Dei tanti piccoli e grandi segreti custoditi nella città di Londra, il caso della London Stone è certamente tra i più bizzarri, curiosi ma anche intriganti, per le sue numerose implicazioni simboliche. Questo semplice masso, custodito all’interno di un alloggiamento provvisto di inferriata e pubblicamente esposto, anche se inosservato dai più, al n. 111 di Cannon Street, nel bel mezzo della City, è inserito nella lista dei monumenti di grado II, vale a dire quei monumenti nazionali di "speciale interesse".
Le sue origini sono millenarie, e secondo la tradizione si potrebbe trattare del più antico
tra i reperti che contraddistinguono la storia dell’Inghilterra. La prima di tante leggende che riguardano la pietra, infatti,
si riferisce alla mitica fondazione del Regno di Britannia da parte di Bruto di Troia.
Secondo il mito, Bruto (morto nel 1103 a.C. ca.) era il nipote di Ascanio (o Julo), il figlio di Enea e di Creusa (che a sua volta
era la figlia di Priamo, re di Troia). Dopo la caduta della città, la stirpe reale dei Dardani si disperse. Mentre Enea,
secondo quanto riportato dal Ciclo Troiano raccolto da Proclo nel II sec., si recò in Italia e
sbarcò sulle coste del Lazio (e suo figlio Julo, nella versione mitizzata da Virgilio nell’Eneide,
diede origine alla gens Julia, da cui discesero tanti imperatori, da Giulio Cesare ad Augusto), Bruto
partì invece alla volta della terra degli Angli, che in seguito si chiamerà Britannia
in suo onore. Giunto sul luogo, invocando l’aiuto della dea Diana, fondò, come cita Nennio nella
sua Historia, la città di Londra, chiamandola Trinovantum (una
contrazione della locuzione Troia Nova, cioè la "Nuova Troia"). La leggenda è
riportata anche da Geoffrey di Monmouth, autore della pseudo-storica Historia Regum
Britanniae del XII sec., il quale afferma che Bruto portò con sé la pietra da Troia, dove era servita da plinto
per il palazzo del Palladio (il tempio dedicato alla dea Pallade Atena, che proteggeva la città di Troia), e la eresse come
altare nel tempio di Diana che aveva fatto costruire, aggiungendo che in seguito tutti i re inglesi avrebbero pronunciato i propri
giuramenti sulla pietra.
Il riferimento a Bruto è, ripetiamo, una delle tante e probabilmente la più importante delle leggende riferite alle origini della London Stone. Torneremo nel seguito dell’articolo ad illustrare gli altri aspetti simbolici e mitologici della pietra, ma prima è opportuno attenersi a cosa sappiamo veramente della pietra e cosa è realmente documentato. John Clark, che è stato esperto curatore del Museo di Londra per quanto riguarda la storia medievale, espone chiaramente queste tematiche in una nota sull’argomento [1].
La London Stone vista da Cannon Street
La Pietra è costituita di roccia calcarea di natura oolitica, dello stesso tipo di quelle portate
a Londra dai Romani per le loro costruzioni e statue, ma anche ed egualmente diffusa nel periodo sassone e medievale. Per quel che
se ne sa ufficialmente, la Pietra ha cambiato posizione diverse volte nel corso della sua storia, ma è sempre rimasta nei
dintorni di dove si trova ora. Un tempo si trovava di fronte ad un imponente edificio romano, probabilmente il Palazzo del Governatore,
che sorgeva più o meno sul sito in cui oggi si trova la stazione ferroviaria di Cannon Street. Una tale posizione suggerisce
che possa essere stata un monumento, o parte di esso, eretto di fronte al palazzo. D’altra parte, la Pietra si trova proprio al
centro del reticolo viario che costituì il primo nucleo di Londra, stabilito dal re Alfredo il Grande nell’886, dopo la
distruzione del primitivo villaggio sassone da parte dei Vichinghi. Questo implica che la pietra possa essere stato un marcatore del
centro della città, una pietra miliare di importanza simbolica per gli antichi Londinesi.
Nel Medioevo, la London Stone è citata come tale in un documento datato tra il 1098 e il 1108, una lista di proprietà
londinesi appartenenti alla Cattedrale di Canterbury,
come riferimento geografico. Sappiamo, dunque, che durante il Medioevo la pietra era allocata di fronte alla Chiesa
di St. Swithun (che fino al 1557 si è chiamata "St. Swithun presso la London Stone"),
nell’angolo meridionale della medievale Candlewick Street (la moderna Cannon Street). È anche
noto che il primo Sindaco di Londra, che fu in carica tra il 1189 e il 1193 circa, era chiamato Henry Fitz-Ailwin
de Londonestone (che significa 'Henry, figlio di Ailwin della London Stone'). Non è ben chiaro se il suo appellativo si
riferisce veramente alla Pietra oppure al fatto che egli si era fatto costruire un’abitazione in pietra in un tempo in cui tutte
le costruzioni erano ancora in legno; è noto, comunque, che la sua casa si trovava presso la Chiesa di St. Swithun e quindi,
ancora una volta, vicina alla locazione della London Stone.
