Accingendosi a parlare della 'N' inversa si entra in un territorio minato, irto di trappole logiche, false piste e una pletora di teorie, a volte troppo fantasiose o prive di fondamento, che mettono a dura prova il ricercatore. Una 'N' inversa è, sostanzialmente, una lettera 'N' maiuscola che in un determinato contesto (un dipinto, un'epigrafe, un'iscrizione) appare con la barra di raccordo tracciata in senso contrario a quello cui siamo abituati (e cioè dal basso verso l'alto anziché dall'alto verso il basso).
Bisogna notare, innanzi tutto, che in molti casi questo rovesciamento della 'N' è del tutto normale: per lungo tempo le due grafie rimasero entrambe valide ed accettate, ed inoltre non è infrequente il classico errore dello scrivano o dello scalpellino poco istruito. Quando dunque, e per quale motivo, si può considerare la 'N' inversa una presenza simbolica? La risposta è: in tutti quei casi in cui le precedenti giustificazioni non possano essere adottate, e cioè quando le 'N' dritte e rovesciate compaiono insieme nello stesso contesto (come nel noto caso dei dipinti di Signol, nella chiesa di Saint-Sulpice a Parigi, descritto più avanti), oppure quando l'autore è noto ed è di chiara erudizione per cui si può escludere l'ipotesi dell'errore di ortografia, o anche, infine, quando la sua presenza viene evidenziata o centralizzata in qualche modo (è il caso di numerosi Quadrati Magici del SATOR in terra francese).
Quanto poi al reale significato di questa presenza simbolica, le interpretazioni e le ipotesi si sono moltiplicate. A volte, una spiegazione che appare plausibile quando applicata ad un caso specifico, diventa inaccettabile in un contesto diverso, e perciò decade. Per completezza nel resto dell'articolo si cercherà di analizzare diversi contesti tra i più frequenti, delineando le linee principali di analisi.
Un caso classico e piuttosto frequente è quello in cui la 'N' rovesciata compare in un dipinto che ha per tema la Crocifissione di Gesù, all'interno del "Titulus", ovvero del cartiglio apposto sulla croce con l'iscrizione "INRI", oppure su cartigli affissi a crocifissi veri e propri, sugli altari delle chiese. È difficile stabilire, in questi casi, se il rovesciamento della 'N' è voluto oppure se si tratta semplicemente di un uso della grafia alternativa di questa lettera.
‘INRI' è, come è noto, l'acronimo della frase latina "Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum" (Gesù Nazareno Re dei Giudei), ed è la frase che, secondo quanto attestano i Vangeli canonici, Pilato fece apporre su un cartiglio appeso alla croce che riportava il motivo della condanna a morte. A parte il fatto che i quattro vangeli non concordano sull'esatta frase che venne scritta, la sigla INRI rimase comunque nell'uso iconografico comune perché comoda da rappresentare in dipinto, e divenne una caratteristica iconografica generalmente accettata.
È stato ipotizzato che il rovesciamento della 'N' nel cartiglio stesse ad indicare la negazione della crocifissione, una credenza eretica che si voleva attribuita anche ai Cavalieri Templari, i quali in più occasioni, durante gli interrogatori dell'Inquisizione che si susseguirono dopo la Condanna dell'Ordine, confessarono che tra i loro rituali d'iniziazione ve ne fosse uno, in particolare, che consisteva nello sputare per tre volte sul crocifisso. Al di là della veridicità di tali affermazioni, e del reale senso simbolico di questo gesto, resta il fatto che si tratta di un esempio troppo circoscritto, certamente non applicabile a tutti i casi di crocifissi con 'N' inversa, e per giunta piuttosto raro (è più facile, invece, imbattersi in Crocifissioni 'senza croce', oppure di Gesù rappresentati senza aureola, ma questa, come si dice, è un'altra storia…).
