Cappella della Lingua d'Italia
La Lingua d'Italia comprendeva il Regno di Napoli e quello delle Due Sicilie, lo Stato Pontificio, la Toscana e Venezia. Dedicata a S. Caterina di Alessandria, la cappella occupa un posto d'onore alla sinistra dell'altare principale. La pala d'altare, che rappresenta il Matrimonio mistico della Santa, è stato realizzato da Mattia Preti. Le due lunette laterali raffigurano altri due importanti eventi legati alla sua agiografia: Santa Caterina che disputa con i filosofi, sulla destra, e Il Martirio di Santa Caterina, sulla sinistra, entrambi di scuola italiana del XVII sec. Sotto le lunette troviamo altri due importanti dipinti: a sinistra, Maria Maddalena penitente, copia fedele di un quadro del Correggio, e una copia del San Girolamo scrivente del Caravaggio, il cui originale è attualmente esposto nell'oratorio. Di grande impatto è anche il cenotafio dedicato al gran maestro Gregorio Carafa (1680-90). Sopra l'altare, che ospita le reliquie di Sant'Eufemia, è alloggiata una piccola icona che rappresenta una Madonna Nera, non documentata.
Cappella della Lingua di Francia
La Cappella della Lingua di Francia fu dedicata dal gran maestro La Cassiere alla Conversione dell'apostolo San Paolo, raffigurata nell'affresco dell'altare, opera di Mattia Preti. Le lunette laterali rappresentano altri due episodi salienti della vita del Santo: a destra si ha il Naufragio di San Paolo sull'isola di Malta ed a sinistra la Decapitazione di San Paolo a Roma, entrambi realizzate dall'artista tedesco Lukas Kilian. La cappella ospita inoltre ben tre monumenti funerari di cui due sono dedicati ad altrettanti illustri Gran Maestri: abbiamo quello di Adrien de Wignacourt (1690-97), nipote del più noto Alof, e quello di fra' Emmanuel de Rohan (1775-97). Il terzo, invece, più illustre di tutti, è il monumento del Visconte di Beaujolais, fratello di re Filippo di Francia, che morì il 29 Maggio 1808 mentre si trovava in visita a Malta.
Cappella della Lingua di Germania
La Lingua di Germania includeva non solo i cavalieri tedeschi ma anche quelli di Austria, Norvegia, Svezia, Danimarca e Olanda. Dedicata all'Epifania, presenta nella pala d'altare un'Adorazione dei Magi di Stefano Erardi, che ha dipinto anche gli affreschi nelle lunette laterali. A destra, troviamo il Massacro degli Innocenti, mentre a sinistra la Natività di Cristo.
La Cappella della Lingua di Provenza
La Cappella della Lingua di Provenza è dedicata a San Michele Arcangelo, raffigurato nell'affresco dell'altare come un giovane guerriero nell'atto di sconfiggere il Male sotto forma di dragone. La lunetta laterale rappresenta invece l'Apparizione di San Michele sul Monte Gargano. I due monumenti funerari presenti in questa cappella appartengono ai gran maestri Antoine de Paule (1623-36) e Jean Lascaris Castellar (1636-57).
La Cappella della Lingua Anglo-Bavarese
Originariamente detta Santuario delle Sante Reliquie, divenne Cappella della Lingua d'Inghilterra e Bavaria nel tardo XVIII sec. È dedicata a San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano e noto riformatore cattolico. L'affresco d'altare, del tardo XVIII sec., rappresenta la Presentazione del Santo alla Vergine Maria ed è attribuito a Claudio Francesco Beaumont. L'altare contiene numerose reliquie di Santi, originariamente racchiuse in preziosi reliquari che però vennero rimossi durante l'occupazione francese del 1798.
Caravaggio: il periodo maltese
Quando arrivò nell'isola di Malta, il pittore italiano Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610), meglio noto come Caravaggio, era un già un artista affermato che aveva eseguito moltissimi lavoro soprattutto in Roma. Trovandosi coinvolto in una violenta lite, durante la quale ferì il suo avversario, fu costretto a lasciare Roma ed a rifugiarsi nel Regno di Napoli, dove cercò di ottenere il perdono papale per mezzo delle sua amicizie potenti. Quando ebbe l'occasione d'imbarcarsi per l'isola di Malta su una galea dell'Ordine, non se la fece scappare, e così raggiunse l'isola nel luglio del 1607. Il sogno dell'artista non era solo quello di ottenere protezione, ma anche di entrare a farne parte. Dopo aver trascorso un anno di noviziato in un convento, fu investito cavaliere nel luglio del 1608, in una gran cerimonia che si tenne all'interno dell'oratorio. Poche settimane più tardi, la sua indole turbolenta tornò a metterlo nei guai, stavolta venendo coinvolto in una rissa nella quale rimase ferito un cavaliere d'alto rango. Arrestato ed imprigionato nella fortezza di Sant'Angelo, riuscì con grande abilità ed inventiva ad evadere nell'Ottobre del 1608, e si diede nuovamente alla fuga. La sua condotta ignominiosa, comunque, non fu apprezzata dal Concilio il quale immediatamente lo espulse dall'Ordine con una cerimonia che fu tenuta nello stesso oratorio, davanti all'affresco che tanto devotamente aveva realizzato per conto dell'Ordine e firmato con l'appellativo di cavaliere, "Fra' Michelangelo".
