Misteri d'Oltralpe
La splendida cittadina di Amiens, capoluogo della regione francese di Piccardia, ha sempre avuto nella storia una posizione di rilevo, grazie alla sua collocazione geografica strategica: importante porto fluviale sulla Somme era conosciuta ai Romani come "Samarobriva", che significa, appunto, "Ponte sulla Somme". Situata a metà strada tra Parigi e Calais, Amiens era l'avamposto ideale per cominciare la conquista della Britannia. L'attuale toponimo sembra derivare dal nome dell'antica tribù gallica degli Ambiani (Ambianis), che avevano in questa zona il proprio centro principale.
Divenne ricca e prospera durante il periodo medievale grazie al fiorente commercio tessile, cosa che tuttora la contraddistingue: era famosa soprattutto per una pregiata varietà di lana, che veniva tinta di azzurro grazie agli estratti di una pianta che cresce abbondantemente in questa zona.
Fu proprio alle ricche gilde di lanaioli e tessitori che il vescovo di Fouilloy si rivolse, nel XII sec., per la raccolta dei fondi destinata alla costruzione di una grandiosa Cattedrale, dedicata a Nostra Signora (Nôtre-Dame d'Amiens), che doveva rendere la sua sede più prestigiosa di qualunque altra. Di fatto i lavori di costruzione, che cominciarono nel 1220 e si conclusero circa cinquant'anni dopo, portarono alla realizzazione della più vasta tra le cattedrali gotiche di Francia, con i suoi oltre 7000 m² di superficie. Un lavoro prodigioso ed ardito, se si pensa che la Cattedrale di Beauvais, la cui costruzione era iniziata nel 1225, era crollata nel 1284 per l'altezza troppo audace delle sue volte; quelle di Amiens, che misurano 42,30 m, rimasero comunque le più alte di tutta Francia.
La facciata finemente scolpita della Cattedrale, tipica delle cattedrali gotiche francesi, presenta un apparato simbolico davvero notevole, sul quale si potrebbero spendere fiumi di parole. Vale, ad esempio, la pena segnalare che tra le centinaia di formelle quadrilobate che decorano la facciata, tutte di pregiata fattura, ne spiccano dodici che rappresentano uno Zodiaco completo, ai due lati del portale laterale sinistro. Sul lato sinistro vi sono sei formelle che iniziano con il segno del Cancro e finiscono con quello del Sagittario; dall'altro lato la sequenza ricomincia con il Capricorno e finisce con i Gemelli. Come mai questa disposizione così atipica? Forse si voleva rappresentare la data di inizio dei lavori della Cattedrale?
Le 12 formelle con i segni dello Zodiaco sulla facciata della Cattedrale
(Clicca su ciascuna formella per vedere una foto dettagliata)
La scena, forse, più interessante dal punto di vista simbolico, si trova attorno al portale centrale. Essa rappresenta il tema del Giudizio Universale, ed ha una carica espressiva davvero notevole. Nella lunetta che sormonta il portale troviamo la scena principale: Al centro si trova il Cristo giudice in Gloria, ai cui lati si trovano dei personaggi inginocchiati che lo pregano, e due arcangeli: quello di sinistra reca una croce, mentre quello di destra reca una lancia. Sotto una schiera di angeli, si trova una fascia di persone che subiscono una sorte diversa: quelli di sinistra, gli Eletti, sono ben vestiti e sono in fila per presentarsi al cospetto di un angelo. Gli angeli sopra di loro recano delle corone e sono in atteggiamento di porle sul loro capo. Quelli di destra, invece, sono i Dannati; sono anch'essi in fila ma sono nudi, in attesa di essere di essere divorati da una bestia immane che li inghiotte all'estremità della scena. Gli angeli sopra di loro non hanno corone, ma degli oggetti che sembrano delle sferze. Nella fascia inferiore appare, al centro, un angelo con una Bilancia, che soppesa le virtù e i vizi: essi sono rappresentati sui piatti come un agnello ed una testa mostruosa, e la bilancia pende al momento a favore dell'agnello. Intorno a lui vi sono degli angeli che suonano le trombe del giudizio e un folto gruppo di tombe scoperchiate da cui le anime dei defunti stanno risorgendo.
Ai lati del portale vi sono delle nicchie, il cui contenuto è estremamente significativo, ed ancora una volta è suddiviso nella dualità su esposta. In basso, a sinistra, vi è un albero rigoglioso, che reca due enormi frutti dalla forma vagamente fallica. Seguono, dal basso verso l'alto, cinque figure femminili che recano in mano, sollevati, dei recipienti di varie fogge e misure: sono vasi, calici e olle. Dall'altro lato la situazione si capovolge: le figurine femminili recano dei calici o dei vasi che sono tutti rivolti verso il basso, svuotati, e l'albero alla base ha i rami dritti e spogli.
