Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator

Cronistoria


Cerca nel sito…



In libreria


I luoghi delle Triplici Cinte in Italia


Accademia Platonica


Accademia Platonica


Privacy e Cookie Policy


Cambia le impostazioni sulla Privacy


Il Quadrato Magico del SATOR


Parte 4 - Il SATOR e il mistero di Rennes-le-Château



Nell'ambito del ricco e colorato mosaico rappresentato dalle vicende che costellano il mistero di Rennes-le-Château, di cui si parla più approfonditamente in un'apposita sezione speciale di questo sito, si sono venute ad aggiungere ad un certo punto altre tessere legate al Quadrato Magico. Si tratta, in entrambi i casi riportati di seguito, di enigmatici ritrovamenti su pietra, che accennano o raffigurano il SATOR in maniera diversa, ed assai più misteriosa, del solito. Si tratta di ulteriori elementi di indagine che arricchiscono, secondo alcuni, o contribuiscono a confondere, secondo altri, il complesso rompicapo legato alle vicende dell'abate Sauniée, e del piccolo paese del sud della Francia in cui era stato chiamato ad officiare.



La misteriosa pietra di Stenay



Riproduzione della pietra di Stenay

Schema di corrispondenza con il SATOR

(a)

(b)

Fig. 1 - Riproduzione della pietra di Stenay e corrispondenza con il SATOR



Nel 1873 un certo M. Rivart, proprietario di parte dell'antico priorato di St. Dagobert, a Stenay, aveva scoperto una pietra enigmatica, sulla quale figuravano le lettere SRNPR, una specie di glifo a forma di cuneo ed una croce greca accanto alla punta, sul lato superiore (fig. 1.a, riproduzione). La pietra, che divenne di proprietà di Monsignor Mangin, vescovo della diocesi locale, andò poi distrutta durante la Prima Guerra Mondiale. Una sua riproduzione è stata ritrovata nel 1980 ed è oggi conservata in una sala del Cercle Saint Dagobert II di Stenay. Lo studio dell'enigmatica pietra ha avuto una svolta quando si scoprì la relazione tra le lettere, il glifo ed il Quadrato Magico del SATOR. Le lettere SRNPR, infatti, compaiono nel Quadrato secondo uno schema la cui forma riproduce esattamente quella del glifo (fig. 1.b). Forse il Quadrato fornisce un'altra chiave di lettura della vicenda? O si tratta dell'ennesima mistificazione tesa a distogliere i ricercatori dal vero obiettivo, aggiungendo carne sul fuoco già rovente della vicenda? Se l'enigma della pietra di Stenay, nella sua semplicità solo apparente, fa già lambiccare la mente, quello del menhir di Cap de l'Homme, molto più complesso, costituisce un vero rompicapo!





Il menhir di Cap De L'Homme



La testa di Dagoberto II con il SATOR

Fig. 2 - La testa di Dagoberto II sul menhir ed il SATOR sul retro



Nel libretto "Pierres gravees du Languedoc" («Pietre incise della Linguadoca»), attribuito ad Eugène Stublein, si parla di un enigmatico menhir antropomorfo scolpito presso Cap de l'Homme (letteralmente, "testa dell'uomo", appunto), nell'altopiano di Las Brugos. La pietra, riprodotta dallo stesso Stublein (fig. 2) nella sua opera reca la dicitura «La testa di San Dagoberto - scolpita nel 700 d.C. su un menhir di Pla de Las Brugos a Rennes-les-Bains (Aude)». L'ipotesi di Stublein, infatti, è che la pietra sia un ritratto del re Merovingio Dagoberto II. Si narra che nel 1884 il menhir venne asportato da Henri Boudet, a seguito di un atto vandalico perpetrato contro la suddetta scultura da un giovane con una piccozza. Presumibilmente dal 1884 al 1886 la testa si trovava presso M. Cailhol ad Alet-les-Bains. Poi se ne perdono le tracce per ritrovarla incollata al muro perimetrale del presbiterio di Rennes-les-Bains con una targhetta che riportava il luogo del ritrovamento. Nel 1996 viene di nuovo asportata per essere custodita nel "museo" comunale di Rennes-les-Bains. L'aspetto più enigmatico ed interessante di questa pietra è che sul retro della stessa figura l'incisione di un Quadrato Magico, con alcune evidenti anomalie (fig. 3). Vi sono alcune lettere, tanto per cominciare, che appartengono all'alfabeto greco, invece che a quello latino come le altre (le "R", per esempio, sono scritte come "P", che è il "rho" greco). Le "O" hanno un punto centrale (un Omega? L'Oro alchemico?), come si osserva in alcuni quadrati di origine templare, mentre l'acrostico comincia dalla parola "ROTAS". La "N" centrale di "TENET" è scritta con un simbolo ambiguo che può sembrare tanto una "H" quanto una "Heth" ebraica. Si tratta di errori di trascrizione oppure di indizi ben precisi? In realtà, per essere rigorosi, tutta la storia fin qui raccontata, deve essere presa con le molle. Sebbene esistano molti riferimenti alla figura di Eugène Stublein, non si ha alcuna prova che garantisca l'autenticità per ciascuno di essi. Molti ricercatori sono oggi convinti che Stublein non sia mai esistito e che si tratti di uno pseudonimo usato da qualcuno interessato all'affare di Rennes-le-Château per trarne profitto. Alcuni ipotizzano che si tratti dello stesso Plantard o di uno dei suoi soci, in uno dei tanti documenti falsi dai nomi folcloristici creati apposta per fornire un sostanzioso substrato di credibilità alla grande mistificazione che avevano architettato. Soltanto ipotesi, dunque, e nessuna certezza, come sempre, come tutto quanto riguarda il mistero più chiacchierato dell'ultimo secolo.



Riproduzione del SATOR di Cap de L'Homme

Fig. 3 - Riproduzione del SATOR di Cap de L'Homme





Parte 1 - Breve storia del Quadrato Magico

Parte 2 - Ipotesi interpretative

Parte 3 - Le connessioni con i Templari

Parte 5 - Altri quadrati palindromi

Il SATOR - Un approccio matematico


Enigmistica: il Crucipuzzle





I luoghi del SATOR - Un censimento italiano


Il Quadrato Magico del SATOR in Inghilterra


Il Priorato di Sion: Le Cercle Saint-Dagobert II