Un'ipotesi abbastanza complicata e fantasiosa che è stata suggerita da uno scrivano catalano di nome Prudenci Reguanti Torres è che il rovesciamento della ‘N' indicasse un rovesciamento occulto del significato di "Nazarenus", cioè originario di Nazareth. Rovesciando, a tal proposito, la parola "Nazareth" si ottiene la frase "Hterazan", cioè HA TE RATZ AN, che in antico ebraico significa, più o meno: "DOVE SI TROVA LA STANZA MISTERIOSA?", e quindi starebbe ad indicare una camera segreta nei pressi del luogo ove l'iscrizione è posta. Un'interpretazione di certo suggestiva, ma senza fondamento.
Più plausibile appare invece l'ipotesi secondo cui, per certe correnti di pensiero, l'interpretazione della parola ebraica tradotta con "Nazarenus" sia in realtà errata, e dovrebbe essere più correttamente letta come "Nazireus". La spiegazione addotta è che al tempo di Gesù non risulta esistere nessun villaggio chiamato Nazareth in Galilea, ma il suo nome è attestato soltanto a partire dal III sec. Così, semplicemente, Gesù non poteva essere nato a Nazareth perché questo villaggio, alla sua epoca, ancora non esisteva. Il Nazireo, invece, era colui che faceva un voto speciale di consacrazione a Dio; per questo voto egli si impegnava per un certo periodo di tempo a non bere bevande alcoliche, a non entrare in contatto con i cadaveri e a non tagliarsi i capelli. Personaggi celebri votati al nazireato furono, secondo la Bibbia, Sansone e Giovanni Battista. Secondo alcune ipotesi, interpretando correttamente alcuni termini presenti nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli, Gesù stesso e i suoi seguaci erano dei nazirei.
Si possono fare alcune osservazioni preliminari sul particolare ruolo della lettera 'N' che essa assume in ambito simbolico. Ad esempio, è semplice verificare che tale lettera, nell'alfabeto latino quanto in quello moderno occupa la posizione centrale. Per questo essa assume importanza anche nel Quadrato Magico del SATOR: trovandosi proprio al centro della frase palindroma, nel quadrato occupa la casella centrale, dando al Quadrato l'ulteriore connotazione di "Simbolo del Centro".
Esiste un linguaggio codificato, noto agli iniziati, che sfrutta assonanze di parole per esprimere concetti nascosti sotto frasi di tutt'altro significato, ed è chiamato "Linguaggio degli Uccelli" (o "Cabala Fonetica", oppure "Gaja Scienza"). Questo linguaggio si è sviluppato negli ambienti esoterici francesi ed è pertanto in questa lingua che deve essere inteso, ma non mancano applicazioni in altri linguaggi, oppure tra un linguaggio ed un altro. Utilizzando il Linguaggio degli Uccelli, "l'en" (in francese, l'enne) va letta in codice come "l'haine", cioè "l'odio". La 'N' invertita, dunque, esprime il contrario dell'odio, che è l'Amore.
La 'N' inversa, perciò, sarebbe una codifica della parola "Amore" e, poiché la sede dell'amore è ritenuta essere il cuore, viene nuovamente agganciata l'idea del simbolo del centro, perché il cuore è un altro sinonimo del centro. A riprova di ciò, si giunge al medesimo risultato anche attraverso un'altra via. I chimici simboleggiano con la lettera 'N' l'elemento azoto (dal latino nitrogenum, il nome originariamente dato a questo gas). "Azoto" è un termine greco che deriva dalla locuzione "à-zoè", cioè "senza vita" (perché è noto che la vita non può esistere in un'atmosfera di solo azoto). Invertendo il concetto, la 'N' rovesciata diventa dunque "à-mor", cioè "senza morte", e quindi nuovamente "Amore" per traslitterazione.
Nel corso della nostra documentazione sulla "N inversa", ci siamo imbattuti in un interessante documento che fa parte di uno studio dedicato al Simbolismo del Centro, pubblicato in seno ed in parallelo a "Regnabit" [1], un sito francese di studi simbolici di ispirazione guenoniana (è noto che René Guénon collaborò attivamente all'omonima rivista francese dal 1925 al 1927).
