Già tra le pagine del "Santo Graal" gli autori lasciavano trasparire che il moderno Priorato di Sion ruotava attorno alla figura carismatica di Pierre Plantard, che per l'occasione aveva attaccato al suo cognome l'ulteriore appendice "de Saint-Clair", vantando così una discendenza dal clan dei Sinclair (contrazione moderna dell'antico 'Saint-Clair').
Pierre Plantard (1920-2000) era una personalità eclettica ben nota alle autorità francesi. Iniziò giovanissimo la sua esperienza politica, militando in alcune fazioni di estrema destra. Nel 1937, a soli 17 anni, fondò un movimento d'estrema destra schierato con il regime collaborazionista di Vichy, chiamato "Alpha Galates". In questa veste egli pubblicava un bollettino con cadenza mensile, di quattro pagine, chiamato "Vincere – Per una nuova cavalleria". L'opuscolo uscì in sei edizioni dal settembre del 1942 al febbraio del 1943, e nelle sue pagine Plantard firmava i suoi articoli con gli pseudonimi "Pierre de France" oppure "Pierre de France-Plantard".
Durante quegli anni, Plantard cominciò ad avere contatti con l'ambiente esoterico dell'epoca, in particolare con la Sinarchia di Saint-Yves d'Alveidre, nella persona di Georges Monti, alias "Conte Israele" Monti. Grazie a questi interessi, nel 1947 egli avviò la costituzione di un'organizzazione chiamata "Accademia latina", ufficialmente mirata alla ricerca storica, ma in realtà propensa a continuare le attività di propaganda politica già delineata nel gruppo degli "Alfa Galati". Durante questi anni, cominciò a diffondere la storia della sua presunta discendenza dalla stirpe dei Merovingi, tramite Dagoberto II, erede delegittimato al trono di Francia. Nel 1951 Plantard entrò nella Massoneria, militando nella loggia "L'avvenire di Chablais" affiliata al Grande Oriente di Francia.
Nel dicembre del 1953 Plantard iniziò a dichiararsi a capo di un'organizzazione segreta chiamata "Priorato di Sion". Tre anni più tardi, il 7 Maggio del 1956, Plantard registrò legalmente un'organizzazione con questo nome presso la sotto-prefettura di Saint-Julien-en-Genevois. L'associazione aveva come sottotitolo la dicitura "Cavalleria di Istituzione e Regola Cattolica e di Unione Indipendente Tradizionalista" (C.I.R.C.U.I.T.), ed aveva come scopo dichiarato quello di opporsi alla borghesizzazione della regione e pretendeva da statuto di derivare il suo nome da quello di una montagna chiamata Sion presente nel territorio della città francese di Annemasse, residenza di Plantard e sede legale dell'associazione. "Circuit" era anche il titolo del giornale con il quale l'associazione proclamava i suoi scopi. A quest'epoca risale la creazione del simbolo con il quale il Priorato di Sion rimase noto, un simbolo che è stato parzialmente derivato dal Fleur-de-lys, l'emblema nazionale della Francia, che come abbiamo visto in altra sede ha agganci occulti con la teorie eretica della discendenza di Gesù. Il Priorato venne sciolto in un periodo successivo all'ottobre 1956, ma venne rivitalizzato a più riprese da Plantard tra il 1962 ed il 1993, questa volta come loggia iniziatica, mirante alla restaurazione della cavalleria e della monarchia in Francia, possibilmente con lui come legittimo candidato alla corona.
L'emblema del Priorato nella sua prima apparizione
(atto di registrazione dell'Ordine, Annemasse, 7 Maggio 1956)
Intorno a quegli anni, nel frattempo, stava affiorando in Francia l'incredibile storia di Rennes-le-Château. L'affascinante ipotesi che un grande e favoloso segreto sarebbe stato nascosto nella piccola cittadina aveva colpito l'immaginazione, grazie alle rivelazioni fatte da Noël Corbu. Corbu fu colui che affittò, a partire dal 1946, la proprietà di Villa Betania, a Rennes, da Marie Denarnaud, l'ex governante di Sauniére, che ne era diventata unica erede. Dopo la morte di Sauniére, infatti, Marie aveva continuato a vivere all'interno della villa in una discreta agiatezza. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, quando il governo francese istituì la nuova moneta nazionale, tutti coloro che intendessero convertire i vecchi risparmi nei nuovi franchi avrebbero dovuto denunciare e dimostrare la provenienza legale del proprio denaro. La mossa fu ideata sia nell'ordine di contrastare l'evasione fiscale, sia con lo scopo di tagliare fuori i proventi illeciti dei collaborazionisti dei tempi della guerra. Marie aveva ereditato un discreto patrimonio da Sauniére, ma evidentemente non poté dimostrarne la provenienza. Fu così che alcuni concittadini la videro un giorno bruciare nel giardino di Villa Betania un grosso quantitativo di vecchi franchi. Trovatasi dunque in ristrettezze economiche, Marie fu costretta ad affittare la villa, e i coniugi Corbu approfittarono dell'affare per trasformarla in ristorante. Alla morte di Denarnaud, nel 1953, Noël Corbu ereditò da lei la proprietà della villa. Si dice che Marie avrebbe promesso a Noël di rivelargli un segreto che l'avrebbe reso ricco e famoso, prima di morire. Non si sa se ciò avvenne davvero oppure no, ma in ogni caso, diversi anni dopo, nel 1965, Corbu pubblicò un manoscritto nel quale rivelava tutti i dettagli della storia del parroco Sauniére ed affermava l'esistenza di un favoloso tesoro.
