Lucca, splendida città d'arte della Toscana, è ancora oggi circondata dall'antica cinta muraria, che un tempo ne difendeva, oggi ne conserva, i preziosi gioielli architettonici che s'incastonano sulla pianta cittadina come pietre preziose su un diadema. Essendo posizionata sulla Via Francigena, ed ospitando un'importante reliquia religiosa come quella del Volto Santo, la città ne trasse soprattutto nel Medioevo grandi benefici, e crebbe ricca e prosperosa. Il glorioso passato si riflette oggi nell'abbondanza e nella bellezza dei suoi monumenti, tra i quali faremo il nostro giro. L'itinerario di visita che qui viene presentato è stato elaborato per permettere in una visita di un giorno di vedere la maggior parte delle attrattive della città. Non illustreremo, però, soltanto edifici religiosi o civili ma, fedeli al nostro stile, faremo notare anche quegli altri elementi, meno appariscenti ma non meno affascinanti, che la caratterizzano dal punto di vista simbolico.
Foto 1 - La Madonna della Rosa
Entriamo, quindi, all'interno delle mura medievali, attraverso la maestosa Porta San Pietro, ma invece di dirigerci subito dritti verso il centro della città, svoltiamo a destra lungo Corso Garibaldi, fino a raggiungere Via della Rosa (XIV sec.), che è simbolica già nel nome [1]. Ci imbattiamo, quasi subito, nella piccola Chiesa di Santa Maria della Rosa (foto 1, dettaglio), oggi sotto la giurisdizione episcopale e sede dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ma un tempo, forse, appartenuta ai Cavalieri Templari…
Foto 2 - Chiesa di Santa Maria Forisportam
Proseguendo per la stessa strada, più avanti si giunge nei pressi di Piazza Santa Maria Forisportam, ove è posta la "colonna mozza". Detta così perché mancante della parte superiore, veniva usata durante il Medioevo come punto di arrivo per i cavalieri che partecipavano al palio. Di fronte si trova la Chiesa di Santa Maria Forisportam (XII sec.), anch'essa ricca di decorazioni simboliche (foto 2). Incuriosisce, soprattutto, il ricco simbolismo che ne impreziosisce un tratto inferiore della facciata, un vero e proprio ricamo nella pietra. È detta anche Chiesa della Madonna Bianca: il motivo di tale denominazione diventerà più chiaro quando si raggiungerà un'altra chiesa, diametralmente opposta nella pianta della città, che invece è detta della Madonna Nera.
Foto 3 - Una Tau in Vicolo dell'Altopascio |
Foto 4 - Altro stemma dei Cavalieri del Tau |
Da Santa Maria Forisportam giriamo a sinistra, in Via Santa Croce, e raggiungiamo Piazza Bernardini. Qui, guardandoci bene nei dintorni, troviamo la curiosa "pietra indiavolata". Si tratta di una pietra, posta come soglia di una finestra, che per quanti sforzi si siano fatti, si è sempre incurvata verso l'alto. Inutile cambiare pietra, così come invano è stato ogni tentativo di fissare la pietra con grappe e ganci: essa è sempre tornata ad incurvarsi. Nelle immediate vicinanze, una stradina ci immette in Vicolo dell'Altopascio, dove si apre un piccolo spiazzo. Qui, anticamente, come ricorda il toponimo stesso, aveva sede la magione lucchese dei Cavalieri del Tau, che nella vicina Altopascio si erano costituiti. Il loro emblema, il Tau, è presente in questo luogo in ben tre punti diversi: uno nei pressi dell'ingresso di un'abitazione privata al civico n° 2 (foto 3), un altro più avanti sul muro di destra (foto 4) e l'ultimo, infine, su una lastra marmorea appesa sul muro dell'archivolto. Sotto lo stesso, sulla prima porta a destra, si trova un'antica icona della Madonna dei Sette Dolori, rappresentati da altrettanti spadini che la trafiggono. Una targa sottostante ci informa che all'inizio del XIX sec. l'arcivescovo di Lucca concesse l'indulgenza di 40 giorni a tutti coloro che devotamente avessero rivolto un'Ave Maria presso questa icona. È curioso notare come l'indulgenza, solitamente concessa per visite ad importanti siti religiosi, ed al "prezzo" di molte preghiere o di impegno fisico (come il percorrere una scala in ginocchio) sia stata invece qui concessa per una semplice icona. C'è un lato della storia di questo luogo che evidentemente si sfugge…
Foto 5 - La Torre Guinigi
Da questa piazza, usciti su Via Fatinelli e svoltando su Via di Sant'Andrea, si giunge sotto il Palazzo Guinigi, ai piedi della Torre omonima, una maestosa costruzione sulla cui sommità si trovano piantati e prosperano dei lecci secolari, visibili fin da basso (foto 5). La Torre è visitabile previa il pagamento di un biglietto, per chi abbia la voglia di salire diverse centinaia di scale.
