La Stella Polare, o Stella ad otto cuspidi, è un’interessante presenza simbolica che talvolta troviamo in contesti religiosi e architettonici diversi. Il suo schema può essere derivato direttamente da un ottagono regolare, tracciandone le diagonali principali. Dall’Ottagono, quindi, ne eredita tutti i sensi simbolici che derivano dal numero otto. Per la sua simmetria centrale è annoverabile tra la cospicua schiera dei "Simboli del Centro". Per tale motivo, essa riceve l’appellativo "polare", ad indicare l’idea del "polo", ossia del Centro del Mondo, ove passa l'Axis Mundi, idea tradizionalmente associata a questi simboli. Non a caso, il simbolo del Centro Sacro per eccellenza, un quadrato regolare in cui sono state tracciate le due diagonali principali e le due mediane, presenta al centro del quadrato una "stella" ad otto punte. La sua versione circolare, la Ruota ad Otto Raggi, compare in Oriente quanto in Occidente, sotto diverse forme: "Ruota della Vita" o "Ruota dei Chakra". Il segno ortografico dell’asterisco ha la stessa identica forma. Il Centro Sacro, la Ruota, ma anche la Rosa dei Venti, che viene utilizzata per indicare i punti cardinali, e la Rosa ad Otto Petali sono tutti simboli che si richiamano al medesimo principio fondamentale.
La stella ad otto punte è uno dei simboli fondamentali della Dea, di Ishtar, il cui culto era diffuso in area mesopotamica, ma anche di tutte le divinità femminili corrispondenti, come Astarthe, Iside, Afrodite e Venere, per citare gli esempi maggiori. L’origine di tale associazione è dovuta a motivi di carattere astrologico. La Dea, in generale, è sempre stata associata al pianeta Venere, che si presenta all’osservazione diretta nella sua duplice natura di "Stella del Mattino" e "Stella della Sera". Era noto già agli antichi astronomi sumeri che tale pianeta segue un ciclo di fasi la cui durata corrisponde ad otto anni terrestri, e quindi l’Ottonario è diventato uno degli attributi della Dea e del Femminino Sacro.
I Cavalieri Templari avevano una particolare predilezione per il culto della Maddalena e delle Madonne Nere, quest’ultimo mutuato dai Monaci Cistercensi, che avevano costruito le grandi cattedrali gotiche dedicandole a Notre-Dame, "Nostra Signora", e da San Bernardo di Chiaravalle, che proprio da alcune gocce di latte miracolosamente fuoriuscite dal seno di una statua di Madonna Nera ricevette l’illuminazione. Per questo motivo, uno degli emblemi principali dell’Ordine era la Croce delle Beatitudini, che richiamava la forma della stella ad otto punte.
Immancabilmente, il Cristianesimo ha assorbito questo simbolismo, e nel passaggio dal culto della Dea (la Grande Madre) a quello della Madonna, Madre di Dio, la Stella Polare è trasmigrata diventando anche un attributo mariano. La troviamo rappresentata più frequentemente sul suo capo, oppure sul manto, ed indicano la verginità prima, durante (questa stella è a volte non visibile, semi-nascosta dietro al bambino Gesù) e dopo il parto.
Stella Polare nella chiesa di S. Maria del Popolo, a Roma
Ancora, in ambito cristiano, troviamo lo stesso simbolo in riferimento ai Re Magi, che secondo la tradizione tramandata dai Vangeli, vennero da Oriente per adorare il Signore appena nato seguendo una stella. Sulla Tradizione dei Magi e sulla loro vera natura, si rimanda a quanto scritto nella pagina dedicata alla Basilica di Santa Maria Maggiore, in Roma. Stelle Polari compaiono numerose nelle decorazioni della Basilica di Sant’Eustorgio, a Milano, che per un lungo periodo accolse alcune reliquie legate alle spoglie mortali dei Magi, trovate e recuperate in Terrasanta dall’infaticabile Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino.