La Chiesa di Saint-Severin, situata nel cuore del Quartiere Latino (il Quartier Latin, storica zona parigina situata sulla riva sinistra della Senna, a cavallo del V e del VI arrondissement), chiude la terna delle chiese più esoteriche di Parigi, insieme a quelle di Saint-Sulpice e Saint-Germain-des-Prés. Il tempio sorge sul sito di un precedente oratorio, datato al VI sec., originariamente dedicato a San Martino di Tours, come dimostra il bassorilievo collocato su un lato della torre campanaria, che raffigura il santo francese mentre divide il suo mantello con il povero. Successivamente, in seguito alla morte dell'eremita Severino, che in una celletta dello steso oratorio si era ritirato in contemplazione ed aveva fatto molti proseliti, venne edificata una prima chiesa. Durante il XIII sec. la chiesa venne ricostruita nelle forme gotiche attuali. Accanto alla chiesa, sul lato destro, sono addossati i resti di un chiostro sotto al quale è stata ritrovata dagli archeologi un'antica necropoli merovingia
L'interno della chiesa, suddiviso in cinque navate, conserva numerose vetrate in stile gotico. Alcune di queste sono originali, mentre altre sono state aggiunte durante il XIX sec., come quella raffigurante il Martirio di San Giovanni Battista. Le finestre del deambulatorio, invece, sono opere moderne (1966) del pittore francese Jean Bazaine, e rappresentano temi ispirati ai Sette Sacramenti.
L'Albero di Jesse (affresco) |
L'Albero di Jesse (vetrata) |
Tra le iconografie presenti all'interno troviamo alcuni temi molto interessanti dal punto di vista simbolico. Il primo è quello relativo all' Albero di Jesse, un tema iconografico fondamentale per illustrare la genealogia di Gesù. La Bibbia ne parla nel I libro di Samuele: Jesse (o Iesse) è il padre di otto figli uno dei quali, secondo quanto il profeta Samuele gli aveva predetto, sarebbe stato destinato a diventare re, primo di una lunga stirpe che avrebbe portato pace e gloria al regno d'Israele. Questo figlio risultò essere il più piccolo ed umile di tutti, Davide, che tuttavia, come da profezia, divenne il più grande dei Re. La stirpe di Davide è la lunga discendenza che da lui si è generata e che, secondo la promessa fatta a Salomone, avrebbe ereditato per sempre il trono d'Israele. I Vangeli, nel descrivere la genealogia di Gesù, descrivono Davide come il Germoglio di Jesse, e questo ha dato l'origine al tema iconografico di cui parliamo. Su una parete della chiesa parigina vediamo un affresco, datato 1858, nel quale Jesse giace sdraiato su un fianco dal quale fuoriesce un albero. Tra i rami di quest'albero possiamo riconoscere tutti i discendenti della stirpe, e tra di loro, in posizione centrale, vi è Maria con il bambino in braccio. Lo stesso tema appare anche su una delle vetrate (ca. 1500), anche se questa è parzialmente coperta dall'organo. Questa caratteristica ha suscitato numerosi interrogativi, anche se a nostro avviso risulta già abbastanza "intrigante" ciò che è sotto gli occhi di tutti.
La vetrata che raffigura Maria Maddalena, apostola delle genti – Particolare
Il tema della discendenza davidica è particolarmente importante nell'ambito della mitologia sorta attorno al Priorato di Sion, tra le cui missioni ci sarebbe quella di proteggere la discendenza di Gesù generatasi dalla sua unione con Maria Maddalena, un argomento scabroso ed eretico per la Chiesa cattolica tradizionale, e tuttavia documentato attraverso i Vangeli Apocrifi. Assai più curiosa ed interessante dal punto di vista simbolico, quindi, è un'altra celebre vetrata della chiesa, quella che rappresenta Maria Maddalena come apostola delle genti, mentre predica ad una folla radunata attorno a lei. Tra i suoi ascoltatori figurano anche molti uomini, e questo elemento appare strano perché a rigore rappresenterebbe un concetto inammissibile per il dogma cattolico, che ha relegato la donna addirittura al ruolo di una prostituta penitente. La vetrata è datata 18 Maggio 1876.
La vetrata con Gesù che accoglie i bambini (o i suoi figli?) – Particolare
Una mia visita effettuata nel Maggio del 2015, ha rivelato un'altra scoperta interessante, su cui non è stata mai puntata l'attenzione. Nel corso di alcuni anni trascorsi nel Regno Unito, mi sono imbattuto in un'iconografia piuttosto interessante. Un certo numero di vetrate dipinte, realizzate tutte tra il XIX ed il XX sec., nel rappresentare il celebre episodio evangelico di Gesù che accoglie i bambini mostrano un dettaglio ricorrente. I bambini più vicini a Gesù sono sempre in numero di tre, e hanno una tipologia fissa: una femminuccia più grande di tutti e due maschietti di età minore. Perché questa costanza rappresentativa su un dettaglio a cui il citato brano del Vangelo neanche accenna? Esiste una teoria [1] secondo cui Gesù ebbe, da Maria Maddalena, tre figli: Tamar, la primogenita, Joshua, il secondogenito e Josephes, l'ultimo nato. L'iconografia descritta presenta proprio questa tipologia, e l'abbiamo provato pubblicando una galleria di testimonianze trovate in varie chiese britanniche, di epoche pressoché compatibili. In alcuni casi, avevamo persino rintracciato dei legami tra gli autori, o i committenti, e la Massoneria, il che spiegherebbe l'anomalia. Ebbene, una delle vetrate di St-Severin, datata 1867, presenta lo stesso prototipo. Gesù che abbraccia i bambini o Gesù che abbraccia i propri figli? Trovandosi in una chiesa dai velati legami con le tematiche del Priorato di Sion, propenderemmo ovviamente per la seconda ipotesi. Ma c'è un ma…
A proposito di Priorato, anche in questa chiesa, come già avevamo notato per St-Sulpice e per St-Germain-des-Prés, troviamo l'enigmatica sigla "SP" in questo caso scolpita in bassorilievo sulle ante del portale d'ingresso. In modo simile a come già avveniva per la chiesa di St-Germain, la sigla è tracciata in due tondi che sovrastano delle formelle in bassorilievo riproducenti i due santi principali della Chiesa di Roma, San Pietro e San Paolo.
Se dessimo retta agli autori del "Serpente Rosso", il testo enigmatico chiave negli enigmi legati alla cittadina francese di Rennes-le-Château ed al "Priorato di Sion", questa sigla costituirebbe un riferimento occulto alla società segreta (SP = Sionis Prioratus). Come abbiamo visto, oltre al fatto che i bassorilievi sottostanti palesano il significato delle iniziali, l'ipotesi diventa oltremodo debole se consideriamo il fatto che tutto ciò che riguarda il Priorato è stato annoverato come una colossale messa in scena operata da alcuni individui legati alle più potenti società occulte allora in auge in Francia, per scopi mai del tutto chiariti.
[1] Si vedano, per approfondire questa tematica, Laurence Gardner, "La linea di sangue del Santo Graal" (1996) e "I figli del Graal" (2005), editi entrambi in Italia dalla Newton Compton.
Contenuti del dossierLa Chiesa di Saint-Jacques-du-Haut-Pas La Chiesa di Saint-Germain-des-Prés Di prossima pubblicazione: L'Axe Historique |