La rinomanza che la storia stava suscitando suggerì a Plantard l'idea di farne uno strumento di propaganda per i propri scopi, e per far questo ingaggiò lo scrittore francese Gerard De Séde. De Sède si era già fatto notare alcuni anni prima per la pubblicazione di un saggio sulla storia della città di Gisors, "Les Templiers sont parmi nous" ("I Templari sono fra noi", 1962), nel quale si affermava l'esistenza di una cappella segreta sotterranea sotto il castello di Gisors, nella quale si trovavano 19 sarcofagi di pietra, 30 cofani di metallo e le statue di Gesù e dei Dodici Apostoli, il presunto tesoro dei Cavalieri Templari. La cripta sarebbe stata scoperta da Roger Lhomoy, appassionato cercatore di tesori ed impiegato come giardiniere del castello di Gisors dal 1929. Lhomoy avrebbe tentato a più riprese di convincere le autorità municipali ad interessarsi della sua scoperta e ad ottenere i permessi per lo scavo, ma non ebbe mai successo e fu tacciato di mitomania senza essere creduto. De Séde aveva già intervistato Plantard a proposito della vicenda, nel 1960, per cui essi si conoscevano già. Qualcuno dirà in seguito che Plantard e De Séde erano da sempre stati in combutta per tessere la stessa trama. Fatto sta, comunque, che nel 1967 De Séde, sotto la direzione di Pierre Plantard, pubblicò un nuovo saggio intitolato "L'or de Rennes, ou La vie insolite de Bérenger Saunière, curé de Rennes-le-Château" ("L'oro di Rennes, ovvero la vita insolita di Bérenger Saunière, curato di Rennes-le-Château"). Una successiva riedizione della stessa opera apparve l'anno successivo con un diverso titolo: "Le Trésor Maudit de Rennes-le-Château" ("Il tesoro maledetto di Rennes-le-Château"). Il testo riprendeva ed ampliava quanto già detto da Corbu, ma qui apparvero per la prima volta le riproduzioni delle famose due pergamene.
Nel 1973 De Sède pubblicò un terzo libro, "La race fabuleuse", nel quale arricchisce la già fantasiosa mitologia del Priorato con un elemento ai limiti del fantascientifico. In questo saggio, infatti, egli suggeriva attraverso indizi ed allusioni la discendenza dei re Merovingi nientemeno che da una razza extraterrestre! Lasciando questi voli fantasiosi, il saggio presenta dei temi interessanti quando descrive i miti e i segreti di un'altra città francese cara al mito plantardiano, Stenay, che costituisce il terzo vertice del cosiddetto "triangolo d'oro" con le località protagoniste dei primi due libri, Gisors e Rennes-le-Château.
"Les Templiers sont parmi nous" |
"Le trésor maudit de Rennes-le-Château" |
"La race fabuleuse" |
Solamente molti anni più tardi si seppe la verità. Philippe De Cherisey (1925-1985) era un autore di sceneggiati televisivi e un appassionato di enigmistica. Amico di Pierre Plantard, lo aiutò in molte delle attività di propaganda legate alla promozione del Priorato di Sion. De Cherisey aveva scritto, nel 1968, un romanzo allegorico intitolato "Circuit", proprio come la Cavalleria istituzionalizzata da Plantard. Il romanzo non fu mai pubblicato ufficialmente, ma solo depositato, tre anni più tardi, presso la Bibliothèque Nationale. La storia narrava le avventure di una coppia, Madeleine e Charlot, che si mettono alla ricerca del tesoro di Rennes-le-Château. Tra le sue pagine, l'autore spiegava per filo e per segno, per la prima volta, il metodo di decrittazione della seconda pergamena. Un indizio che avrebbe già dovuto mettere sul "chi va là". Tuttavia fu solo nel 2006 che venne finalmente a galla la verità: il giornalista ed esoterista francese Jean-Luc Chaumeil pubblicò la confessione di De Cherisey, contenuta in un manoscritto intitolato "Pierre et papier" ("Pietra e carta"). Essa vene resa pubblica, in accordo alle volontà testamentarie dell'autore, solo dopo vent'anni dalla sua morte, e nelle sue pagine De Cherisey spiegava nel dettaglio come i falsi erano stati concepiti e realizzati.
