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Mostra: Alphonse Mucha


Roma, Complesso del Vittoriano


(15 Aprile - 11 Settembre 2016)





La mostra


Realizzata all'interno del Complesso del Vittoriano, nell'ala Brasini, la mostra "Alphonse Mucha" ripercorre la carriera e le opere principali dell'artista ceco Alfons Maria Mucha (Ivančice, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939). Mucha è stato uno dei più grandi esponenti del movimento artistico dell'Art Nouveau, che in Italia divenne noto anche come Stile Liberty. La mostra si compone di sei sezioni (Un boemo a Parigi, Un creatore di immagini per il grande pubblico, Un cosmopolita, Il mistico, Il patriota e L'artista-filosofo) ed espone circa 200 opere tra dipinti (come l'autorittratto del 1899 e La Francia abbraccia la Boemia, del 1918, che celebra la liberazione della Boemia da parte dei Francesi e cela molti messaggi simbolici tra cui l'allegoria dello spirito rivoluzionario francese, raffigurato come un giovane dal berretto frigio rosso), manifesti (come quelli per le opere teatrali Gismonda, del 1894, e La Signora delle Camelie, del 1896), poster pubblicitari (le sigarette Job, i biscotti Lu, gli champagne Moët Chandon e Ruinart) e gioielli (come quelli creati per l'Esposizione Universale di Parigi del 1900, o le medaglie massoniche create per la Gran Loggia di Praga).


La mostra, curata da Tomoko Sato, è stata organizzata dal gruppo Arthemisia in collaborazione con la Fondazione Mucha, patrocinata dall'Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e con il contributo della Regione Lazio.



Vita e opere


Alfons MuchaAlfons (o Alphonse, secondo la translitterazione francese) si distinse fin dall'infanzia nelle sue doti artistiche, che lo facevano eccellere nell'arte del disegno. Dopo essersi fatto le ossa come scenografo in un'importante compagnia teatrale, si fece notare come decoratore d'interni tanto che il conte Karl Khuen Belasi di Mikulov lo assunse per adornare le sale di due castelli in Moravia ed in Tirolo. Colpito dalle qualità dell'artista, il conte decise di finanziarlo degli studi, e lo mando dapprima a diplomarsi presso l'Accademia delle Belle Arti di Monaco di Baviera, e poi a perfezionarsi presso l'Académie Julian e l'Academie Colarossi. Mucha si impose ben presto come il massimo esponente della nascente Art Nouveau, raggiungendo la definitiva consacrazione realizzando, nel 1894, il manifesto dell'opera teatrale Gismonda, di cui era protagonista la famosa Sarah Bernhardt. L'attrice ne fu talmente entusiasta che scritturò il pittore con un contratto di sei anni.


In quegli anni alla mano sapiente di Mucha venne affidato praticamente di tutto: cartelloni pubblicitari, manifesti teatrali, copertine di riviste, calendari, confezioni di biscotti, etichette di profumi, pacchetti di sigarette, illustrazioni di libri e quant'altro. Ben presto, l'atmosfera frivola e lussuosa di Parigi cominciò a cozzare con la sua indole. Da fervente patriota, Mucha sognava uno stato ceco libero dalla dominazione asburgica, e libero di farsi forza per mezzo delle proprie tradizione e della propria identità nazionale. Per questo, egli concepì un'opera colossale, l'Epopea Slava, a cui lavorò per ben diciotto anni, nella fase culminante della sua carriera artistica.



Gismonda

La Dame aux Camelias

La Samaritaine

Gismonda (Parigi, 1894)

La Dame aux Camelias (Parigi, 1896)

La Samaritaine (Parigi, 1897)



Nel 1906, Mucha andò a stabilirsi negli Stati Uniti d'America, dove rimase per quattro anni, e finalmente tornò in Europa, nella sua amata Praga, dove cura le decorazioni del Teatro delle Belle Arti e di altri importanti palazzi della capitale boema. Al termine della Prima Guerra Mondiale, quando la Cecoslovacchia divenne nazione indipendente, all'artista fu commissionata la realizzazione grafica di tutto l'apparato burocratico della nascente nazione: monete, francobolli, documenti governativi. In quegli anni Mucha riuscì a trovare i finanziamenti per portare a compimento la sua "Epopea Slava", che venne esposta per la prima volta nel 1928. Tre anni più tardi, gli fu commissionata una vetrata nella Cattedrale di San Vito, all'interno del Castello di Praga. Dedicata ai santi Cirillo e Metodio, l'opera è zeppa di riferimenti simbolici, fra i quali spiccano il monogramma cristico (Chi-Rho) ed un esemplare di Scudo Trinitario.



La vetrata nella Cattedrale di San Vito

Lo Scudo Trinitario

La vetrata di Mucha nella Cattedrale di San Vito, Praga

Particolare dello Scudo Trinitario



Con l'avvento della Seconda Guerra Mondiale, e l'invasione della Cecoslovacchia da parte dei Nazisti, Mucha è uno dei primi ad essere arrestati dalla Gestapo. Ammalatosi di polmonite durante i pesanti interrogatori, non si rimetterà mai più. Morì a Praga il 14 Luglio del 1939, e fu sepolto all'interno del cimitero Vyšehrad. La capitale boema gli dedicherà un importante museo.



Mucha e la Massoneria


Mucha in alta uniforme massonica L'opera di Mucha è caratterizzata da un notevole impatto visivo, con le sue figure femminili tratteggiate con sottile erotismo e sensualità ed inserite in un contorno grafico di perfette armonie geometriche. Ad uno sguardo più attento, si distinguono anche simbologie molto più profonde, indice di spiccate conoscenze di carattere iniziatico. Alfons venne iniziato al Grande Oriente di Parigi nel 1898. In seguito egli diventò il più assiduo promotore della Massoneria ceca, fondando egli stesso, nel 1919, la Loggia Jan Amos Komensky in quel di Praga. Nel corso della sua carriera massonica, egli ricoprirà la carica di Gran Maestro presso la Gran Loggia cecoslovacca, e nel 1923 quella di Sovrano Gran Commendatore raggiungendo il 33° grado del R.S.A.A. (Rito Scozzese Antico Accettato).


Una delle pagine del Pater L'opera che più riflette le sue conoscenze in campo esoterico è Le Pater, un volume illustrato che venne pubblicato a Parigi nel 1899. Si tratta di una versione illustrata del "Padre Nostro", la preghiera fondamentale del cristiano che Gesù stesso aveva insegnato ai suoi discepoli. Mucha trascende le parole della preghiera per lanciare un messaggio sul progresso dell'umanità alle future generazioni, presentando il modo di raggiungere il più alto gradi di illuminazione spirituale, l'ideale punto di connessione dell'umano con il divino. Nel 1925 egli produsse un'altra opera significativa in quest'ambito: pubblicò il saggio Svobodné zednářství (Frammassoneria) per celebrare il 333° anniversario della nascita di Jan Amos Komensky (1592-1670), il fondatore spirituale della Gran Loggia ceca.


Oltre alla pubblicazione, negli anni praghesi l'artista realizzerà numerosi gioielli, accessori e diplomi per la Libera Muratoria ceca, che oggi si trovano esposti presso l'Alfons Mucha Museum di Praga, ed alcuni di essi figurano anche nella mostra allestita al Vittoriano.


Come è avvenuto per il contemporaneo Gustav Klimt, anche all'artista ceco è stato dedicato un mazzo di Tarocchi appositamente realizzato in stile Art Nouveau, ispirandosi alle sue opere.



Calice massonico

Diploma massonico

Medaglia massonica

Calice massonico

Diploma massonico

Medaglia massonica





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