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Et in Rhedae ego...

 

Speciale Rennes-le-Château

 

 

dialogo di Giulio Coluzzi e Marisa Uberti (*)

 

 

Sulle orme di Maddalena, i nostri 'due passi' si sono spinti ad una sessantina di chilometri da Carcassonne, nei monti delle Corbières, in quello che per molti è il luogo più enigmatico della Francia del sud... Data la mole di materiale disponibile su questo 'mistero', il presente lavoro - sotto forma di dialogo - è stato strutturato sulle impressioni personali che la visita ci ha suscitato, rimandando il lettore alla consultazione degli ipertesti per l'approfondimento dell'elemento di volta in volta citato.

 

 

 

Parte I

Il paese, il giardino e l'esterno della chiesa

 

 

 

Cartello all'ingresso del paese
        
Cartello di divieto di effettuare scavi

Cartello segnaletico

all'ingresso del paese

Il noto cartello che vieta gli scavi

all'interno del paese

 

 

Marisa: Finalmente, Giulio, siamo giunti anche noi a Rennes-le-Château! Dopo averne lette di 'tutti i colori' su questo minuscolo paesino francese, eccoci qui. Che effetto ti procura, essere nel 'cuore' di uno dei misteri più chiacchierati del XX secolo?


Giulio: Uno strano effetto! Che questo non sia un semplice paesino di montagna lo si capisce non appena siamo entrati nell’abitato. Hai visto, subito all’ingresso del paese, il cartello che vieta scavi di qualsiasi natura? Perché si è resa necessaria questa disposizione? Perché altrimenti frotte di curiosi, cercatori di tesori e appassionati del mistero ci avrebbero messo poco a ridurre il paese ad un colabrodo! Ma sarà poi davvero così?


Marisa: Che intendi dire?


Giulio: Cosa nasconde questo piccolo paese della Linguadoca, salito improvvisamente alla ribalta e che ha dato origine ad una pletora di libri, romanzi, trasmissioni televisive e addirittura film? C’è il vecchio cartello del 1965 (oggi abbandonato nel giardino di Villa Betania) che già allora proibiva scavi nel territorio. A quanto pare, però, la disposizione non fu sempre rispettata...


Marisa: Cosa nasconda siamo in molti ancora a chiedercelo. Infatti si dice che stuoli di curiosi, avventurieri, ricercatori di vario genere abbiano 'scavato' (in senso reale e metaforico) in tutti questi anni per trovare delle risposte. Di sicuro stiamo camminando su una zona di antichissima origine, abitata fin dal Neolitico. Tutt'intorno c'è la corona dei Pirenei e un tempo Rennes, che si chiamava Rhedae, era la capitale del Razés, ed era un luogo importante e prestigioso. Tutte le epoche hanno lasciato un'impronta qui... e forse un tesoro... quello che avrebbe ritrovato l'abate Bérenger Sauniére quando divenne parroco della chiesa di Santa Maria Maddalena che al suo arrivo versava in semi-rovina.


Giulio: Diciamoci la verità: su Rennes ormai è stato detto e scritto di tutto, ma a voler fare un’attenta analisi di tutte le fonti storiche e documentali a disposizione, come hanno fatto, ad esempio, gli autori Bill Putnam e John Wood [1], si scopre che vi sono ben poche certezze in tutta questa storia. Si sa che Berenger Sauniere, sanguigno parroco con idee anti-repubblicane, nel 1885 viene assegnato alla piccola e decadente parrocchia di Rennes-le-Château, ereditando una situazione a dir poco precaria. L’antica chiesa dedicata alla Maddalena versava in condizioni pietose, ed il parroco, dopo aver racimolato un po’ di denaro dalle offerte dei fedeli, iniziò un lavoro di restauro. Tutte le fonti concordano nell’affermare che durante i lavori di rimozione dell’altare viene rinvenuto qualcosa all’interno di uno dei pilastri che lo sostengono, ma già sulla natura di questo ritrovamento sorgono dei dubbi: la maggior parte delle fonti, ad ogni modo, concorda nel dire che si trattava di una fiala di vetro contenente alcune pergamene. Incerto persino il numero delle stesse, variabile da due a quattro.

