L'impatto visivo che il visitatore ha entrando in Piazza San Pietro, soprattutto se proveniente dal di fronte, cioè da Via della Conciliazione, è sicuramente d'effetto, con il Colonnato del Bernini che sembra prolungare la Basilica virtualmente munendola di due grandi braccia che circondano amorevolmente la massa dei fedeli.
È proprio questo l'effetto che si desiderava quando, negli anni tra il 1936 e il 1950, la quasi totalità dei palazzi e delle abitazioni situate nel rione di Borgo vennero abbattute per creare questo viale rettilineo, in quell'opera di riassetto urbanistico delle vie di accesso al Vaticano che doveva simboleggiare, appunto, la riconciliazione tra Stato e Chiesa sancita dai Patti Lateranensi dell'11 Febbraio 1929. Questo viale che si snoda in linea retta, e che fu progettato dagli architetti Marcello Piacentini e Attilio Spaccatini, ha anche un significato più profondo: quello di simboleggiare il percorso di espiazione che ogni buon cristiano deve compiere per giungere alla Santa Comunione e riconciliarsi così con Dio.
Tuttavia, come sempre accade, esiste più di un livello di lettura, ed a questi significati più noti se ne affiancano altri più nascosti, e più profondi, che interessano non solo la suddetta Via ma anche l'intera Piazza. Vediamone qualcuno.
Via della Conciliazione, che prende inizio dalla Chiesa di Santo Spirito in Sassia, è costeggiata a destra e a sinistra da una sequenza di obelischi. Il simbolismo legato a questo elemento è molto più antico della religione cristiana. Gli antichi Egizi fecero largo uso di obelischi: presso di loro era chiamato tekkèn, ed era considerato un simbolo di potere, allo stesso tempo solare e fallico, perché esso rappresentava un raggio di sole pietrificato, mandato da Osiride a fecondare la terra affinché generasse i suoi frutti.
È un simbolo che il visitatore incontra spesso, girando per Roma, perché autentici obelischi egizi, ma anche imitazioni realizzate in epoche successive, sono stati posti nel corso degli anni nei punti più strategici della città e, di fatto, hanno reso oggi la Capitale come la città del mondo ad avere il maggior numero di obelischi egizi nel suo territorio (agli obelischi di Roma è stato dedicato, in passato, un articolo apposito su questo stesso sito).
Ed è ancora un obelisco quello che incontriamo al centro della piazza, proveniente da Heliopolis, fatto piazzare in quella posizione da papa Sisto V, per opera dell'architetto Domenico Fontana. Noto come obelisco Vaticano, esso presentava, originariamente, una sfera sulla sommità all'interno della quale erano custodite (secondo la tradizione) le ceneri di Giulio Cesare. Al tempo della ricollocazione voluta dal papa Sisto V (1586) la sfera venne rimossa e donata al Comune di Roma, ed al suo posto venne posta una guglia nella quale vennero racchiuse alcune reliquie della Vera Croce.
Curiosamente, un'iscrizione posta alla base di questo obelisco ha contribuito a svelare uno dei tanti piccoli e "falsi misteri" che circondano la cittadina francese di Rennes-le-Château e l'opera del suo curato Berengér Sauniére. Nella sua opera di restauro della chiesa della Maddalena, infatti, il padre Sauniére fece realizzare nel giardino antistante la chiesa un Calvario, ossia una croce piantata su un basamento che rappresenta idealmente il monte Calvario. Uno dei lati del basamento riporta l'iscrizione:
"CHRISTUS AOMPS DEFENDIT"
che a lungo fece discutere gli interessati, alla ricerca di un significato per l'acronimo "A.O.M.P.S.". Dato che molti elementi di questo discusso mistero vertono sul fantomatico ordine segreto del Priorato di Sion, molti ricercatori hanno presto interpretato la "misteriosa" sigla come "Antiquus Ordo Mysticus Prioratus Sionis", cioè "Antico e Mistico Ordine del Priorato di Sion". In realtà, l'interpretazione dell'acronimo è molto più comune ed attinente al tema cristiano del sacrificio di Gesù sulla croce. Il giusto significato è infatti scritto per esteso su una delle facce del basamento che sorregge l'obelisco in Piazza San Pietro. In essa si legge: "Christus Ab Omni Malo Plebem Suam Defendit", cioè "Cristo difende il suo popolo da ogni male" [1].
La piazza suggerisce la forma di un'ellisse, in corrispondenza dei due fuochi del quale vi sono altrettante fontane: quella lato sud è stata realizzata dal Bernini insieme a Matthia De' Rossi, mentre quella lato nord è stata rinnovata da Carlo Maderno. In realtà, per esigenze costruttive, la forma della piazza è più precisamente ovale: si tratta di una figura geometrica di più semplice costruzione, essendo generata dal'intersezione di due circonferenze che passano l'una per il centro dell'altra, unite da due archi di cerchio di raccordo. La figura così formata è molto significativa anche dal punto simbolico, perché essa racchiude la Vesica Piscis, il noto simbolo che nella chiesa cristiana rappresenta il Cristo.
La presenza dell'obelisco, noto simbolo solare e per giunta proveniente da Heliopolis, nome che in greco significa "Città del Sole", al centro di una struttura ellittica della quale sono ben evidenziati i fuochi ricorda troppo da vicino la teoria eliocentrica copernicana, secondo cui tutti i pianeti presentano un'orbita di rotazione attorno al sole, da cui si sviluppò la prima legge della gravitazione universale: "Le orbite dei pianeti sono ellissi di cui il Sole occupa uno dei fuochi" (Legge di Keplero, 1602). E ciò, per molti, suona una beffa in considerazione del fatto che tale "legge" è stata messa in forma architettonica proprio al centro dello Stato del Vaticano, che per secoli aveva avversato tali teorie, prediligendo per motivi "biblici" la teoria geocentrica, secondo cui la Terra era fissa ed il Sole le ruotava attorno. Galileo Galilei fu la vittima più illustre di questa persecuzione, e non è detto che la scelta del Bernini sia stata proprio del tutto casuale…
[1] Ringraziamo il Dr. Roberto Volterri per l'acuta osservazione e per la segnalazione.