Foto 6 - Chiesa di San Pietro Somaldi |
Foto 7 - Particolare del "graffio del diavolo" |
Da Via Guinigi, che corre parallela a Via dell'Angelo Custode, prolungamento dell'originaria Via della Rosa, si giunge davanti la Chiesa di San Pietro Somaldi (foto 6), sulla piazza omonima. La chiesa ha origini antichissime: la sua primitiva fondazione viene fatta risalire, infatti, al longobardo Sumuald, che originò la denominazione attuale. L'edificio così come ci appare oggi, invece, fu ricostruito tra il XII ed il XIII sec., mentre tutta la parte superiore, dalle logge alla sopraelevazione della navata centrale, fino all'abside, risale al XIV sec. La chiesa è nota anche per la leggenda del "graffio del Diavolo", secondo cui i tre solchi che si vedono sul pilastro del portale principale (foto 7) sono dovuti, appunto, all'ira del demonio che non era riuscito a tentare la giovane Gemma Galgani, poi divenuta una Santa molto venerata a Lucca, che in questa chiesa era solita comunicarsi. I solchi, comunque, non sono troppo diversi da tanti altri simili che si riscontrano su altri edifici della città.
Foto 8 - Piazza dell'Anfiteatro
Girando a sinistra, si entra in uno dei punti più caratteristici della città: Piazza dell'Anfiteatro, di forma ellittica, che ricalca quella di un antico anfiteatro romano. Si dice che la piazza conservi ancora oggi un'acustica del tutto particolare, che si apprezza maggiormente quando ci si ponga esattamente nel centro e quando l'affluenza è molto bassa (cfr. U. Cordier, "Guida ai luoghi misteriosi d'Italia", scheda n° 325).
Foto 9 - La Chiesa di San Frediano
Uscendo dalla piazza in direzione Nord-Est, arriviamo in Piazza San Frediano, dove sorge la Basilica omonima (foto 9), una delle più antiche chiese di Lucca: la primitiva costruzione, infatti, è attribuita allo stesso San Frediano, che fu vescovo di Lucca tra il 560 e il 588. In forme attuali essa venne riedificata nel Medioevo (XII sec.). Tra le chiese principali della città, la maestosa costruzione colpisce sin dall'inizio per il policromo mosaico che decora la parte superiore della facciata principale, e che rappresenta l'Ascensione del Cristo circondato in una "mandorla mistica". All'interno si conserva un manufatto di notevole bellezza, il Fonte Battesimale, più precisamente una fontana lustrale risalente al XIII sec., scolpita in bassorilievo e dotata di coperchio conico, sulla quale sono stati compiuti numerosi studi e che presenta, sul substrato d'interpretazione comune, un simbolismo molto più complesso.
Foto 10 - Lunetta del portale di S. Maria in Corteorlandini
Non molto lontano da lì, girando per Via Fililungo e poi imboccando Via San Giorgio, si trova la piccola Chiesa di Santa Maria di Corteorlandini, normalmente non aperta al pubblico, che conserva una copia della Santa Casa di Loreto (foto 10, particolare). È la già citata Chiesa della Madonna Nera, opposta a quella di Santa Maria Forisportam, perché conserva al suo interno una copia della statua della Madonna lauretana, che per l'appunto è nera. Sui significati reconditi ed esoterici delle Madonne Nere e del culto ad esse associato, si rimanda alla sezione apposita del presente sito.
Foto 11 - Parte superiore della facciata di S. Michele al Foro
A questo punto siamo giunti all'estremo nord della città ed abbiamo cominciato a riscendere, per chiudere il nostro ideale anello con la parte occidentale della città. Riscendendo per la via principale, Via Vittorio Veneto, troviamo la Chiesa di San Michele al Foro, così chiamata perché edificata sul luogo di un antico Foro Romano. Risalente all'VIII sec., deve le sue forme attuali alla ricostruzione voluta a papa Alessandro II nel 1070. Chiusa alle visite durante la nostra escursione, è comunque notevole per la preziosa facciata (foto 11) e per le numerose colonnine che ornano la loggetta superiore, le più esterne delle quali sono molto speciali, essendo colonne annodate [2].