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Emblema di Malta e trionfo artistico dell'arte barocca, la Co-Cattedrale deve questo nome al fatto che in origine la sede vescovile era la Cattedrale di San Paolo a Mdina, la vecchia capitale. Dopo l'edificazione della nuova capitale, La Valletta, il Vescovo di Malta si è ritrovato ad avere due chiese di pari rilevanza, cosicché, nel 1816, la Santa Sede ha coniato il termine Co-Cattedrale. L'edificio è dedicato a San Giovanni Battista, patrono dell'Ordine, e la sua costruzione, iniziata nel 1522, venne affidata a Gerolamo Cassar, ex ingegnere militare, che impiegò soli cinque anni per la sua edificazione. Nel corso degli anni Gran Maestri, dignitari e cavalieri dell'Ordine contribuirono con generose donazioni all'ornamento della chiesa, tanto che oggi, a dispetto della sobrietà della sua facciata, si mostra al suo interno come un prezioso gioiello di raffinata oreficeria. I Cavalieri di Malta, che si riferivano alla cattedrale come "la nostra chiesa maggiore della Sacra Religione Gerosolimitana", destinavano la fetta maggiore del loro patrimonio annuale all'abbellimento della chiesa, chiamando al lavoro i migliori artisti dell'epoca.
Foto 1 - Bassorilievo di Cristo Salvatore, di Alessandro Algardi
Foto 2 - La navata centrale e la volta affrescata
Internamente, la chiesa è divisa in tre navate ed è coperta da una volte a botte, mirabilmente affrescata con 18 pannelli rappresentanti la storia di San Giovanni (foto 2): dalla visione di Zaccaria nel tempio, nel primo pannello dal lato dell'ingresso, fino alla decapitazione nell'ultimo pannello che sovrasta l'altare. Tutti i dipinti sono opera dell'artista calabrese Mattia Preti (1613-1699), che ha realizzato anche l'affresco absidale e la maggior parte di quelli presenti nelle cappelle laterali.
Foto 3 - L'icona di Nostra Signora di Carafa
Oggi l'icona originale non si trova più a Malta, e la Cappella di Philermos ospita invece un'altra illustre icona mariana denominata "Nostra Signora di Carafa", copia dell'originale detta "Nostra Signora di Lanciano", originariamente esposta nella Cappella della Lingua d'Italia. La pregevole fattura di questa icona di stile bizantino, ricoperta di lamine d'argento sbalzato che ne lasciano intravvedere soltanto il volto, ci ha lasciato affascinati. La resa del volto e dello sguardo della Madonna è tanto efficacie che sembra di ammirare non tanto una fotografia, ma addirittura un volto in carne ed ossa! Ogni dettaglio della raffigurazione tende simbolicamente a rappresentare la Vita. Intanto, la Vergine non ha il Bambino, ma guarda benevolmente verso l'osservatore presentandogli le palme delle mani in un gesto di benedizione. La tunica è stretta alla vita con una cintura annodata sul davanti, ed il nodo ha la forma di un Ank, la croce ansata degli Egizi, un simbolo di Vita. Il manto è ornato di fiori vivaci e tralci di vite: ancora una volta, simboli di vita. La splendida corona dorata, che le dona regalità, sembra sospesa quasi a sfiorarle il capo, in quanto sorretta da due minuscoli cherubini.
Foto 4 - L'altare principale e la lampada votiva
Foto 5 - Il pavimento coperto di lastre tombali
Foto 6 - Crocifisso ligneo di Polidoro da Caravaggio
Fonte: Cynthia de Giorgio, "St. John's Co-Cathedral - Valletta", Heritage Books in associazione con The St. John's Co-Cathedral Foundation, 2007.
