Nel nord dell'Inghilterra, immerso in uno splendido angolo verde della contea del Lancashire, si trova il piccolo paese di Rivington, posto a circa metà strada tra Bolton e Chorley. In questo luogo, che conta meno di 200 abitanti, imboccata la stretta strada di Horrobin Lane e superato il suggestivo ponte a schiena d'asino dal quale si gode una bellissima vista sul fiume Ribble, che lo attraversa, troviamo una piccola chiesa parrocchiale, felicemente immersa nella rada vegetazione boschiva caratteristica della zona. È una chiesa particolare, che non ha dedicazione: anche se nel corso degli anni è stata denominata chiesa di San Lorenzo, di San Giorgio, della Santissima Trinità o di Santa Caterina, non è realmente dedicata a nessuno di questi Santi ma per tutti, anche a livello ufficiale, è, semplicemente, "Rivington Church", la chiesa di Rivington.
Una veduta laterale della chiesa
Anche se l'edificio attuale data al XVI sec., le sue origini sono molto più antiche: il primo riferimento ad un edificio religioso cristiano in questa zona lo troviamo, infatti, in un atto datato 1280, nel quale si menzionano in questa zona tre acri di "terreno ecclesiastico". La chiesa attuale, invece, venne costruita su concessione diretta della regina Elisabetta I, che acconsentì in questo modo alle richieste di James Pilkington, primo vescovo di Durham, il quale essendo nativo di questo paese volle fortemente una chiesa in questo luogo. Doveva proprio tenerci molto se, nell'ottobre del 1541, in occasione della consacrazione, chiamò a celebrare il rito il dottor Bird, vescovo di Chester. Ma cos'ha di tanto particolare questa anonima chiesetta?
Il giardino che la circonda è costellato di lastre tombali, come tante altre tipiche chiese inglesi. Alcune di esse sono molto antiche, e ricordano un po' le atmosfere tipiche dei romanzi gotici: la lapide più vecchia risale al 1616. Tuttavia, non tutte le pietre che spuntano dal terreno sono tombali: in un angolo, infatti, ne troviamo un gruppo molto particolare, coperte di bassorilievi insoliti e, come vedremo, molto interessanti.
Il gruppo di pietre al completo
Stando alla scarsa documentazione che abbiamo trovato in proposito, le pietre sono state tutte trovate nei dintorni, e sembrerebbero essere di origine medievale. Una, in particolare, sembrerebbe provenire da una cappella medievale che si trovava ad Anderton, un paese non molto distante da Rivington, in cui è attestata la presenza di una cappella almeno dal 1370. Questa pietra è chiamata anche "Anderton Stone". Nella foto qui sopra, che mostra una visione integrale del gruppo di pietre oggetto di questo articolo (che tuttavia non sono le sole, perché nelle vicinanze ve ne sono delle altre, fittamente ricoperte di simboli, che qui non abbiamo esaminato) è la pietra che abbiamo contrassegnato con il numero tre.
La pietra n° 1
La pietra contrassegnata con il numero uno è, tra tutte, quella più "enigmatica". È un blocco di forma pressappoco parallelepipeda, che presenta un solo lato scolpito a bassorilievo del quale sfugge il senso. Si notano delle lettere, tra cui un'inconfondibile "A", una serie di tre anelli affiancati ed altre figure non meglio identificate, tutte inscritte in una grande losanga. Attorno, però, compaiono ancora altri segni: vediamo una specie di "P" rovesciata e quella che riteniamo essere una croce.
Dettaglio dei simboli sulla pietra n° 1
Un paio di fori quadrati fanno pensare che la pietra potesse essere inserita in una struttura più complessa, e comunque essendo gli altri lati grossolanamente tagliati, il lato con le figure doveva necessariamente essere incastonato in una struttura che lasciava intravvedere soltanto quella faccia.
La pietra n° 2
Il blocco numero due è già molto più interessante. Si compone, in realtà, di due pietre sovrapposte, e presenta due lati scolpiti, il che fa pensare ad una posizione angolare. Il blocco superiore è purtroppo mutilo. Vediamo comunque un cavaliere in sella al suo destriero (non si riesce ad intravvederne il volto) che calpesta un poveraccio sdraiato al di sotto. Tra le zampe del cavallo sembrano esservi dei covoni. Alla base abbiamo anche alcune iscrizioni, che sembrerebbero una data: "1410". Sul lato corto di questa pietra troviamo un altro simbolo, forse un elemento araldico, che raffigura dieci sfere arrangiate in forma triangolare, la famosa Tetractys piramidale dei Pitagorici. Sopra di esso troviamo un terrificante animale mitologico, che ha il corpo di leone, il petto ricoperto di scaglie ed una testa tonda da cui sembrano uscire dei tentacoli, o dei serpenti: probabilmente si tratta di una Chimera.
Dettagli dei rilievi sul blocco superiore della pietra n° 2 |
Dettagli dei rilievi sul blocco inferiore della pietra n° 2 |
Sul blocco inferiore, sul lato lungo, troviamo una figura in ginocchio che sembra supplicare un religioso, forse un vescovo, riconoscibile dal lungo bastone sulla sommità del quale è posta una croce. La figura religiosa è rappresentata nell'atto di benedire il penitente. Alla sinistra dei due personaggi, spicca un vistoso esemplare di Triskelion. Questo simbolo di tradizione molto antica riproduce tre gambe umane (il nome deriva dal greco e significa, appunto, "tre gambe") unite per la coscia, in una configurazione triangolare simmetrica. La versione qui raffigurata è quella dell'Isola di Man, con tre speroni a forma di stella su ciascun tallone. Al complesso e spesso oscuro simbolismo legato alla figura del Triskelion, o Triscele, dedicheremo più avanti una pagina apposita nella sezione del "Simbolismo". Sul lato corto l'elemento fondamentale è una Ruota Solare a sei raggi: si notano bene la corona esterna e le lingue di fuoco che serpenteggiano tutto intorno alla circonferenza.
