Il mitreo di Vittorino |
Il mitreo di Symphorus |
Il villaggio romano di Aquincum era un antico castrum romano che sorgeva alla periferia dell'attuale città di Budapest, in Ungheria, nel distretto di Óbuda. Il toponimo deriva probabilmente da quello del villaggio celtico precedente, fondato dalla tribù degli Eravisci, che avevano chiamato il luogo Ak-Inc, cioè "ricco di acque", data l'abbondante presenza di sorgenti termali. Sorto alla fine del I sec. d.C. per contrastare l'espansione delle tribù germaniche e sarmatiche, divenne nel 106 la capitale della provincia della Pannonia Inferiore. Ai quei tempi l'abitato era soltanto un piccolo villaggio, mentre il castrum era già di dimensioni considerevoli. Quando venne completata l'abitazione del luogotenente, era talmente imponente da poter ospitare degnamente anche gli imperatori di passaggio. La residenza non durò a lungo, perché qualche tempo dopo venne trasferita nel vicino villaggio di Gorsium (l'odierno villaggio di Tac, a circa 65 km a sud-ovest di Budapest), mentre Aquincum rimase attiva come centro militare. Con l'avvento del Medioevo, il villaggio sorto sopra l'antico castrum continuò a svilupparsi in direzione dell'attuale Buda, mentre dall'abitato sorto sulla riva opposta del Danubio (la cosiddetta Contraaquincum) iniziò a svilupparsi la futura città di Pest.
I primi scavi vennero effettuati grazie alla scoperta fortuita di alcuni resti da parte di un vinaio, nel 1778. Da allora dell'antica città romana sono venuti fuori numerosi resti, tra cui un anfiteatro, il foro, un acquedotto, alcune terme, nonché numerosi altari votivi, sarcofagi, stele funerarie e statue religiose. Il sito archeologico, che all'epoca della massima espansione copriva un'area pari a circa 23 ettari, oggi (2014) risulta ancora in corso di scavi. L'attiguo museo ospita una collezione di circa 1200 reperti tra vasellame, statue e frammenti lapidei. Tra questi, va annoverato anche un esemplare del Quadrato del SATOR, trovato inciso su una tegola nella variante che comincia con la parola "Rotas", come tutti i palindromi di epoca romana.
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Nell'ala meridionale del villaggio si trova uno dei due templi al dio Mitra che sono emersi dagli scavi sino ad oggi. I resti sono venuti alla luce durante il 1888, all'interno di un'ampia casa romana, il che dimostrava la sua appartenenza ad un personaggio benestante. Dalle iscrizioni incise su una serie di piccoli altari ritrovati nel corso degli scavi, è stato possibile dare un'identità al personaggio in questione: il decurione Marco Antonio Vittorino. Il mitreo risulta orientato lungo l'asse N-S, e misura 7m x 16m. Il tempio consta di tre parti: due anticamere più la sala mitraica vera e propria. La prima anticamera (2) ospitava un santuario dedicato al dio Mercurio che, come ricordiamo, presiedeva al primo grado iniziatico, quello del Corax, ovvero del Corvo. Dal livello intermedio (il pronaos, 4) si accedeva alla sala vera e propria (cella, 5), dai caratteristici sedili laterali (6). Tra i reperti ritrovati al suo interno, spicca un bassorilievo che raffigura Mitra nascente a una roccia, la cosiddetta 'Petra Genitrix'. Il dio è raffigurato mentre emerge a metà coscia, con una torcia accesa nella mano sinistra ed un pugnale nella destra. Intorno alla roccia si avvolge un serpente, che mantiene la testa rivolta verso il dio. |
Frammento della tauroctonia grande |
La tauroctonia più piccola |
È stato rilevato anche un frammento di tauroctonia, la scena principale di culto, che si trova esposto insieme alla statua nel Lapidario allestito ai margini del parco. Tra gli altari posti da Vittorino all'interno del tempio (9), sono sopravvissuti quelli dedicati ai due Dadofori, Cautes e Cautopates, identificati dalle due iscrizioni simili:
- DEO CAUTI / M ANT(onius) VIC / TORINUS / DEC(urio) COL(oniae) / AQ(uninci) aedilis
(A Caute, Marco Antonio Vittorino, Decurione della colonia di Aquincum, edile)
- DEO CAU / TOPATI / M ANT(onius) VIC / TORINUS / DEC(urio) COL(oniae) / AQ(uninci) aedilis
(A Cautopate, Marco Antonio Vittorino, Decurione della colonia di Aquincum, edile)
Altare dedicato a Cautes |
Altare dedicato a Cautes |
Altare dedicato a Cautopates |
Un altro altare presenta la seguente dedica:
- FONTI / perenni / M ANT (onius) / VICTORI / NUS DEC(urio) / COL(oniae) AQ(uinci) / AED(ilis).
(Alla fonte perenne, Marco Antonio Vittorino, Decurione della colonia di Aquincum, edile)
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L'altro mitreo, che sorge nella direzione opposta al precedente, presenta dimensioni leggermente più grandi: 10m x 18m, ma la pianta presenta una struttura molto simile all'altro tempio (v. immagine a lato). La struttura consta di due anticamere: la prima (1), più esterna, serviva da punto di raccolta per gli adepti, mentre la seconda, più interna (2), costituiva il pronao, dove ci si preparava e ci si vestiva per il culto. Il tempio vero e proprio era costituito da un lungo corridoio (cella, 3) affiancato da due banconi laterali (podium, 4). All'estremità opposta stava la camera più interna, che ospitava la sacra immagine della tauroctonia (5). Il gruppo statuario è stato ritrovato spezzato in diversi frammenti, ed è stato quasi completamente restaurato. Oggi si trova esposta all'interno del museo di Aquincum. La dedicazione della statua riporta i nomi dei donatori: un certo Symphorus, da cui il mitreo ha preso il nome, e Marcus. La struttura visibile oggi, il cui restauro è terminato nel 2004, non presenta molti resti visibili. |
Il labirinto sotterraneo del Castello di Buda
BUDAPEST - I luoghi simbolici della capitale magiara