La Pietra si guadagnò una bella fetta di storia nell’estate del 1450, quando John o Jack Cade, leader della ribellione del Kent contro il malgoverno del re Enrico VI, penetrò nella
città e colpendo la Pietra con la sua spada, si proclamò "signore della città". Non risulta da nessun
documento un’azione simile condotta nel passato, e inoltre le varie versioni dell’accaduto, che differiscono lievemente
sulla data dell’avvenimento (2 o 3 Luglio), non danno all’episodio grande importanza. L’unico acconto degno di nota
è, sfortunatamente, un riferimento letterario: William Shakespeare, nella seconda parte
dell’Enrico VI, racconta che Cade sedeva sulla pietra come su di un trono e dalla pietra proclamava
provvedimenti o giudicava le persone. Sebbene si tratti di una finzione, è lecito pensare che comunque Shakespeare, sempre
attento alle tradizioni locali, si fosse riferito ad una consuetudine che era ancora in voga al suo tempo, cioè quella che la
Pietra possa essere servita per suggellare giuramenti ed eventi importanti.
Nel XVI e XVII secolo la London Stone era già diventata un’attrattiva per turisti. Lo storico ed
antiquario John Stow (1525–1605) ne parla nella sua opera Survey Of London (1598), dicendo che la pietra, che si trovava esposta al lato della strada, di fronte alla porta della chiesa di St. Swithun, protetta
da robuste barre di ferro, in modo che se la ruota di qualche veicolo l’avesse accidentalmente urtata, si sarebbe rotta preservando
l’integrità della Pietra.
Durante il Grande Incendio del 1666, la Pietra subì dei
danneggiamenti minimi, mentre il resto degli edifici attorno ad essa, compresa la chiesa, venne irrimediabilmente distrutto. In seguito,
Sir Christopher Wren, incaricato della ricostruzione della City, riedificò la Chiesa di St. Swithun
inglobando nella sua struttura la London Stone, opportunamente incapsulata in una pietra più grande. Nel 1720 venne costruita
attorno alla Pietra una piccola nicchia protettiva provvista di una cupola in pietra. Essa subì poi uno spostamento nel 1742,
essendo divenuta un ostacolo alla circolazione, per essere posizionata, insieme alla sua cupola protettiva, sul lato nord della strada,
di fronte alla porta della nuova chiesa di Wren. Ulteriori spostamenti, per la stessa motivazione, avvennero nel 1798 e nel 1828,
quando la pietra ebbe la sua collocazione definitiva.
Particolare dell'iscrizione sopra l'alloggiamento
La chiesa di Wren venne successivamente distrutta durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ma la porzione di muro in cui la Pietra era stata inserita con la sua nicchia rimase fortunatamente intatta, e la Pietra venne inglobata, sempre ben custodita in una nuova nicchia, nel nuovo edificio che venne costruito sul luogo. Da quasi due secoli, dunque, la Pietra è rimasta laddove la vediamo ancora oggi, mentre tutto al contorno si è evoluto ed è cambiato. Merito di tanta riverenza è anche la fama alla quale la Pietra si è accompagnata nel tempo, cui ha contribuito il fatto che essa abbia scampato a tante vicissitudini.
Elementi decorativi su Cannon Street Curiosamente, a pochi metri di distanza dalla London Stone, lungo Cannon Street, troviamo queste curiose decorazioni architettoniche: la mensola di una finestra sorretta da due pilastrini ternimanti con delle teste di ariete. Sul capo e sotto il collo delle bestie, sono avviluppate delle foglie di vite. Un richiamo simbolico ai culti di Bacco? |
||
Le speculazioni sulla Pietra cominciarono già nel XVI secolo. William
Camden, autorevole antiquario amico del citato John Stow, suggerì l’ipotesi che la pietra possa essere stata un
‘milliarium’, la pietra miliare centrale dalla quale venivano misurate le distanze di tutte le
province britanniche. Sebbene nessuna prova supporti a sufficienza questa ipotesi, l’autorevolezza di Camden fece sì che
l’idea venne accettata da molti dei suoi successori, e nel tempo andò formandosi l’idea che la Pietra avesse
funzionato da ‘omphalos’, ombelico ovvero centro sacro di un luogo.
John Styrpe, nell’edizione aggiornata al 1720 del "Survey Of London"
di John Stow, affermò che la London Stone poteva essere stata un’antica pietra cerimoniale per i Druidi, sulla quale venivano
celebrati sacrifici di sangue. L’ipotesi prese piede e diventò, in seguito, parte importante, sebbene non consistente,
dell’opera visionaria di William Blake.