In questo articolo gli autori, analizzando il simbolismo di uno dei più antichi mazzi di Tarocchi conosciuto, il "Tarocco di Marsiglia", mettono in evidenza che due delle 22 carte degli Arcani Maggiori presentano nella didascalia una "N" inversa. Sono gli arcani X ("La Ruota della Fortuna") e XII ("L'Appeso"), che già appaiono disposti simmetricamente attorno all'Arcano centrale, il n. XI. Per giunta, messi in fila, "X" e "XII" formano "XXII", cioè 22, il numero totale degli Arcani.
La Ruota della Fortuna
La scritta che appare alla base della carta, "LA ROUX DE FORTUNE", presenta, oltre alla "N" invertita, un apparente errore di ortografia, una "X" al posto di una "E". Ma si tratta veramente di un errore? Intanto, notiamo che la 'X', croce decussata o croce di Sant'Andrea, è un altro modo per indicare il centro (si pensi alla famosa 'X' sulle mappe del tesoro…) e per evidenziare un punto. Il punto è un'entità geometrica senza dimensioni e pertanto, per visualizzarlo e per identificarlo univocamente, è necessario tracciare due linee che s'intersecano. Il punto si materializza e diventa così manifesto all'incrocio delle due linee. La 'X' richiama ancora il numero romano che indica l'ordine di questa carta nella sequenza dei Tarocchi (il decimo arcano).
La seconda osservazione è che in questo modo la parola "ROUE" (ruota) si trasforma nella parola "ROUX", cioè rosso. Il rosso è il colore del sangue, della rosa e del cuore, tutti noti simboli del centro, ed è il colore della "linea della rosa", il meridiano di Parigi che passa per Saint-Sulpice (i cultori del mistero di Rennes-le-Château ricorderanno che il meridiano di Parigi e la chiesa di St. Sulpice sono al centro del misterioso manoscritto chiamato, non a caso, "Il Serpente Rosso", v. più avanti nell'articolo). Il mozzo centrale della ruota nel disegno della carta è anch'esso di colore rosso.
L'Appeso
L'unica altra carta del mazzo a presentare una 'N' invertita è quella dell'Appeso, in francese "LE PENDU". Questo personaggio appare appeso a testa in giù, per un piede solo, su un trespolo di legno, per mezzo di un laccio di colore rosso. Il suo aspetto è sereno e tranquillo, non è sofferente. La sua condizione, dunque, non è una punizione, ma una conquista iniziatica: l'Appeso è l'uomo che ha compreso il messaggio fondamentale di tutto l'Ermetismo: "Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso è come ciò che è in alto".
L'uomo incrocia le gamba destra che va a formare un angolo retto centrato sul suo ginocchio destro (la sua posizione è quella di un "4" invertito, che ricorda il noto segno esoterico del "Quatre de chiffre"), ed inoltre incrocia le braccia dietro la schiena (ecco, dunque, nuovamente riferimenti alla 'X' ed al punto d'incrocio delle rette).
La struttura che lo supporta è formata da tre bastoni, due verticali ed uno orizzontale che li unisce. I nodi tagliati dei tronchi presentano l'interno di colore rosso e la corteccia esterna di colore nero. È ancora un simbolismo che richiama il sangue, e il centro, perché anche in questo caso l'uomo è appeso al centro del trespolo da un laccio di colore rosso, come il mozzo al centro della Ruota della Fortuna. Il laccio rappresenta il legame dell'Uomo, ciò che è in basso (ossia il Microcosmo) con ciò che è in alto (ossia il Macrocosmo). L'anima rossa all'interno della corteccia nera richiama, ancora, il fuoco rosso del drago che si sprigiona dal profondo oscuro della sua gola: è il cosiddetto "Fuoco di Rosso" degli alchimisti che si affianca, nel collegamento già visto con la carta precedente, al "Fuoco di Ruota" (il meccanismo con cui, nel Medioevo, si accendeva il fuoco), sottolineato dal richiamo "Roux/Roue" del presunto errore di ortografia.