Sono molte le considerazioni che si possono fare a proposito. Ci limitiamo ad osservare che l'iconografia calice sollevato/calice abbassato ricorda molto da vicino una rappresentazione simile nel culto di Mitra, con i due Dadofori, i portatori di fiaccole, rappresentati sempre uno con la torcia sollevata e l'altro con la torcia sollevata. La coppa, o vaso, è simbolo dell'utero materno, e della generazione della vita. Anche la scelta della "donna con il vaso", per rappresentare questa allegoria, desta numerosi interrogativi…
Il Labirinto della Cattedrale di Amiens
(clicca sul centro per vederne un'immagine ingrandita)
Seguendo l'esempio delle Cattedrali di Chartres, a cui questa era nettamente ispirata, e di Reims, i cui lavori di costruzione erano cominciati circa dieci anni prima, anche Nôtre-Dame di Amiens si dotò di un immenso labirinto pavimentale, che fu posto nella navata centrale, di fronte all'ingresso principale. Il labirinto, di forma ottagonale, venne realizzato nel 1288, come attesta l'iscrizione che venne apposta lungo il perimetro della placca centrale, che riportava anche i nomi degli architetti:
En l'an de grâce 1220, cette oeuvre fut commencée. L'évêque béni de ce diocèse était alors Evrard et le roi de France Louis fils de Philippe le Sage. Celui qui était maître d'oeuvre était nommé "Maître Robert" et surnommé "de Luzarches". Après lui vint Maître Thomas de Cormont et après celui-ci son fils Maître Renaut qui fit mettre, à cet endroit-ci, cette inscription en l'an de l'Incarnation 1288. |
Nell'anno di grazia 1220, questo lavoro è stato iniziato. Il vescovo benedetto di questa diocesi è stato allora Evrard e il re di Francia Luigi figlio di Filippo il Saggio. Colui che è stato maestro d'opera si chiamava "Maestro Robert" ed era nominato "di Luzarches". Dopo di lui venne il Maestro Thomas de Cormont e dopo di lui suo figlio il Maestro Renaut che fece mettere, in questo posto, questa iscrizione nell'anno della Incarnazione 1288. |
Inizialmente, al centro dello schema, era stata incastonata una sbarra d'oro, insieme ad un semicerchio dello stesso metallo, che dovevano simboleggiare la levata del sole sull'orizzonte. Successivamente il sole d'oro venne sostituito da un sole di rame, poi anche questo venne tolto. Oggi la placca centrale riporta una croce fatta con scettri, orientata secondo i punti cardinali, e tutto intorno sono le figure del vescovo Evrard e degli architetti della cattedrale. Pesantemente danneggiato durante la Rivoluzione Francese, il labirinto venne rimosso. Quella che vediamo oggi è una riproduzione fedele che è stata realizzata nel XIX secolo.
È un'opera di carattere simbolico, per non dire iniziatico, che simboleggia il cammino di evoluzione spirituale che a ciascuno è permesso d'intraprendere e che deve essere portato a compimento fino in fondo. C'è una sola via da percorrere, e per quanto tortuosa possa sembrare, essa conduce inesorabilmente al centro (si dice che il labirinto è "unicursale", cioè ha una sola via obbligata, caratteristica comune a tutti i labirinti pavimentali delle chiese), a testimonianza della portata universale del cammino evolutivo. Come in ogni labirinto che si rispetti, basta rovesciare la visione comune del mondo, come fanno gli iniziati, e le cose complicate diventano immediatamente semplici e comprensibili. Qui, usualmente, le strisce nere rappresentano le "vie" mentre quelle bianche rappresentano i "muri", il loro intreccio è il percorso del labirinto. Capovolgendo il modo comune di pensare, ecco che il "Cammino dell'Iniziato" appare immediatamente alla vista, come un percorso rettilineo (bianco) che porta dritto al centro!
Lo schema del percorso del Labirinto di Amiens
Oltre al Labirinto, è opportuno notare che le decorazioni pavimentali, sempre nella loro natura duale di accostamenti bianco/nero (motivo ampiamente sfruttato dai Cavalieri Templari nel loro stemma chiamato Beauceant, egregiamente simboleggiato nella scacchiera da gioco e riprodotto all'interno di ogni tempio massonico), formano tanti altri motivi geometrici che possono sembrare puramente decorativi ma non lo sono. Davanti al coro, per esempio, una combinazione di tre quadrati concentrici con alcune delle linee mediane ricorda troppo da vicino il simbolo della "Triplice Cinta" da non sembrare affatto casuale ma sottilmente voluto.