 

 

La Chiesa della Maddalena
        
Particolare del timpano d'ingresso

La Chiesa della Maddalena

Particolare del timpano d'ingresso

 


Marisa: Eccola la chiesa! Dal vivo è molto meno 'oscura' di quanto appare nelle fonti letterarie! Forza, andiamo a scoprirne tutti i dettagli... Non mi sembra vero di essere al suo cospetto. E' la parte più antica di questo complesso appartenuto al parroco Sauniere. Probabilmente questo era considerato da tempo immemorabile il 'solito' luogo 'sacro' contrassegnato da stele o menhir, poi da una cappella o piccolo santuario paleocristiano, fino a giungere alla chiesa del IX secolo dedicata inizialmente a Santa Maria; dal 1098 venne intitolata a Santa Maria Maddalena...


Giulio: La tradizione provenzale vorrebbe che lei con le altre due Marie fosse sbarcata a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer, nostra meta precedentemente raggiunta. Qui nella Francia meridionale il culto della Maddalena è molto sentito.


Marisa: Sì, la tradizione narra anche che ella sarebbe vissuta trent'anni in eremitaggio alla Sainte Baume, in Provenza, per morire e venire sepolta a Saint Maximin, che conserva tutt'oggi il suo cranio. Ho visto entrambi i luoghi prima di venire qui e ne sono ancora inebriata, e piena di domande. Rennes-le-Château fu uno dei primi a dedicare una chiesa a Maddalena, e a proclamarne il culto. Ne è passata di acqua sotto i ponti. Ma pur se trasformato, l'edificio è arrivato fino a noi. Caspita come l'hanno 'vivacizzata'! E com'è curioso quel campanile...

 

(Molto entusiasta e incuriosita Marisa si avvicina all'ingresso. Gli echi di una melodia musicale provengono dall'interno. Da qualche tempo, infatti, forse sulla scia del clangore che il mistero di Rennes-le-Château ha scatenato in tutti gli appassionati, la chiesa si è dotata di un sottofondo musicale in stile 'noire'. Giulio prosegue nel suo 'ripasso' sulle vicende).

 

Giulio: Appena Sauniere trovò 'quel qualcosa' (di cui ignoriamo la sostanza) pare certo che - di lì a qualche tempo - poté disporre di una grossa quantità di denaro, tanto che non solo riportò a nuovo tutta la chiesa, ma fece costruire un giardino, una biblioteca, una serra, una torre, una villa; fece sistemare persino la strada che porta al paese, e cominciò a ricevere personaggi nobili ed illustri offrendo loro prelibati banchetti e costosi liquori (se ne hanno le fatture). La provenienza di queste ricchezze è stata ed è ancora il vero, mistero da scoprire. Tutto il resto che è stato detto, dal tesoro merovingio al Priorato di Sion, dalle pergamene cifrate ai quadri di Poussin, dalla Maddalena all’ubicazione delle spoglie mortali del Cristo, è soltanto frutto di ipotesi, speculazioni, illazioni basate su documenti dalle fonti incerte, spesso dei falsi palesi, e su affermazioni e notizie riportate di autore in autore senza il controllo accurato della fonte di origine.


Marisa: Concordo appieno ma aspetta un momento, Giulio, o toglieremo ai nostri lettori il gusto di visitare virtualmente insieme a noi questi suggestivi luoghi. Le nostre digitali 'friggono' e dobbiamo documentare tutto ciò che possiamo per coloro che ancora non sono potuti venire quassù. Prima di arrivare qui infatti abbiamo notato le torri di un castello, di cui nessuno parla. E l'area in cui si trova la chiesa è seminascosta dalla muraglia. Bisogna proprio esservi davanti per scoprirla.


Giulio: Giustissimo. Prima di dedicarci alla chiesa, diamo un'occhiata qui fuori... Ormai troppo è stato alterato ma vediamo di rintracciare tutti gli elementi che hanno fatto la 'fama' di questa storia. Rapida ricognizione: sulla parete sinistra dovrebbe esserci il 'giardino del pilastro' con...


Marisa: ...la 'famosa' statua della Madonna di Lourdes che Sauniere aveva fatto mettere sul 'pilastro' visigoto, capovolgendolo e scrivendovi la parola MISSION 1891... alludendo alla sua missione pastorale cominciata qui a Rennes in quell'anno. Qualcuno vi vede però un criptico significato... Penitence! Penitence! ammonisce un'incisione sul capitello superiore.