La pietra n° 3 (Anderton Stone)
Arriviamo finalmente alla pietra numero tre, quella che viene comunemente chiamata la "Anderton Stone". È un blocco parallelepipedo, fortunatamente completo, e scolpito con continuità sui due lati: le figure che lo ricoprono, cioè, avvolgono con continuità le due facce angolari di questo blocco. La figura preminente è quella di un cavaliere, che è posta sullo spigolo e occupa entrambi i lati della roccia. Indossa un'ampia tunica e il volto è ricoperto da un elmo tipico dei cavalieri medievali. Ai suoi piedi è accovacciato un leone, o un cane, dal volto quasi umano. La mano destra regge una specie di rotolo, o cartiglio, mentre la sinistra tiene un "globo crucifero", cioè un orbe diviso un quattro settori da una croce, sormontato da un'altra grossa croce. La cosa più interessante è che questa figura sembra avere delle ali, che si spiegano ai due lati di essa.
Il Quadrato Magico del SATOR
A sinistra della figura troviamo il famoso quadrato magico palindromo del SATOR, nella classica forma medievale (che comincia per "SATOR", appunto, e non per "ROTAS" come nelle forme più arcaiche, di origine romana: vedi, ad esempio, il Sator di Manchester). Questo esemplare ha una caratteristica peculiare: le "T" ai quattro lati della croce presentano un trattino orizzontale in più, più corto, sotto quello principale. Oggi si fa quasi fatica a distinguere il quadrato, ricoperto com'è di muschi e di licheni. In questa foto d'epoca [1], in bianco e nero, vediamo Jack Rawlinson (noto storico e docente della Chorley Historical and Archaeological Society) che marca con un gessetto le parole del quadrato e alcuni simboli sottostanti, che riproducono dei ceppi da prigioniero, e che sono gli elementi araldici principali dello stemma di famiglia degli Anderton, forse i titolari o i committenti dell'antica cappella posta nel paese che porta il loro nome dal quale sembra provenire questo blocco scolpito. La foto è notevole perché mostra la pietra nella sua interezza, mentre oggi parte della base risulta interrata e pertanto non visibile. La figura in basso, a braccia allargate, rappresenta un uomo crocifisso: sul capo spiccano le lettere "INRI" (oggi appena visibili) ma l'insieme è alquanto anomalo: non si distingue la croce e, soprattutto, non c'è aureola. Tra l'altro, notando la posizione delle braccia, si riscontra che la croce su cui l'uomo è stato posto, sempre che di croce si possa parlare, non ha la classica forma di una "T" ma quella di una "Y" (un modello diffuso, anche se non frequentemente, soprattutto tra il XII e il XIII sec.).
La figura del cavaliere alato sulla Pietra di Anderton |
Alcuni dettagli della pietra n° 3: l'elmo, il globo crucifero, il cane (o il leone) |
Altri dettagli della pietra n° 3: l'uomo crocifisso, la scritta
"INRI" sul capo, |
La strana raffigurazione rimanda ad un altro enigmatico Cristo, sempre in territorio inglese, che si trova a Templecombe, nel Somerset. Anche lì la raffigurazione è chiaramente il volto di Cristo, barbuto e stranamente somigliante all'uomo della Sindone, che tuttavia non reca nimbo sul suo capo. In quel caso, la testa dipinta è stata trovata nascosta, murata sotto il tetto di una mansione di Cavalieri Templari. Poiché molti dei luoghi si dove si trova il Quadrato Magico di chiara origine medievale possono essere associati ai Cavalieri del Tempio, non è escluso che ci sia lo zampino dei Cavalieri anche nel caso della pietra di Anderton.
Dunque, le pietre di Rivington offrono tantissimi spunti di riflessione e sollevano anche molte domande. Chi ha scolpito le enigmatiche figure e di quale edificio, o opera, facevano parte originariamente? Chi è il misterioso cavaliere con le ali che regge il globo crucifero? Perché un vescovo importante scomoda addirittura la regina d'Inghilterra per far costruire una chiesetta in un paesino di campagna, chiesetta che, tra le altre cose, non ha neanche una dedicazione? Chi è stato a far porre le pietre scolpite nel giardino della chiesa?
Una lapide moderna che reca inciso il Quadrato del SATOR |
Sono domande senza risposta, e forse, chissà, qualcuno potrebbe averlo scoperto, in passato, ma ha portato il suo segreto con sé, nella tomba… Uscendo dal giardino, lasciandoci alle spalle la chiese e le sue enigmatiche pietre, notiamo sul retro di una lapide contemporanea il SATOR scritto in lettere dorate. La lapide appartiene ad una bambina di nome Katherine, deceduta nel 1991 alla tenera età di 11 anni. Forse i suoi genitori, affascinati dall'ermetico quadrato, hanno voluto che fosse riprodotto sulla lapide della loro bambina a protezione simbolica della stessa?
[1] Immagine tratta dal sito "Travel photos" di Boyd Harris.
Il Magico Quadrato del SATOR in Ingilterra