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La Cappella di Nostra Signora di Philermos
La prima cappella sul lato sud, alla sinistra dell'altare principale, è dedicata a Nostra Signora di Philermos, ed era la più importante per l'Ordine, perché custodiva la loro reliquia più preziosa, l'icona di Nostra Signora di Philermos, cui erano attribuiti poteri miracolosi e che era in possesso dell'Ordine sin dai tempi in cui esso si trovava a Gerusalemme. Si tratta di una Madonna Nera, è un'icona bizantina dipinta su tavola di legno, e prende il nome dal Santuario del Monte Philermos, a Rodi. Attribuita a San Luca, fu portata a Rodi da Gerusalemme intorno all'anno Mille. Quando l'Ordine perse l'isola di Rodi, essa venne portata a Malta, nel 1530, per mano del gran maestro L'Isle Adam. L'icona venne piazzata in questa cappella subito dopo l'edificazione della nuova cattedrale. Dopo la conquista napoleonica, essa costituì uno dei pochi tesori che al gran maestro Ferdinand von Hompesch fu consentito di portare via. L'icona passò poi allo zar Paolo I, suo successore alla guida dell'Ordine. Dopo la morte dello Zar, nel 1801, fu trasferita nel Palazzo d'Inverno. Durante la Rivoluzione Bolscevica del 1917 l'Imperatrice vedova Sofia la prese con sé nel suo esilio. I suoi eredi l'affidarono al Sinodo dei Vescovi Ortodossi Russi in Esilio. Alla soglia dell'invasione nazista, temendo per la sua sorte, l'icona fu spedita presso il monastero di Ostrog, in Montenegro, dove giacque dimenticata per molti anni. Nel 1997 un rinnovato interesse per l'icona ne permise il recupero, e l'originale si trova oggi esposta nel Museo dell'Arte a Cetinje, nel Montenegro. La copia che oggi si trova esposta nella Co-Cattedrale è un dono dei popoli di Russia e Jugoslavia a Sua Grazia Mons. Joseph Mercieca, arcivescovo di Malta, offerto nel 2001 su iniziativa di Sergei Zotov, ambasciatore russo a Malta, e di fra' Andrew Bertie, gran maestro dell'Ordine.
Cappella della Lingua di Auvergne
Le Lingue Francesi di Francia, Auvergne, e Provenza, le più antiche dell'Ordine, occupano un posto d'onore alla sinistra dell'altare principale. In particolare, la cappella di Auvergne è dedicata a San Sebastiano, raffigurato nell'affresco dell'altare, opera di un autore anonimo del XVII sec. La sua reliquia, portata da Rodi, si trova nell'altare della Cappella della Lingua Anglo-Bavarese, detta anche Cappella delle Reliquie. Le lunette laterali rappresentano scene di vita del Santo e sono opera di Giuseppe D'Arena: sono San Sebastiano inginocchiato ai piedi di papa Caio, a destra, e il Martirio di San Sebastiano, a sinistra. Un solo monumento funerario si trova al suo interno, quello dedicato al gran maestro Annet de Clermont de Chattes-Gessan (1660). Degna di nota è anche la lastra tombale posta sul pavimento al centro della cappella. Essa commemora un leggendario eroe del Grande Assedio, Don Melchior de Robles, che stranamente non apparteneva all'Ordine di San Giovanni, ma all'Ordine della Spada.
Cappella della Lingua d'Aragona
La Lingua d'Aragona includeva Valencia, Navarra e la Catalogna. La cappella è dedicata a San Giorgio, patrono dei cavalieri aragonesi. È una delle più ricche della chiesa, ed occupa un posto privilegiato vicino l'altare principale, sulla destra. I dipinti sono opera di Mattia Preti: sull'altare troviamo un San Giorgio a cavallo trionfante dopo l'uccisione del drago. Nelle lunette, invece, troviamo scene della vita di San Lorenzo: l'Incontro con papa Sisto III, sulla destra, e il Martirio sulla graticola, sulla sinistra. Altri due dipinti sono appesi ai muri laterali, sotto le lunette: a sinistra abbiamo il ritratto di San Francesco Saverio, a destra quello di San Firmino, vescovo di Pamplona. L'altare contiene l'intero corpo di San Fedele martire, mentre la cappella comprende ben quattro monumenti funerari di altrettanti Gran Maestri che diedero lustro alla Lingua d'appartenenza: Raphael Cotoner (1660-63) e Raymond Perellos y Roccaful (1697-1720), sulla destra, Martin de Redin (1657-60) e Nicolas Cotoner (1663-80), sulla sinistra.
Cappella della Lingua di Castiglia, Leon e Portogallo
È dedicata a San Giacomo il Minore, patrono della Spagna, i cui resti si trovano nel Santuario di Compostella, secondo per importanza soltanto alla Basilica di San Pietro, a Roma. L'affresco dell'altare rappresenta il Santo con la caratteristica conchiglia simbolo del pellegrinaggio per eccellenza, opera di Mattia Preti. Le lunette laterali presentano altri due affreschi realizzati dall'artista calabrese: San Giacomo che scaccia i Mori dalla Spagna, sulla destra, e San Giacomo inginocchiato ai piedi della Madonna del Pilar, sulla sinistra. La cappella comprende altri due monumenti funerari: uno è quello del gran maestro Emmanuel Pinto de Fonseca (1741-73) e l'altro ad Antonio Manoel de Vilhena (1722-36). Nell'altare sono conservate le reliquie di San Clemente martire, donate da Pinto alla Lingua, che a sua volta le aveva ricevute come dono da papa Benedetto XI. |
Introduzione: l'isola di Malta
Le altre località di rilievo: Mdina e Cottonera
Le altre località di rilievo: Mosta, Hagar Qim e Gozo