Gli Amanti
Riassumendo, la 'N' inversa è presente in due delle due carte dei Tarocchi che più delle altre simboleggiano il Centro e l'Asse del Mondo (con l'Appeso, verticale al centro del trespolo, legato al suo centro mediante un laccio di colore rosso, e con la manovella che fa girare la Ruota della Fortuna, o Ruota del Mondo, connessa ad essa attraverso il mozzo centrale, anch'esso di colore rosso). La 'N' inversa, con una lettura iniziatica, è l'Amore, il Fuoco iniziatico. Simbolo comune dell'Amore e del "Centro del Mondo" è il cuore, tradizionalmente di colore rosso. Ora, a coronamento di tutto, osserviamo un'altra carta dei Tarocchi associata all'Amore, la n. VI, "Gli Amanti". Osserviamo, innanzi tutto, che il numero 6 scritto in romano dà, ancora una volta, l'idea grafica di una 'N' inversa (VI) e che il suo rovesciamento, la 'N' dritta, che indicherebbe l'Odio, non esiste: infatti, il numerale sulla carta n. 4 è scritto, non a caso, "IIII", anziché "IV", sebbene sia incorretto.
La didascalia della carta, "L'AMOUREX", oltre a contenere ancora una 'X', presenta un errore ortografico (la parola corretta, in francese, per Amanti è AMOUREUX): la 'U' mancante fa sì che la radice di questa parola diventi 'REX' e suggerisce che il personaggio centrale, che sta per essere colpito al centro del cuore dalla freccia di Cupido, è un "Re", cioè un Eletto, per mezzo dell'Amore.
Dunque, concludono gli autori al termine del lungo studio, colui che si firma con una 'N' inversa, o che pone questo segno all'interno di una sua opera, sta esotericamente segnalando la sua condizione di iniziato, ovvero di uomo eletto.
Uno dei casi più noti, in cui la presenza contemporanea di N diritte e rovesciate può essere stata utilizzata come segnale simbolico, è certamente la Chiesa di Saint-Sulpice a Parigi. Sulle pareti laterali dei due transetti, sono collocate quattro tele del pittore francese Émile Signol. Si tratta, in particolare, di: 1) "La Resurrezione" (angolo sud-est); 2) "L'Ascensione" (angolo sud-ovest); 3) "La Crocifissione" (angolo nord-est); 4) "Il tradimento di Giuda" (angolo nord-ovest). Tutte le opere riportano in calce la firma dell'autore ("EM. SIGNOL"), ma soltanto due di esse presentano le ‘N' al diritto, mentre le altre l'hanno rovesciata (la prima e la quarta). Inoltre, si può osservare che nel quadro della Crocifissione il cartiglio che si trova sulla croce di Gesù (il "Titulus Crucis") appare completamente invertito, come se fosse davanti ad uno specchio, e di conseguenza anche la 'N' al suo interno si presenta invertita.
La disposizzione delle tele con le 'N' inverse
rispetto alla linea del Meridiano di St-Sulpice
Ora, all'interno del transetto è collocata una meridiana, che si avvale di un obelisco come gnomone. Se si traccia idealmente la linea del meridiano, passante per questo obelisco, si scopre che le tele con le due 'N' inverse sono posizionate, rispetto ad esso, in modo speculare ed antisimmetrico. Inoltre, è noto che il meridiano di Saint-Sulpice, coincide, a meno di uno scarto di 7,7 secondi di grado (circa 160 metri sul terreno), con l'antico Meridiano Zero di Parigi. Sembra, dunque, che Signol abbia voluto sottolineare l'importanza del meridiano stesso all'interno della chiesa. Per una spiegazione più dettagliata ed approfondita del caso, si rimanda il lettore all'articolo di approfondimento dedicato alla chiesa parigina.
[1] L'articolo in questione si trova nel sito "Travaux d'esoterisme", parallelo al sito principale "Regnabit". Esso può essere letto oppure scaricato in formato .pdf al seguente indirizzo:
http://www.regnabit.com/artgauth/francais/n.php