 

 

La Madonna di Lourdes
        
Il pilastro visigoto

La Madonna di Lourdes

Il pilastro visigoto




Giulio: C’è chi ha fatto notare che le due ‘S’ di “MISSION” sono più calcate e separate tra di loro, quasi a voler porre l’attenzione sul significato nascosto: “MIS SION” (“messo [da] Sion”). Ma forse si tratta soltanto di un caso: il pilastro che si vede, tra l’altro, è una copia, mentre l'originale è conservato nel museo-canonica attiguo, che poi visiteremo. Ha intrecci e annodamenti riconducibili allo stile d’epoca dell'ottavo secolo circa.


Marisa: Passi che questa sia una copia, che so fedele riproduzione dell'originale: la mia impressione è che sia molto bello. La croce patente e i dettagli, l'alpha e l'omega, la lavorazione, i 'nodi' mi sono familiari. Ci vedo uno 'zampino' longobardo e forse anche da qui potrebbero essere passati i 'miei' Maestri Comacini, chissà... E poi non ti sembra che sia curioso quel 'tempietto' sopra il capo della Madonna?


Giulio: Sono molte le cose 'curiose' qui, se ancora non fossi convinta. La statua ad esempio è atipica per una Madonna, che nell'iconografia cristiana tradizionale è sempre ammantata o cinta di azzurro. Qui è completamente bianca. O era bianca: guarda un po' com'è adesso!


Marisa: Infatti! Avevo visto parecchie immagini in cui la statua era tutta bianca! Ora il manto è azzurro... Che significa? Com'era realmente questa statua originale? Secondo me è stata dipinta con i nuovi lavori di sistemazione. Era bianca dai, non possono mentire tutte le foto. Diciamo che è stata resa più 'canonica' alla tradizione ufficiale. Anche il piedistallo non aveva tracce colorate... ora si vede una tonalità rossiccia, insomma il tutto è stato ampiamente rimaneggiato, non sappiamo se ripristinando ciò che c'era in origine o dando fondo al 'gusto' del momento.


Giulio: E' proprio questo il punto. Troppe mani e piedi son passati su questa storia. Immortaliamo ciò che vediamo, può sempre servire per raffronti con iconografie già note o con quelle… future... Ah vedi qui a destra, la ricostruzione del 'grottino' di Lourdes, desolatamente svuotato, che l'abate avrebbe costruito personalmente con le pietre che di notte andava a raccogliere in un luogo imprecisato, sulle rive del torrente Des Coleurs, insieme alla sua perpetua, Marie Denarnaud, che ebbe un ruolo determinante in tutta questa faccenda.

 

 

 

Il Calvario
        
Ingresso del cimitero

Il Calvario

Ingresso del cimitero

 

 


Marisa: Occhi aperti: siamo nel giardino del Calvario. E quello è il crocefisso su cui c'è la dedica al vescovo di Carcassonne, suo amico Billard. E poco sopra corre quella famigerata incisione [2]...


Giulio: E' curioso se pensiamo che l'abate, avendo ricevuto il permesso dal Comune di utilizzare il lato meridionale antistante la chiesa per realizzare un Calvario, a patto che l'accesso alla pubblica piazza rimanesse libero, fece spallucce e recintò subito l'area con dei muretti. Inoltre, non avrebbe potuto costruire nessuna struttura coperta e definitiva. In pratica gli erano concesse solo opere removibili. Invece guarda…


Marisa: Vedo! Sauniere fece scavare questa cisterna, per l'approvvigionamento idrico diceva, e sopra vi edificò questa specie di 'gazebo' che gli serviva da biblioteca, che ha anche parti in muratura! Altro che 'amovibile' un'opera così: eppure nessuno gliela fece mai abbattere, anche se venne sanzionato specie per la questione dell'incendio. Con il tempo, quando lui si fece una ben più sontuosa biblioteca, questa struttura venne adibita a reposoir, dove collocare temporaneamente i defunti prima della sepoltura.


Giulio: Infatti qui c'è proprio il famoso cimitero! Che fenomeno il nostro parroco a costruire una sala di lettura accanto!


Marisa: Forse perché quando di notte 'scavava', gli era più facile trascrivere subito le 'nuove scoperte' o le novità... Quello è l'ingresso del discusso cimitero in cui Sauniere e la perpetua avrebbero scavato nelle loro notturne 'escursioni' a caccia di... Appunto, di cosa? Perché divellere le tombe dei defunti mettendo l'intera area a soqquadro?


