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Abbazia di Santa Maria in Castagnola (XII sec.)


Chiaravalle di Ancona (AN)



Abbazia di Santa Maria in Castagnola



L'Abbazia di Chiaravalle di Ancona, detta anche Abbazia di Santa Maria in Castagnola, fu fondata secondo la tradizione nel 1172 dai monaci Cistercensi che vi giunsero nel 1147 dall'abbazia di Chiaravalle Milanese, oppure da quella di Locedio (Vercelli). Il luogo in cui venne edificata si trovava in una "selva di castagnola", un bosco rigoglioso che si estendeva in tutta la bassa vallesina. Nel 1248 l'abbazia ospitava già 40 monaci (oltre ad un numero ancora più grande di conversi e di novizi), e crebbe prospera nei due secoli successivi. Nel 1408, per ordine dell'allora pontefice Gregorio XII, l'abbazia passò sotto amministrazione commendataria e venne affidata spesso a gestori laici, non sempre onesti: da questo periodo in poi cominciò il suo lento declino. Nel 1499, dopo altre difficoltà, i monaci circestensi si ritirarono in Francia per 55 anni, durante i quali vengono sostituiti dai Francescani. Nel 1759 venne fondata la prima Manifattura Tabacchi, centro propulsore dell'economia di tutta la zona circostante, da parte dell'abate commendatario Cardinal Corsini. Questi operò una gestione oculata del patrimonio, ebbe cura dei monaci, autorizzò la coltivazione del tabacco: tutto ciò contribuì alla nascita ed al consolidamento nel tempo della cittadina di Chiaravalle. Nel 1797 il governo napoleonico provvide ad un esproprio dei beni monastici, che finirono in gestione a Eugenio Beauharnais, Re di Napoli. Il nuovo Stato italiano provvede ad un ulteriore esproprio di beni della chiesa, e la comunità monastica locale s'impoverì sempre più. Nel 1985 i Cistercensi si ritirarono definitivamente dall'abbazia, che passò sotto l'amministrazione del clero diocesano.



Il Fiore della Vita ed altre curiosità


La chiesa rappresenta un notevole esempio di architettura cistercense: la pianta è a croce latina e l'interno è suddiviso nelle tre classiche navate. L'edificio ha poi subito numerosi rimaneggiamenti interni, soprattutto nel transetto, nella Cappella del Santissimo Sacramento e negli altari laterali. Anche il grande portale esterno è postumo, e risale probabilmente al XVII secolo. Spicca, invece, sempre all'esterno, il grande rosone centrale (foto 1), sopra il quale corre una serie di archetti ed è aperta una bifora. Una scritta in latino sulla destra del portale d'ingresso (foto 2) ci ricorda la data di costruzione dell'edificio. Il chiostro (foto 3), un tempo annesso all'edificio, oggi rimane esterno e convertito in piazzale ricreativo.


Ai lati del portale d'ingresso, lungo i pilastri, corrono alcuni bizzarri graffiti, tra i quali si nota anche una curiosa figura umana dai capelli dritti: impossibile stabilire a quale epoca risale. Tra i vari segni, e simboli, tracciati, però ne spiccano due che, se non altro, incuriosiscono ed attirano l'attenzione. Il primo (foto sotto, a sinistra) è il ben noto Fiore della Vita, segnalato e ritrovato in molti altri edifici religiosi. L'altro (a destra), invece, è un curioso monogramma di ignoto significato.


Il Fiore della Vita

Il curioso monogramma





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