La chiesetta di Santa Maria di Forcassi, oggi diruta, era nel periodo medievale un'importante stazione di sosta per i pellegrini in viaggio sulla Via Francigena, tanto da essere registrata dall'abate Sigerico nel suo diario di viaggio come submansio V, col nome di Furcari. L'area su cui sorge, l'odierna frazione di Forcassi (o Forocassio) a Vetralla (VT), era un tempo sede del Forum Cassii, il foro di Cassio, ossia un centro politico ed economico realizzato in un territorio in cui non sussisteva un centro abitato vero e proprio.
La realizzazione del Foro dovette essere contemporanea alla realizzazione della Via Cassia (prima metà del II sec. a.C.), poiché l'evidenza archeologica non va oltre tale periodo. Oltre che nell'itinerario di Sigerico (X sec.), l'esistenza del sito è ricordata nella Tabula Peutingeriana, dell'Anonimo Ravennate (copia del XVI sec. di un'antica mappa delle strade dell'Impero Romano realizzata tra il 64 e il 12 a.C.), dalla Cosmographia di Aethicus (VII-VIII sec.) e dall'Itinerarium Provinciarum Antonini Augusti (inizio III sec. a.C.).
La chiesa è originaria del X sec., intorno alla metà del XII sec. fu donata da Innocenzo II, Celestino II ed Eugenio III ai Cavalieri Ospitalieri, con lo scopo di istituirvi un ospedale per pellegrini. Decaduta la funzione assistenziale, la chiesa rimase in uso come luogo di culto. A partire dal XVII secolo essa fu adibita ad uso amministrativo, alle dipendenze della Commenda di Santa Maria in Carbonara di Viterbo. Nel 1807, in seguito all'occupazione dei territori dell'ex Stato Pontificio da parte delle truppe napoleoniche, tutto il territorio circostante divenne un dipartimento dell'Impero Francese, il Cantone dei Cimini, di cui Vetralla divenne capoluogo. L'ex chiesa dei Cavalieri di Malta passò in mano a privati, e questo segnò l'inizio della sua fase discendente, che nel tempo la ridussero nello stato di degrado e di abbandono nella quale versa ancora oggi.
L'edificio si presenta ad un'unica navata, provvista di tre absidi. L'originale soffitto ligneo a capriate, risalente ai secoli XV e XVI, è oggi sostituito da una copertura di lamiera che lascia trapelare infiltrazioni d'acqua piovana. Nonostante l'esposizione alle intemperie, tuttavia, ancora oggi è possibile vedere, sbirciando all'interno, alcuni resti di affreschi. Tra questi spicca una Madonna in trono con bambino e Crocifissione, sulla cui attribuzione esistono diverse ipotesi: secondo Enrico Guidoni, docente di storia dell'arte dell'Università La Sapienza, essa è da attribuire al Masaccio, mentre il critico d'arte Paolo Antinucci, la fa derivare dalla scuola di Lorenzo da Viterbo. Tra le altre opere che sono state individuiate all'interno, si ricordano un ritratto di Innocenzo III, alcune scene di Santi ed una raffigurazione dei Dodici Apostoli, tutte databili dal XIV al XVII secolo. È noto che tra l'XI ed il XII secolo parte dell'impianto architettonico della Chiesa di Santa Maria in Forcassi venne espiantato per essere reimpiegato nella costruzione della Chiesa di San Francesco, a Vetralla. Alcuni capitelli e lastre marmoree che decorano la cripta, infatti, provengono proprio dalla chiesa in Foro Cassio.
Esternamente è ancora possibile ammirare il magnifico rosoncino che orna la cuspide della facciata, e che ha dal punto di vista simbolico un fascino del tutto particolare. Esso rappresenta, infatti, uno stupendo Nodo di Salomone tridimensionale, incastonato nell'apertura circolare. È opinione di alcuni autori, come Gianluca Di Prospero ("Viterbo custode segreta", Intermedia Edizioni, Orvieto, 2011), che Santa Maria di Forcassi appartenne, un tempo, ai Cavalieri Templari e che facesse parte di un circuito di chiese templari che costellavano il territorio attorno a Viterbo: da Santa Maria in Carbonara a Santa Maria in Capita, presso Bagnoregio, da Castell'Araldo, presso Marta, a San Savino in Tuscania, da Santa Maria del Tempio a Sutri alla Chiesa del Santo Sepolcro di Acquapendente.
Un altro ambiente che si apre sul lato destro poteva fungere, forse, da sagrestia. In esso è stato individuato l'ingresso ad un ambiente sotterraneo, probabilmente una cripta. Attraverso di essa si raggiungerebbe un complesso sotterraneo corrispondente all'antico insediamento d'epoca romana, le rovine del Forum Cassii. Una prospezione effettuata con il georadar dagli archeologi inglesi Johnson, Keay e Millett, della British School of Rome, hanno messo in evidenza l'esistenza di un insediamento urbano con tanto di criptoportici, ville, impianti termali e forse anche un teatro, oltre ad un certo numero di monumenti funebri e ad una rete di strade lastricate. Questo oscuro varco, che abbiamo fotografato in loco, potrebbe dunque condurre in un mondo sotterraneo dimenticato nel tempo, che le amministrazioni comunali e la Soprintendenza continuano ad ignorare.
La Via Francigena: Submansio V - Furcari