Giulio: E' quello che vorrei sapere. Cercavano qualcosa: ma cosa? I parenti però protestarono alacremente per questi scavi 'abusivi' sulle tombe dei loro congiunti. Forse inizialmente avranno pensato ad opere di ristrutturazione ma poi... si saranno insospettiti!


Marisa: Certo, non restarono con le mani in mano, è naturale. Mandarono lettere al Prefetto lamentandosi e chiedendo un intervento delle forze dell'ordine per far sospendere questi scavi. Fino a non molti anni fa il cimitero si poteva visitare, mentre ora è chiuso al pubblico. Solo i parenti hanno le chiavi per accedere e visitare le tombe dei loro cari. Dopo che però molti estranei (quelli di cui sopra, cercatori di tesori) avevano scorrazzato in lungo e in largo... Si vocifera che si potessero vedere frammenti di ossa a fior di superficie...


Giulio: Secondo molti il cimitero è la chiave (o una delle chiavi) per decifrare l'enigma di RLC: forse in qualche tomba si nasconde qualcosa, che il parroco cercava strenuamente (o occultava?). Saprai che lì vi era sepolto anche l'abate Sauniere stesso e la sua perpetua, e che entrambe le tombe furono profanate a più riprese. Questo forse è legato a sette pseudo-esoteriche...


Marisa: Proprio per questo motivo, si dice, il Comune in accordo con i discendenti dell'abate ha deciso lo spostamento del suo sepolcro all'interno dei Giardini di Villa Betania.


Giulio: Ricapitoliamo. Abbiamo un cimitero, un'antica cisterna per l'acqua su cui sorgeva uno studiolo-biblioteca; un Calvario con un giardinetto; dei vialetti; il giardino del pilastro... Il tutto recintato e chiuso con cancelletti in ferro...


Marisa: Hai fatto caso al fatto che la Madonna di Lourdes e il Crocifisso del Calvario paiono quasi 'allineati' tra loro? Si 'guardano'materialmente l'un con l'altro...

 

 

 

 

La stanzetta segreta
        
La biblioteca sopra la cisterna

La stanzetta segreta

La biblioteca sopra la cisterna

 

 

(Passando vicino all'abside della chiesa, esternamente, si nota una sorta di 'appendice' munita di oblò)

 

Marisa: Questa cos'è?


Giulio: La stanza segreta!


Marisa: Ma dai, non scherzare!


Giulio: Ma sì ti dico! Sauniere aveva fatto fare una falsa porta all'interno della chiesa.


Marisa: La classica ad anta d'armadio, suppongo!


Giulio: Esattamente. Lo spazio che ne ricavò è semicircolare come vediamo, e venne regolarmente arredato.


Marisa: Ma cosa poteva starci lì dentro? Sembra così angusto!


Giulio: Si propende per un piccolo studiolo, visto che gli era stato proibito di chiudere a chiave la biblioteca sopra la cisterna, cosa che penso non gli andasse neanche un po'! Ma nessuno lo sa veramente, cosa venisse a fare in questo angolo, almeno non noi!


Marisa: Ti dirò che la luce filtrante non dev'essere molta, ma se avesse voluto un 'rifugio' tutto personale, avrebbe evitato di porlo in vista a tutti. Così come lo abbiamo notato noi, anche tutti gli altri immagino vi abbiano fatto caso, gli avrebbero fatto delle domande...


Giulio: Mah, dubito che qualcuno possa essersi insospettito per questa stanzetta semicircolare, tanto più che pochi erano ammessi in sacrestia, e di questi ancor meno avrebbero potuto notare l’anomalia architettonica. Ma poi, tra profanazioni di tombe, frequenti passeggiate solitarie con la sua perpetua ed altre stranezze, questa della stanza sarebbe stata la meno peggio!


