della zona chiusa (un lato del chiostro era interdetto ai visitatori perché riservato agli artisti del “Three Choirs Festival”, che quest’anno era ospitato a Gloucester) per vedere se avvistavo qualcosa dalla ringhiera. E proprio là, sulla divisione, ho scoperto un’altra Triplice Cinta! Tante altre cose ho visto nella cattedrale, ma non è il caso di dilungarsi oltre...
Foto 13 - Sepolcro in St. Mary Redcliffe
Era ancora presto, così tornato a Bristol, sono andato a visitare una delle due più importanti chiese medievali, St. Mary Redcliffe, la più vicina alla stazione. Tanti simboli anche qui, da altri Geen Man fino allo strano sepolcro di un abate sul cui fianco apparivano dei singolari “quatre-de-chiffre” che poco avevano di religioso...
Foto 14 - St. Mary’s Church in Templecombe |
Foto 15 - Il dipinto templare |
Templecombe è una di quelle mete che un normale turista, specie al suo primo viaggio in Inghilterra, non si sognerebbe nemmeno di andare a vedere. È invece un posto molto interessante per chi è appassionato di misteri templari. Templecombe è un paese piccolino, di quelli di provincia, con quattro case, una chiesa ed è già tanto che disponesse di una fermata della ferrovia. La piccola Chiesa di S. Maria (St. Mary’s Church) fu costruita dai Cavalieri Templari, ed oggi è ancora chiesa parrocchiale del paese. Quando sono arrivato io, di mattina presto, la chiesa era ancora deserta. Non sembrava vero: avevo una chiesa templare da esplorare tutta per me!
Alla fine del secolo scorso in una delle case circostanti, precedentemente proprietà dell’abate del Tempio, una serva scoprì dietro un pannello segreto sotto la tettoia, un dipinto su legno raffigurante un volto di Gesù molto rassomigliante alla Sindone. La datazione al radiocarbonio non ha dato dubbi: XIII sec., quindi Templare. I Templari hanno posseduto la Sindone? Questo già si sapeva, ma questo ritrovamento lo conferma. Era questa la famosa “testa” che essi professarono di adorare, il Baphomet? E, soprattutto, perché tenerla nascosta? Perché il Volto raffigurato nel dipinto non ha l’aureola, come doveva essere nei canoni rappresentativi dell’epoca? Negazione della Divinità di Cristo? Certo un buon motivo per nasconderla sotto le assi del tetto, invece che esporla tranquillamente. Il dipinto oggi è esposto nella chiesa, e l’ho studiato e fotografato per bene. Ci sono una serie di articoli disponibili pagando una piccola offerta, che spiegano a fondo la vicenda del dipinto e la storia della chiesa. La storia approfondita sarà pubblicata su questo sito a tempo debito. Prima di andare via, ho sollevato un tappeto per caso scoprendo l’ingresso di una cripta sotterranea chiusa da una grata. La grata era bloccata, ma chissà che cosa vi si celava al di sotto...
Foto 16 - La Cattedrale di Salisbury |
Foto 17 - La Triplice Cinta nel chiostro |
Nel pomeriggio, invece, sono stato a Salisbury, per visitare la Cattedrale, la più grande d’Inghilterra, che vanta numerosi altri primati. Molto bella, ma a me ha interessato soprattutto per il chiostro, dove sapevo esserci altre Triplici Cinte. Un’attenta ricerca, e ne ho trovate ben tre, con altri schemi di gioco tra cui uno inedito di forma rombica. Scrutando tra le lapidi alle pareti, ecco anche qui spuntarne una molto strana con dei simboli più esoterici che religiosi. Era dedicata ad un maestro definito “mason of the cathedral”. “Mason”, in inglese, significa muratore, ma anche massone. Massoneria anche qui? Non c’erano altri segni, squadre, compassi come a Gloucester. Ma ho notato una curiosa anomalia. Tutti gli archetti del chiostro culminavano in un piccolo rosone la cui forma centrale era un esagono, tranne uno, quello sopra la suddetta lapide, che era pentagonale. Un caso?
Prima di andare via sono andato ad interpellare una delle guide per chiederle dove potessi trovare dei Green Men, e me ne ha indicato qualcuno, insieme ad altre strane faccine nascoste alla base di un gruppo di colonne, e solo quelle, delle centinaia presenti nella chiesa.
Foto 18 - Il circolo di pietre di Stonehenge
L’ultimo giorno nel sud l’ho dedicato ad una meta classica ma non meno importante: Stonehenge. Un'ardua impresa raggiungerla, perché la domenica viaggiare sui mezzi pubblici in Inghilterra, soprattutto sui treni, è un’odissea. Ma alla fine, c’ero. Bellissimo, credo che non ci sia neanche bisogno di descriverlo. Però c’era tanta gente, ed il posto è molto turistico. Niente a che vedere con la magia di Glastonbury. Audioguide, le foto classiche, impossibilità di raggiungere l’interno delle pietre (anche giusto, visto i precedenti atti di vandalismo). E negozietti con magliette, tazze, portapenne e quant’altro. La Magia, in questo caso, viene offuscata dalla folla vociante e chiassosa, dai trilli dei cellulari e dagli immancabili turisti che si mettono in posa facendo finta di spingere gli enormi massi in un gioco di prospettive... Il pensiero, però, corre immancabilmente al principale mistero di questo luogo: come hanno fatto le enormi pietre monolitiche a giungere fin qui, dato che la loro provenienza è sicuramente più lontana? Molte leggende diverse, che vi sia implicato il Mago Merlino o meno, alludono all'arrivo in volo: un particolare, questo, che farebbe pensare allo sfruttamento delle potenti energie telluriche che da sempre pervadono questi luoghi. Il circolo di Stonehenge, al pari dei non troppo lontani siti di Avebury e Silbury Hill giacciono in alcuni dei più potenti punti d'incrocio delle ley lines d'Europa.