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L'Eremo di Montesiepi (XII sec.)


Chiusdino (SI)



L'Eremo di Montesiepi



La Rotonda, o Eremo, di Montesiepi venne edificato subito dopo la morte di San Galgano nel luogo ove sorgeva la capanna in cui aveva trascorso l'ultimo anno della sua vita, in preghiera e meditazione. Il cavaliere Galgano Guidotti nacque a Chiusdino (SI) nel 1148 (secondo una leggenda per intercessione dell'Arcangelo Gabriele), da padre Guido e madre Dionisia. Condusse una vita dissoluta fino ad oltre vent'anni, poi dopo che lo stesso Arcangelo Gabriele gli era più volte apparso in sogno, si convertì alla vita monastica. Iniziò a predicare nel territorio senese e poi si ritirò in una capanna sul Monte Siepi che diventerà il suo eremo. Come atto di fede egli c ompì l'unico miracolo che gli sia attribuito: piantò la sua spada nella roccia in modo che l'elsa diventasse l'effigie di una croce. Da allora nessuno è più riuscito ad estrarla. Galgano morì il 3 Dicembre 1181, all'età di 33 anni.


La costruzione dell'eremo cominciò subito dopo, per concludersi nel 1185 quando venne consacrato dal Vescovo di Volterra Ildebrando Pannocchieschi, con l'imprimatur di papa Lucio III. Il complesso è a pianta circolare, interrotta solamente dal pronao d'ingresso, dall'abside semicircolare e dalla cappella del Lorenzetti. La straordinaria cupola semisferica è realizzata a fasce cromatiche alternate.



La spada nella roccia


Al centro della Rotonda, da oltre 800 anni giace conficcata in una roccia la spada di San Galgano. La spada che si vede oggi, sotto una spessa lastra di cristallo che la protegge da eventuali atti vandalici, sostituisce l'originale che si spezzò nel tentativo di estrarla.



La spada di San Galgano

Particolare della spada nella roccia



La tradizione della spada di San Galgano richiama curiosamente quella della "spada nella roccia" del leggendario Re Artù, tanto che in molti vi hanno visto più che una semplice coincidenza. Narra la leggenda che alla morte di Uther Pendragone, sovrano inglese senza eredi, il mago Merlino infisse prodigiosamente una spada nella roccia predicendo che chiunque fosse riuscito ad estrarla sarebbe diventato il nuovo Re d'Inghilterra. Molti e vani furono gli sforzi di nobili e cavalieri, ma la spada aveva un suo segreto: per estrarla non occorreva soltanto forza fisica, ma purezza di cuore e nobiltà d'animo. Essa cedette soltanto al giovane Artù, che possedeva queste qualità. Egli divenne Re e poi fondatore di un'eletta cerchia di cavalieri che fu chiamata la Tavola Rotonda.


È interessante notare, a tale proposito, che le gesta esoteriche di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, compresa la famosa leggenda della ricerca del Santo Graal, divennero assai note in Europa ad opera di cantori e menestrelli durante il XII secolo, proprio all'epoca della leggenda di San Galgano. Inoltre il nome stesso del Santo è assai simile a quello di uno dei cavalieri arturiani: Galvano (o Sir Galawan).



Altre curiosità



La piccola cappella, asimmetricamente legata al resto della chiesa, venne realizzata nel 1340 per volere di Vanni dei Salimbeni. Ad affrescarla fu chiamato il pittore Ambrogio Lorenzetti. Nell'affresco principale, che rappresenta l'Annunciazione della Vergine, si vedono in basso due figure in abito cistercense: sono San Roberto di Molesme (sulla sinistra) e San Bernardo di Chiaravalle (sulla destra), rispettivamente il fondatore ed il massimo esponente dell'Ordine Cistercense. Nella stessa cappella, in una teca, sono conservati le mani sacrileghe mozzate da un lupo ad uno dei tre "uomini neri" che secondo la tradizione nel 1181 distrussero la capanna eremitica di San Galgano. All'ingresso della chiesa, è presente una lapide recante un'iscrizione in latino, in calce alla quale appare una croce patente. Una croce simile si trova dipinta in rosso al lato opposto. La croce patente era uno dei simboli adottati dai Cavalieri Templari.





L'Abbazia di San Galgano (XIII sec.)


I luoghi della Toscana