Marisa: Bella questa! Hai ragione, ma sai quante volte mi ritrovo a pensare che lui in questa storia c'entri fino a un certo punto? Il fatto che suo fratello fosse un prete pure lui, che avessero una certa somiglianza, potrebbe essere un fattore favorevole ad uno 'scambio di persona' che poteva far comodo certe volte? Forse i luoghi in cui Berenger fu visto, non li vide mai, forse era Alfred. Non saprei, è una sensazione mia personale. Questo fratello così enigmatico, da quanto ne so prima professore di Teologia e poi ritiratosi a ‘vita privata’, accoppiato e padre di un figlio... Pur volendo essere indulgenti come esseri umani, bisogna considerare che per i tempi non era una situazione tanto accettabile, e per la chiesa dovette essere uno scandalo in piena regola. Due fratelli sacerdoti, i Sauniere, crearono gravi problemi a Santa Romana Chiesa! Inoltre, di Alfred non si parla mai, si hanno scarne notizie. Ma in casa Sauniere la situazione era bollente sotto diversi punti di vista... La madre non voleva mettere più piede a Rennes-le-Château, le sorelle e l'altro fratello erano tutti in discordia. Mi domando perché Berenger - svolgendo la medesima professione - non avesse contatti con il fratello reverendo. Cos'era successo tra loro? Perché per un certo tempo avevano avuto intense relazioni commerciali, e mi piacerebbe sapere di che tipo. Ma poi si interruppero di botto. Alfred subì molta più damnatio memoriae di Berenger, che pure era 'strano' come prete, no? O forse fu un uomo tanto normale da non doverne parlare. Chissà... Alfred morì prima di Berenger, nel 1905, per una malattia. Un sito inglese mi pare ventili un'ipotesi simile alla mia.


Giulio: E cioè?


Marisa: Che i due fratelli potrebbero avere avuto dei segreti 'di sangue', condividevano tra loro un segreto.


Giulio: Interessante la tua ipotesi ma non si può provare che Alfred si scambiasse con suo fratello, in certe occasioni. Quali e perché? Già bastano i misteri che abbiamo, non ce ne procuriamo altri dai! Come spiegare ad esempio, l’improvvisa e documentata disponibilità di ricchezza da parte dell’abate Sauniere? In mancanza di prove certe, l’ipotesi più attendibile, secondo i ricercatori più cauti, sarebbe quella del traffico di messe. Che l’abate Sauniere si vendesse le messe era noto, tanto è vero che esisteva addirittura un tariffario, un esemplare del quale è esposto ancora oggi all’interno del museo Sauniere. Tuttavia ciò non è sufficiente a spiegare tutto: l’abate è stato più volte richiamato ed interrogato sulla provenienza di tutte quelle ricchezze, e non ha mai dato risposte chiare ed esaurienti. Insisteva nel dire che il denaro proveniva da donazioni di ricchi benefattori che tenevano all’anonimato, ma le entità delle stesse non erano più verificabili perché egli aveva già da tempo bruciato tutti i vecchi registri contabili. Perché gente ricca e benestante avrebbe dovuto fare elargizioni così cospicue ad un povero curato di campagna? Soltanto per le sue manifeste idee monarchiche? Quale che sia la provenienza del denaro di Sauniere, quello che oggi rimane a muta testimonianza di questo mistero sono le sue opere.


Marisa: Però un uomo, anzi per di più un prete, che rifiuta di dare i richiesti tre franchi giornalieri per il sostentamento di sua madre, asserendo di non possedere nulla, quando al tempo in cui lo dichiarava disponeva di un patrimonio di oltre 20.000 franchi, che persona può essere? Voleva fare tanto del bene alla propria parrocchia e poi nega una mano in casa sua? E' ipocrita. Un uomo del genere potrebbe essere capace davvero di vendere l'anima al... diavolo!

 

 

 

 

Particolare del portale
        
Terribilis est locus iste!

Particolare del portale

Terribilis est locus iste!

 

 


Giulio: A proposito... direi che è giunto il momento di un'ispezione alla chiesa di Santa Maria Maddalena! Dal vero appare più piccola e raccolta di quanto appaia nei filmati in televisione, l'hai notato?


Marisa: A dirti il vero, a me sembra più grande! Ecco, soffermiamoci un attimo sui dettagli: 1891 e 1892 (non più leggibile) è riportato sotto queste simboliche 'gargoiles', date di realizzazione del bassorilievo del portale. E' curioso come l'aspetto 'aggressivo' di queste simboliche figure, sia accostato alla bianca colomba, posta in entrambi i lati al di sopra.