Foto 12 - Piazza e Palazzo della Magione
Più per curiosità, che per vedere qualcosa di particolare, ci si può recare in Piazza della Magione (foto 12), non molto distante da lì, sempre nell'estremità occidentale della città antica: la raggiungiamo da San Michele al Foro prendendo la dirimpettaia Via San Paolino e poi svoltando a sinistra per Via Gallitassi. Come ricorda il toponimo, questo fu il luogo ove i Cavalieri Templari avevano una loro dipendenza… Anche Lucca, infatti, fu crocevia di pellegrinaggio, trovandosi come abbiamo detto sul tragitto della Via Francigena, e pertanto i principali ordini monastici e religiosi dediti alla cura ed alla protezione dei viandanti avevano in loco una loro magione. Qui i Cavalieri possedevano oltre al palazzo di magione, una chiesa e probabilmente anche un ospedale. Passata ai Cavalieri di Malta dopo la soppressione dell'Ordine, divenne parte del patrimonio demaniale dello stato nel 1799. La chiesa, originariamente situata nell'angolo nord-est del palazzo, venne soppressa nel 1808 in seguito ai decreti napoleonici. Oggi, di quel patrimonio, non rimane che il ricordo nel nome della piazza, e qualche stemma appeso nell'attiguo palazzo, mentre ancora peggio è la sorte del vicino Vicolo della Croce di Malta, legato agli Ospitalieri di San Giovanni, che ai giorni nostri appare degradato ed abbandonato a sé stesso.
Foto 13 - Chiesa di San Romano |
Foto 14 - Chiesa di San Romano |
Imbocchiamo Via Vittorio Emanuele II per tornare al centro, ma prima facciamo una deviazione verso Piazza San Romano. La chiesa omonima, con l'annesso convento, è originaria del XIII secolo ed appartenne ai Domenicani. Successivamente ha ospitato diversi ordini religiosi, fino alla sua chiusura nel 1808, ad opera dei Baciocchi. Addossate alla parete esterna, possiamo ammirare le tombe di alcuni Cavalieri Teutonici. Curiosamente, sulla lunetta del portale laterale si può intravedere un curioso volto barbuto dalle fattezze demoniache in cui qualcuno ha visto la rappresentazione del Bafometto templare. A fianco del convento si trova il Museo Nazionale del Fumetto, il terzo in Europa per fondazione, che dal 1966 ad oggi costituisce un punto di riferimento per tutti gli amanti di nuvole e vignette, e che ha valso alla città la denominazione di capitale italiana del fumetto.
Foto 15 - Duomo di San Martino
Concludiamo il giro tornando nel centro della città, percorrendo Via Vittorio Emanuele II fino alla grande Piazza Napoleone, ornata di giardini. Attraversiamo altre due grandi piazze, Piazza del Giglio e Piazza San Giovanni, per trovarci davanti all'ultima meta di questo tour simbolico: il Duomo di San Martino (foto 15). Ne ammiriamo la splendida facciata, ricca di ornamenti e simbolismi di ogni tipo, tra cui non mancano Fiori della Vita, ma soprattutto ammiriamo il celebre labirinto (foto 16) scolpito su uno dei pilastri del portico d'ingresso, affiancato da un'iscrizione iniziatica: «Questo è il labirinto costruito da Dedalo di Creta dal quale nessuno entratovi poté uscire salvo Teseo grazie al filo di Arianna». Entrando al suo interno, si possono ammirare altre simbologie sulle decorazioni pavimentali, oltre, naturalmente, alle pregevoli opere artistiche. Fa spicco soprattutto il Tempietto del Volto Santo, realizzato da Matteo Civitali, dove è custodito un crocifisso ligneo scolpito tra l'XI e il XII sec., attribuito al fariseo Nicodemo, forse un'imitazione di un originale bizantino più antico.
Foto 16 - Il labirinto del Duomo |
Foto 17 - Il simbolo del Centro Sacro |
Torniamo all'esterno e concludiamo la nostra visita ammirando gli splendidi schemi di Centro Sacro (foto 17) che si stagliano sul muretto addossato all'edificio giusto di fronte al Duomo. Schemi di gioco, senza dubbio, vista la posizione comoda e ideale per una partita ad alquerque, ma come non notare la straordinaria coincidenza della loro giustapposizione ad un altro "centro sacro", rappresentato dal Duomo e dalla sua preziosa reliquia, e segnalato simbolicamente con il vistoso labirinto al'interno del pronao?
[1] È noto che la rosa è, tra i fiori, quello più carico di significati allegorici ed esoterici: basti pensare alla Confraternita dei Rosa-Croce, che la scelsero come emblema associandola alla croce, alla Candida Rosa dei Beati nel Paradiso dantesco, ed a tutti i sensi simbolici ben descritti da Louis Charbonneau-Lassay nel lungo articolo ad essa dedicato ("Le symbolisme de la Rose", in «Regnabit», marzo 1926).
[2] Per l'approfondimento dell'affascinante tema e del simbolismo legato alle colonne annodate, non possiamo che rimandare alle pagine della nostra collaboratrice Marisa Uberti, che ne presenta, tra l'altro, un ricco censimento in tutto il territorio italiano ed anche europeo.