Misteri d'Oltralpe
Costruita intorno all'anno 1000, questa grandiosa abbazia benedettina che si trova a Reims è dedicata a San Remigio, il vescovo che nel 496 battezzò il re Clodoveo in seguito alla sua conversione dopo la battaglia di Tolbiac, nella quale ave va sconfitto gli Alemanni. Clodoveo, che apparteneva alla dinastia dei Merovingi, divenne in questo modo il primo re cristiano di Francia [1].
Morto nel 533, all'età di 96 anni, il vescovo Remigio godeva di una tale reputazione che fu subito santificato. La notizia di alcuni suoi miracoli avveratisi post-mortem rafforzò la sua fama, e l'abbazia divenne continua meta di pellegrinaggi.
Ampiamente danneggiata durante la Rivoluzione Francese, come tante altre chiese, la chiesa perse gran parte del suo corredo artistico e architettonico, e persino il grande sarcofago che contiene i resti del santo è una ricostruzione successiva.
Nel 1991 l'abbazia di St-Remi, insieme con la vicina Cattedrale di Nôtre-Dame e il Palazzo di Tau, sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
All'esterno della chiesa una statua rappresenta San Remigio mentre battezza il re Clodoveo. All'interno, lo stesso Remigio è ricordato nello splendido lampadario pensile chiamato "Corona di luce" (rifatto nel XIX su copia di un esemplare più antico, notevolmente deteriorato). La sua forma circolare a 12 lobi simboleggia la Gerusalemme Celeste, e le 96 candele corrispondono agli anni di vita di San Remigio.
La presenza più "strana" all'interno di questa chiesa, nel senso che suscita diversi interrogativi, si trova in una nicchia laterale, illuminata da tenue luce blu, situata poco oltre l'ingresso.
La scena rappresentata è la "Deposizione del Cristo nella tomba", ed è datata 1531. Osserviamola attentamente: vi sono due uomini, ai lati, che stanno adagiando il corpo di Cristo su una tomba, al di sopra di un lenzuolo steso. Accanto a loro, sul retro, vi sono due donne in posizione eretta, una a destra ed una a sinistra, che recano in mano dei vasetti, probabilmente gli unguenti per l'inumazione. Un'altra donna, velata, è china a piangere sul corpo, sorretta da dietro da un altro personaggio, un giovane uomo con una folta capigliatura, l'unico che si presenta a capo scoperto. Infine, vi è un'altra donna, che solleva le braccia al cielo per la disperazione, con le lacrime che le solcano il volto. La donna ha lunghi capelli avvolti in trecce ed è l'unica che non indossa il velo, ma ha sul capo un diadema a forma di falce di luna rovesciata. Inoltre, particolare molto interessante, ella appare visibilmente incinta...!
Particolare di Maria Maddalena:
non sembra eccessivamente gonfia sulla pancia?
Come interpretare questa scena? Se prestiamo fede ai racconti dei Vangeli, ci viene da dire che i due uomini che adagiano il corpo di Cristo, ben vestiti e provvisti di un turbante, sono da identificare con Giuseppe di Arimatea e Nicodemo, il primo che si era recato presso Ponzio Pilato a richiedere il corpo di Gesù defunto dalla croce e il secondo che l'aiutò nell'operazione di tumulazione.
Chi sono le quattro donne? Una è certamente Maria, la madre di Gesù. Escludendo la donna incinta, per ovvi motivi, e le due ai lati con i vasi, che sembrano meno partecipi al pathos della scena, è logico pensare che sia la donna velata chinata, che versa lacrime sul corpo del figlio morto. Non è noto chi sia il giovane che la sostiene da dietro, ma sull'identità delle altre tre donne, non si può che pensare alle altre "Marie" che assistettero alla Crocifissione, e che recarono unguenti per la deposizione: Maria Salome, Maria di Cleofa e Maria Maddalena, che a questo punto non può essere che la donna incinta che piange disperata.
Dunque, l'ignoto autore di questa statua voleva forse suggerire la sua credenza nell'ipotesi eretica che Maria Maddalena era la sposa di Cristo e che essa era incinta al momento della Crocifissione? Tutto farebbe sembrare che sia così.
È anche interessante notare che la statua si trovava originariamente nella Chiesa dell'Antica Commanderia del Tempio (distrutta nel 1792) e successivamente collocata a St-Remi nel 1803. Dunque, l'autore che l'ha realizzata pensava forse che i Templari fossero al corrente (o avessero le prove) della discendenza reale di Cristo? Non lo sapremo mai, probabilmente!
[1] Secondo i teorici della "Linea di Sangue", questo episodio costituì un tentativo da parte della chiesa cristiana, discesa in linea apostolica da Pietro, di assimilare e controllare la Stirpe Reale, tramandatasi in linea dinastica fino ai Merovingi. La dinastia verrà successivamente soppressa con Dagoberto II, il cui figlio Sigiberto IV verrà ucciso in giovane età, e il trono verrà usurpato da Pipino di Herstal, che inaugurerà la stirpe dei Carolingi (cfr. Laurence Gardner, "La linea di sangue del Santo Graal", Newton & Compton Editori, prima ed. Gennaio 1997, ult. rist. Apr. 2012).
Reims: La Cattedrale di Nôtre-Dame