Il motivo pavimentale che richiama lo schema della Triplice Cinta
L'immenso apparato statuario presente all'interno della Cattedrale è riuscito a salvarsi sia dalla furia iconoclasta dei rivoluzionari, nel XVIII sec., sia dai bombardamenti delle due guerre mondiali, nel XX sec., giungendo fino a noi in tutto il suo splendore. Per la ricchezza dei motivi rappresentati, che coprono tutti gli episodi più importanti del Vecchio e del Nuovo Testamento, queste sculture sono note complessivamente come la "Bibbia di Pietra" di Amiens.
Tra tutte le statue presenti all'interno, la più popolare è sicuramente quella denominata "La Vierge Dorée", la "Vergine Dorata", risalente alla fine del XIII sec. e collocata nel portale che si apre all'inizio del transetto sud della chiesa. La rappresentazione mariana si distacca notevolmente da quelle presenti sul portale d'ingresso, molto più statiche e ieratiche, mentre questa presenta una vivacità che rappresenta pienamente la nuova tendenza del gotico ad umanizzare maggiormente la figura di Maria, accentuandone l'aspetto materno.
L'apparato iconografico della Cattedrale rivela, però, anche altri aspetti, che sono un po' più estranei al contesto cristiano e vanno invece a "pescare" in tematiche un po' più pagane. Ne è testimonianza, ad esempio, il ciclo di affreschi dedicato alla Sibille (realizzato nel 1506), le profetesse delle religioni più antiche che vaticinavano ispirate dagli dei. Le loro rappresentazioni, molto vivaci e colorate, si trovano nel sito dell'antica Cappella di Saint-Éloi (1243), dedicata al Vescovo di Noyon del XIII sec.
La Cattedrale di Amiens va famosa per ospitare al suo interno un'importante reliquia, il cranio di San Giovanni Battista. Si tratta, a dire il vero, di uno dei crani del Battista, perché ad esempio molti sostengono che il vero cranio sia quello conservato nella chiesa di San Silvestro in Capite, a Roma, arrivato nella Capitale italiana durante il pontificato di Innocenzo II (1130-1143).
Il cranio francese, invece, si dice sia stato portato dal canonico Walon de Sarton, di ritorno da Costantinopoli al termine della IV Crociata, ed offerto al vescovo Richard de Gerberoy. Esso è stato posto nel Tesoro della Cattedrale nel 17 Dicembre 1206 e da allora è stato venerato da re, principi e schiere di pellegrini che hanno visitato la Cattedrale. Il re Carlo VI nel 1385 offrì un reliquario d'oro per la sua conservazione, di cui l'attuale è una copia realizzata nel 1876.
Esso si trova nella navata sinistra della cattedrale (si rammenti l'importanza del "lato sinistro" della cattedrale, rammentato nelle sculture della facciata), e davanti ad esso, negli stalli del coro, si estende un prezioso lavoro di sculture e formelle, suddivise in due sezioni, che raccontano in ogni dettaglio la vita di San Giovanni Battista, la storia della sua decollazione e quella del ritrovamento del cranio e con il susseguente arrivo in Francia. Se si studia attentamente la disposizione e la scelta dei temi trattati, ci si accorge che tutto il "Ciclo di San Giovanni Battista" trabocca di concetti esoterici: l'intero apparato di sculture viene presentato e analizzato dal punto di vista simbolico in un articolo a parte.
Abbiamo visto, per sommi capi, alcuni degli aspetti più spiccatamente simbolici della splendida cattedrale francese, che sottendono una Sapienza non banale detenuta da chi l'ha concepita e poi rappresentata. Come le altre "sorelle" di Parigi, Chartres e Reims, esprime nei suoi elementi un marcato esoterismo che solo con un'analisi attenta e non superficiale può essere apprezzata. Si tratta della testimonianza di una tradizione raccontata dai maestri muratori medievali, visibile a tutti ma comprensibile a pochi, che va analizzata, capita e recuperata, in un'ottica scevra di pregiudizi e luoghi comuni, per avanzare nel tortuoso labirinto dell'evoluzione spirituale, e giungere finalmente a quel centro di conoscenza che è sempre stato la meta ultima di ogni società iniziatica, di ogni disciplina filosofica, di ogni culto misterico del passato.
Amiens: Il ciclo di San Giovanni Battista