Indizi di presenza templare nel territorio
L'Abbazia di San Giovanni in Argentella
Le origini di questo paese si perdono nel tempo: probabilmente si potrebbe identificarla con l'antica Cameria o l'antica Regillum che nella lega dei Sabini guerreggiarono con Roma. È anche probabile che le sue origini siano ancora più antiche, come sembrerebbe testimoniare il ritrovamento nella frazione di Cretone del reperto fossile denominato, appunto, Uomo di Cretone, tuttora in esame presso gli esperti del Museo Pigorini di Roma. Nell'VIII secolo sorgeva nel territorio di Palombara l'Abbazia di San Giovanni in Argentella, in contemporanea con quella non troppo lontana di Farfa. Ma è soltanto nell'XI sec. che compare per la prima volta il nome Columbaria (Palombara) ad indicare il feudo dei discendenti del duca Alberico, della stirpe di Desiderio, re Longobardo. Intorno all'anno 1000, per la paura suscitata dalla minaccia delle invasioni barbariche, molte popolazioni si spostarono creando nuovi agglomerati in posizioni più sicure. È in questo periodo che nasce il Castello Savelli, centro di difesa del paese. Venduta ai Savelli nel 1276, Palombara dovette affrontare varie guerre, tra cui quella tra i Colonna e gli Orsini, durante la quale subì, resistendo, numerosi assedi. Nel 1556 venne sopraffatta dagli Spagnoli in guerra con la Francia e venne messa a ferro e fuoco.
Intorno all'anno Mille, conseguentemente alla minaccia delle invasioni barbariche, molti centri abitati subiscono il fenomeno dell'Incastellamento, ovvero l'agglomerarsi di popolazioni rurali sparse intorno ad un castello, o rocca, costruito sulla cima di un monte. Palombara non fu da meno: già intorno al 900 venne edificata una prima torre d'avvistamento, attorno alla quale, intorno all'anno 1000, venne edificato il palatium. La rocca vera e propria nacque nel 1100, ampliando la costruzione precedente ed aggiungendo quattro torri lungo tutto il perimetro. Il castello ha poi subito numerose altre modifiche, tra cui diverse sopraelevazioni e la realizzazione del cosiddetto "Soccorso", un caratteristico camminamento costruito su due piani (uno, superiore, scoperto e quello sottostante coperto) lungo 83 metri e dotato di 37 feritoie, mediante il quale i balestrieri potevano fare avanti ed indietro dalla rocca al torrione senza essere visti. Il Castello è ricco di storia: nelle sue stanze si sono verificati numerosi eventi di una certa rilevanza. Il conte Ottaviano firmò qui un atto di restituzione a favore dell'abate di San Giovanni in Argentella (1111); vi venne arrestato l'antipapa Innocenzo (1180), papa Onorio IV (un Giacomo Savelli) vi confermò il proprio testamento (1285); le sue stanze ospitarono una delle più importanti sessioni del Tribunale Ecclesiastico nel processo italiano contro i Templari (1310); vi trovò rifugio Benvenuto Cellini (1532) e vi nacque la Venerabile Virginia Savelli Farnese (1602), fondatrice delle Oblate Agostiniane di Santa Maria dei Sette Dolori.
Il pozzo nel giardino del castello
Nel giardino del castello, tra celle vuote e frammenti architettonici sparsi, si trova uno dei pozzi utilizzati nel Medioevo per attingere l'acqua. Curiosamente, alla base di questo pozzo, si può notare, graffita nell'anello di pietra perimetrale, una Triplice Cinta.
Ufficialmente, nella storia di Palombara Sabina, i Cavalieri Templari compaiono soltanto nel processo che li vide imputati nei primi anni del XIV sec., che si tenne proprio nelle stanze del Castello Savelli, e che si concluse, il 17 Luglio 1310, con la condanna di Gualtiero Di Natale, l'ultimo dei Templari italiani. Ma perché proprio qui, verrebbe da chiedersi? Si possono ipotizzare altri collegamenti tra il paese e la confraternita di monaci guerrieri? In mancanza di dati certi, si possono fare alcune osservazioni. Il nome Columbaria (poi divenuto Palombara) appare citato per la prima volta in una bolla di papa Giovanni XIX del 1029, in riferimento al feudo dei discendenti del duca longobardo Alberico, gli Ottaviani, che avrebbero al lungo governato il paese. Curiosamente, però, lo stesso nome era di uso frequente nella toponimia dei Templari, che appresero durante le Crociate in Terrasanta l'uso di colombi viaggiatori come mezzo di comunicazione strategica. Nella loro ottica, in particolare, il nome Columbaria, Colombara, Palombara e simili indicava una torre d'avvistamento con annessa colombaia per le comunicazioni d'emergenza. Un altro indizio ce lo suggerisce la presenza dell'abbazia. Durante il Medioevo nella regione della Sabina l'Abbazia di Farfa aveva un'influenza massiccia e quasi esclusiva sul territorio. Intorno al VIII sec., però, anche l'Abbazia dell'Argentella cominciava ad avere una certa autorità. Tutta l'area era infestata dai Saraceni, che all'epoca compivano scorrerie di ogni tipo e che fecero di Farfa la loro base d'appoggio. Il fatto che sia testimoniata per quell'epoca la diffusione, a Palombara, del culto di San Biagio, considerato il protettore delle popolazioni minacciate dagli infedeli, suggerirebbe l'ipotesi di una prolungata permanenza dei Saraceni anche in questo paese. Ecco quindi innestarsi un altro buon motivo per la presenza templare nel territorio, tanto più che il convento non era solo un semplice ricovero per religiosi ma un'abbazia fortificata, ricca di possedimenti e ben collegata con i centri politici e di potere del suo tempo. Si potrebbe anche segnalare la vicinanza del paese di San Polo dei Cavalieri. Il nome "San Polo" deriva dal fatto che per lungo tempo il luogo appartenne alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, in Roma. Più interessante l'appellativo "dei Cavalieri" il quale, pur non comparendo nei documenti ufficiali prima del XVIII sec., sembrerebbe richiamare una passata appartenenza del posto, se non ai Templari, perlomeno agli Ospitalieri, che nell'XI sec. occupavano la Rocca medievale.
L'Abbazia di San Giovanni in Argentella (VIII sec.)