Verso la fine del XVIII secolo, nuova linfa contribuì alla fama della Pietra, quando alcuni scrittori romantici cominciarono a
suggerire una relazione tra la Pietra e il destino della città di Londra, memori della leggenda di Bruto: così come il
Palladio, dunque, proteggeva la città di Troia, la London Stone poteva proteggere la città di Londra.
Tale credenza divenne ancora più forte quando avvenne la presunta scoperta dell’antico detto
"Finché la Pietra di Bruto sarà al sicuro, la città di Londra
prospererà". Questa frase apparve per la prima volta menzionata sotto forma di stampa in un articolo pubblicato nel
1862 all’interno di un periodico chiamato "Notes And Queries". In tal senso la Pietra ha
assunto la stessa valenza simbolica dei corvi che si trovano all’interno della Torre di Londra:
anche in questo caso, infatti, la tradizione afferma che finché nella torre ci saranno dei corvi, l’Inghilterra e la
sua monarchia prospereranno.
In tempi più recenti due nuove leggende si sono aggiunte alle già numerose circolanti sulla Pietra: la prima è
che essa sarebbe in realtà la roccia dalla quale Re Artù estrasse la spada nella celebre
leggenda ad esso collegata. L’altra, più peculiare, afferma che il celebre Dr. John Dee,
alchimista, mago e astrologo presso la regina Elisabetta, avesse un interesse particolare per la Pietra e che la ritenesse dotata di
poteri magici. La presunta credenza ha fatto da spunto letterario per un romanzo dello scrittore Peter Ackroyd,
"The House Of Doctor Dee" (1993), nel quale il personaggio principale, Matthew Palmer, eredita
una casa nel centro di Londra e scopre che essa è appartenuta a John Dee; cominciando a studiare la vita del celebre alchimista,
Palmer scopre l’esistenza dei resti di una gloriosa Londra antidiluviana che è stata sepolta sotto la città attuale,
e si mette alla sua ricerca.
Combinando tutte queste leggende con il ruolo centrale della Pietra nella storia della città, e con la caratteristica posizione
che non è mai troppo mutata da molti secoli a questa parte, la London Stone ha assunto il ruolo
di Omphalos, di centro sacro, per la città londinese e non è un caso se molti sostengono che alcune delle
più note ley-lines che sono state individuate nella città passano per essa. Gli studiosi
di geomanzia sono convinti che la Pietra sia il punto di equilibrio delle forze geomantiche e telluriche della città, e che il
suo spostamento non farebbe altro che alterare questo equilibrio, influendo negativamente su Londra e sui suoi abitanti. Ad ogni modo,
se consideriamo le tre ley-lines principali di Londra, quelle delineate fin dall'inizio da Alfred Watkins (di cui abbiamo parlato in un
altro articolo), ci accorgiamo che la London Stone è vicina ai principali capisaldi di ciascuna linea, ma non è attraversata da nessuna di esse. La mappa sottostante illustra quanto appena esposto:
Le principali ley-lines di Londra con evidenziata la posizione della London Stone
(© Google Earth, clicca sull'immagine per ingrandire)
Leggenda o verità, oggi comunque nessuno si azzarda a spostare la Pietra. L’edificio che la ingloba è stato più volte sul punto di essere demolito, ma le proteste generali per la sorte della Pietra hanno fatto retrocedere gli investitori dal proposito. Alla data di Marzo 2013, cui risale l’ultimo sopralluogo per la stesura di questo articolo, il locale risulta nuovamente aperto al pubblico, sede di un negozio di articoli di cancelleria, chincaglierie, bibite e snacks, di una nota catena in franchising. L’alloggiamento della Pietra si trova celato dietro le scaffalature e chiedendo gentilmente il negoziante sarà disposto a mostrarlo. Chiusa nel suo gabbiotto protetto da inferriate, e sapientemente illuminata all’interno, la London Stone rimane testimone silenziosa ed immutabile degli avvenimenti della capitale britannica. Per lo stesso meccanismo secondo cui un oggetto comune diventa un “portafortuna”, ossia un talismano, per la persona che lo possiede se essa lo ritiene tale, è lecito supporre che se milioni di persone credono fermamente nella London Stone ed attribuiscono ad essa poteri particolari, allora, per una sorta di "pensiero creativo", ormai essa dovrebbe davvero averli!
[1] La nota, intitolata "London
Stone", è facilmente rintracciabile su Internet, ed è un sunto tratto da due articoli a firma dello stesso
Clark:
John Clark, ‘Jack Cade at London Stone’ in Transactions of London and
Middlesex Archaeological Society n. 58 (2007), pagg. 169-89;
John Clark, ‘London Stone: Stone of Brutus or fetish stone - making the myth’
in Folklore 121:1 (2010), pagg. 38-60