Giulio: Eh, forse ciascun elemento è un indizio in questa ambigua 'caccia al mistero' indetta forse inconsapevolmente dall'abate Sauniere! Comunque questo bassorilievo così 'riempitivo' non mi piace, al di là delle considerazioni di carattere simbolico che si potrebbero fare. La chiesa romanica doveva sicuramente donare tutto un altro effetto...


Marisa: Certamente. Ed ecco la scritta latina 'Terribilis est locus iste'. Questo luogo è terribile'. Quante volte ci hanno somministrato il tormentone nei vari libri o documentari? Inizialmente trovavo legittime domande del tipo: "Perché l'abate Sauniere fece apporre all'ingresso della chiesa questa frase? Perché una chiesa dovrebbe essere il luogo terribile?". E poi subito la 'zumata' su Asmodeo, che già vedo lì dentro a sinistra, indirizzava quasi in modo obbligato a mettere insieme le due cose, come fossero in esatta sequenza. Ma chi l'ha detto?


Giulio: In effetti, sotto il timpano c'è quella scritta, ma sopra il portale è riportato 'Hic Domus Dei Est' (Qui è la Casa di Dio) e 'Et Porta Coeli' (E Porta del Cielo), che completa il contesto della frase integrale, tratta dal sogno di Giacobbe e presente in Genesi, 28-17, poi ripresa in 31,13 e 35,14...


Marisa: Nonché presente in una svariata serie di altre chiese... L'ultima scoperta che ho fatto è che si trova anche nel Santuario della Santa Casa di Loreto, dov'è custodita una famosa Madonna Nera. La 'casa del Dio' biblica era denominata Beth-El è pertanto un luogo che la manifestazione divina rende sacro, il centro del mondo, l'omphalos. Qui a Rennes, posto proprio nel contesto dell'iconografia della Maddalena potrebbe alludere al fatto che lei fosse inquadrata in realtà come la protagonista assoluta della scena, ma non solo del portale, ma della chiesa, del territorio, del cuore di Sauniere. A lei dedicò la sorprendente Torre Magdala, e pure Villa Betania. C'è chi dice che Maddalena sia in verità l'allegoria di una simbologia primigenia, di quella Mater Universale, quale è Iside, Cerere, Cibele, divinità femminili legate al culto dell'acqua.


Giulio: Ma Sauniere aveva una Cultura Filosofica secondo te?


Marisa: Sinceramente non lo credo. Dai documenti che gli studiosi hanno valutato, emerge che aveva contatti con uno o più circoli esoterici ma bisogna capire a che titolo, e con quali finalità. E secondo te?


Giulio: Non lo escludo. Si è ipotizzato che abbia avuto dei contatti con la cantante lirica Emma Calvè, e, tramite lei, con il circolo di esoteristi che le giravano intorno, tra i quali Emile Hoffet. Non credo spossano avere frequentazioni del genere senza un minimo di interesse o partecipazione, specialmente per un sacerdote. In realtà, credo che l’abate Sauniere sapesse molte più cose di quante ne abbia mostrate o scritte.
Ma ecco, entriamo...

 

 

- Fine I parte -

 

 



Parte II - La chiesa della Maddalena

Parte III - Il museo Sauniere, la Torre Magdala, Villa Betania

 


Note:

 

(*) Marisa Uberti è una ricercatrice indipendente, autrice e curatrice del sito "Due Passi nel Mistero". Lo stesso articolo, con foto differenti, può essere letto nel suo sito visitando questo indirizzo.

 

[1] Bill Putnam, John E. Wood, "Il tesoro scomparso di Rennes-le-Château", Newton & Compton Ed., 2° ediz., Roma, 2005.

 

[2] Marisa si riferisce alla scritta "CHRISTUS AOMPS DEFENDIT", posta su uno dei lati del basamento del Calvario, che a lungo ha dato adito a numerose ipotesi e tentativi d'interpretazione. Un'ipotesi molto suggestiva interpretava la parola "AOMPS" come l'acrostico della frase "Antiquus Ordo Misticusque Prioratus Sionis", e quindi l'intera frase diventava "Cristo difende l'Antico e Mistico Ordine del Priorato di Sion". In realtà, la frase ha tutt'altro significato, e compare nella sua interezza in un'iscrizione posta sul basamento dell'Obelisco Vaticano, in Piazza San Pietro, a Roma: "Christus Ab Omni Malo Plebem Suam Defendit", cioè "Cristo difende il suo popolo da ogni male". Niente di misterioso, quindi!