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La collina sacra di Gellért


Budapest



La collina sacra di Gellért

Veduta notturna del colle sacro di Gellért (foto: © Allegra, 2014)



La collina di Gellért, che s'innalza per 235 metri sulla riva meridionale del Danubio, in Budapest, Ungheria, ha tutte le carte in regola per essere designato come luogo sacro. Conosciuto nel Medioevo anche come monte Kellen (in ungherese, Kellen-hegy), originariamente veniva chiamato Mons Pestiensis, o "Monte di Pest" (in ungherese: Pesti-hegy): questo termine deriva da un'antica parola slava che significa "fornace", e fa riferimento alla grande caverna che si apre nel fianco della collina, sotto alla quale scorrono le acque termali. Dal XV sec. la collina ha cominciato ad essere chiamata Szent Gellért hegye, "Colle di San Gerardo", in riferimento al martirio di San Gerardo di Csanád (o Gerardo Sagredo, vescovo e martire di origine italiana, evangelizzatore dell'Ungheria sotto il regno di Stefano) che dalla sua sommità venne legato ad un carretto e gettato nel Danubio.



Statua del Re Stefano davanti la chiesa

Statua del Re Stefano davanti la chiesa (foto: © Allegra 2014)



Le acque termali della zona, che sin dal Medioevo erano ritenute "magiche" per le loro proprietà curative, alimentano un complesso termale, i Bagni Gellèrt, che ai giorni d'oggi è ospitato in uno dei più bei palazzi in stile Art Nouveau del centro di Budapest, dove ha sede anche il prestigioso Gellért Hotel. I bagni comprendono diverse vasche alimentate da sorgenti a temperature comprese tra i 35 °C ed i 40 °C, e sono particolarmente indicati per problemi legati alla schiena, per le infiammazioni alle articolazioni, per nevralgie, vasocostrizioni e disturbi della circolazione.



La Chiesa nella Roccia



L'ingresso alla Chiesa nella Roccia



Nel fianco della collina si apre una grande cavità sotterranea, che nell'antichità era conosciuta con il nome di Grotta di Sant'Ivano (Szent Iván-barlang), dal nome di un santo eremita che vi si era ritirato in contemplazione e che guariva i malati facendoli immergere nel laghetto fangoso che si trovava accanto alla grotta (le attuali terme). Oggi è sede di un luogo di culto cattolico, la "Chiesa nella Roccia", fondata negli anni '20 dai monaci eremiti di San Paolo.



Simbolo cuoriforme all'ingresso

Veduta di una cappellina interna

L'altare principale e il crocifisso



L'Aquila polacca

La Madonna Nera

L'icona di padre Kolbe



L'ingresso alla chiesa è "sorvegliato" da una statua del re Stefano il Santo, raffigurato in piedi accanto al suo destriero. L'interno comprende diverse sale; in una di queste, sulla sinistra rispetto all'entrata, si trova una copia della Vergine nera di Częstochowa, una delle più celebri Madonne Nere la cui realizzazione è attribuita a San Luca e che si trova in Polonia. Il dipinto è posto al centro di una riproduzione dell'aquila polacca, a memoria dell'esilio in Polonia al quale furono costretti i quindici monaci che occupavano il monastero durante l'occupazione di Budapest da parte dell'Armata Rossa nel 1945. Nella stessa grotta troviamo anche il bassorilievo di padre Massimiliano Kolbe, un francescano polacco che sacrificò la propria vita per aiutare i compagni prigionieri ad Auschwitz.





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