La copertina del romanzo "Circuit"
Per sostenere il mito che andavano creando, Plantard e De Cherisey avevano creato e disseminato, depositandoli presso biblioteche prestigiose come quella Nazionale o quella dell'Arsenale, una gran quantità di testi spuri, che sostenevano in un modo o nell'altro l'esistenza di un segreto legato al Priorato di Sion ed all'antica dinastia dei Merovingi. Il primo ad apparire, nel 28 Agosto del 1965, fu il saggio "Les descendants mérovingiens ou l'énigme du Razès Wisigoth" ("I discendenti merovingi ovvero l'enigma del Rhazes visigoto"), a firma di Madeleine Blancasall (uno pseudonimo, come tutti gli altri, che richiamava la Maddalena e i due fiumi della Linguadoca Blanque e Sals). Il 13 Maggio 1966 venne depositato un altro testo apocrifo, "Un trésor mérovingien à Rennes-le-Château" ("Un tesoro merovingio a Rennes-le-Château"), di Antoine l'Hermite (Antonio l'Eremita, altro pseudonimo legato al soggetto di un celebre quadro di Teniers). Un altro falso apparve nel giugno dello stesso anno, "Pierres gravées du Languedoc" ("Pietre incise della Linguadoca") di Eugene Stublein, che conteneva, tra l'altro, la famosa riproduzione del menhir di Cap De L'Homme, il busto di Dagoberto II con l'enigmatico quadrato del SATOR. Quello di Eugene Stublein, tra l'altro, non era uno pseudonimo, essendo egli un rinomato e rispettato astronomo e meteorologo; tuttavia, in nessun documento che lo riguardi è mai citato uno studio sulle pietre incise; l'attribuzione è senz'altro apocrifa.
Le Serpent Rouge (frontespizio) |
Dossiers Secrets (frontespizio) |
Il 15 Febbraio del 1967 apparve quello che forse è il secondo tra i più famosi documenti legati al mistero di Rennes ed al Priorato di Sion, "Le Serpent Rouge", ovvero "Il Serpente Rosso". Si trattava di un poema in tredici strofe, ciascuna dedicata ad un segno dello Zodiaco (i dodici convenzionali più un tredicesimo segno speciale chiamato "Ofiuco", o "Serpentario"). Il testo, correttamente interpretato, era zeppo di riferimenti in codice a Rennes-le-Château ed ai paesi limitrofi, ad una geometria sacra tracciabile sulla mappa della Francia, e rintracciabile nel quadro di Poussin, ed infine ai segreti di due chiese parigine, legate al Priorato: la Chiesa di Saint-Sulpice e quella di Saint-Germain-des-Prés. I tre presunti autori dello scritto, Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker, furono tutti trovati morti suicidi, sebbene in circostanze misteriose, qualche tempo dopo la deposizione dello scritto presso la Biblioteca. In realtà, anche qui l'inganno si scoprirà solo molto tempo dopo: il manoscritto era stato retrodatato e i tre nomi erano stati scelti a caso tra gli articoli della cronaca locale di quei giorni. Un falso, dopotutto, ben architettato.
Il 27 Aprile comparvero i "Dossiers Secrets de Henri Lobineau" ("Gli archivi segreti di Henry Lobineau"), una miscela eclettica di documenti che comprendeva alcune genealogie, ritagli di giornale, carte geografiche ed una lista di Gran Maestri del Priorato. I vari documenti risultano raccolti e compilati da un certo "Philippe Toscan du Plantier", uno dei tanti pseudonimi che ricordava tanto il nome di De Cherisey, quanto il cognome di Plantard.
Il 30 Ottobre venne depositato presso la Biblioteca Nazionale un manoscritto intitolato "Au pays de la Reine Blanche" ("Nel paese della Regina Bianca"), firmata con lo pseudonimo Nicolas Beaucean (nom de plume ispirato al celebre vessillo dei Cavalieri Templari, il Beauceant. Circa un mese dopo, apparve un altro testo, intitolato "Trésor au pays de la reine Blanche" ("Tesoro nel paese della Regina Bianca"), firmato da Anne Léa Hisler, di fatto la compagna di Plantard, redatto con la stessa macchina da scrivere del precedente.
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