Il sol che sorge al punto equinoziale
colpendo nel portale l'alto toro
c'insegna ove è posto il tesoro
ch'al Tempio diede lustro universale…
Foto 1 - Villalcazàr de Sirga - Chiesa templare di Santa Maria La Blanca
La meta di oggi è la città di León, ma siccome il tragitto è abbastanza più lungo rispetto ai giorni precedenti, ho deciso di spezzarlo in due, e di fare tappa a circa metà strada per fermarmi nel villaggio di Villalcazàr de Sirga. Si tratta proprio di un paesino, di quattro case, raggiunto dopo una quindicina di chilometri di una stretta stradina di campagna posta tra sterminati campi di grano. La sua importanza lungo il Cammino, però, deve essere stata fondamentale perché proprio al centro del paese s'innalza un'imponente chiesa detta di "Santa Maria La Blanca", fondata dai Cavalieri Templari. Ho avuto la fortuna di trovarla aperta, e non avrei potuto chiedere di meglio.
Foto 2 - Villalcazàr de Sirga: la Cappella Santiago
(sarcofago dell'infante Felipe)
Caso unico per le chiese di questo tipo, stando a quanto dicono i depliant illustrativi, la chiesa possiede un doppio maestoso portale d'ingresso ad angolo retto, finemente istoriato di figure alla moda delle cattedrali gotiche. All'interno, si distingue soprattutto la Cappella di Santiago, dove sono collocati tre sarcofagi. I primi due appartengono all'infante Felipe (fratello di quell'Alfonso X, detto "Il Saggio", che ha scritto numerose opere tra cui una sui giochi medievali) ed alla sua ultima sposa, Leonor Ruiz de Castro. Di fattura gotica, del XIII sec., conservano ancora tracce della loro splendida policromia originale: tra scudi araldici e stemmi vari, si riconoscono le insegne di alcuni ordini cavallereschi tra cui quelli dei Cavalieri del Tempio.
Foto 3 - Villalcazàr de Sirga, Cappella Santiago - Le quattro Vergini a "guardia" dei sepolcri |
Ciò che colpisce è che i due sepolcri sono contenuti idealmente in uno spazio quadrato, ad ogni vertice del quale è posta la statua di una Vergine gotica. Una di queste, in pietra policroma, è la statua detta "Virgen de las Cantigas", cui Alfonso X era molto devoto ed aveva dedicato persino uno scritto, "La Virgen de Villasirga". Le altre tre statue non sono altrettanto famose, né così policrome ma… guardarle bene, rispetto alla precedente sono molto più… abbronzate! Si tratta di tre anonime Madonne Nere a guardia dei due sepolcri? Fuori dal "quadrato reale", un terzo sepolcro giace nella cappella, meno visibile rispetto agli altri: è quello di un anonimo Cavaliere di Santiago, e data al XIV secolo.
Foto 4 - Villalcazàr de Sirga: la Virgen Blanca sull'altare maggiore
La "Virgen Blanca" che dà il nome alla chiesa si trova, invece, nel retablo dell'altare maggiore: è anche essa una statua lignea, nello stile gotico, intagliata nel periodo rinascimentale. Prima di lasciare la chiesa, al cui interno si trovano numerosi altri particolari simbolici che rimandano ai Cavalieri ed il graffito di una "zampa d'oca", mi fermo ad osservare le figure scolpite sopra la lunetta del portale maggiore, intrigato dalla leggenda di cui leggo nel solito depliant. Pare che se durante il giorno dell'Equinozio di Primavera, colpendo il punto in cui si trova la testa di un toro, quando esso viene colpito da un raggio di sole, le bocche dei due volti che sono raffigurati ai lati del Cristo Pantocratore riveleranno il luogo in cui è stato sepolto il mitico tesoro dei Cavalieri! La leggenda è affascinante e molto interessante: rileggendola tra le righe, infatti, con approccio più critico, essa ci sta dicendo che l'edificio è stato progettato in modo che all'Equinozio di Primavera il raggio di sole ad un certo punto ben preciso andrà a colpire la testa del Toro, che è notoriamente uno dei simboli delle energie della terra! È questo, dunque, il vero tesoro dei Templari, un tesoro di Conoscenza?
Foto 5 - Villalcazàr de Sirga Il doppio portale dellla chiesa |
Foto 6 - Villalcazàr de Sirga Particolare del Cristo, del toro e dei due volti |
In balia di questo pensiero, ho ripreso il mio Cammino e mi sono diretto verso la meta designata, la splendida città di León. È ormai ora di pranzo, e la maggior parte dei monumenti ha chiuso i battenti per la pausa. Resta aperta solo la Basilica di San Isidoro, che fa orario continuato, e mi dirigo là. La chiesa è stata eretta nel luogo ove anticamente sorgeva un tempio pagano dedicato al culto del dio Mercurio, e già questo la rende molto interessante… Guardandola bene, si scopre che ogni pietra di questa chiesa è marcata con un sigillo, una firma a testimonianza dell'operato degli antichi tagliapietre e scalpellini medievali.
Foto 7 - León: la Basilica di San Isidoro
Di notevole attrattiva è sicuramente il Panteon Reale, a cui si accede prima di entrare nel chiostro. La magnificenza dei suoi affreschi gli è valso il "soprannome" di "Cappella Sistina" del Romanico spagnolo, e di fatto l'insieme degli affreschi ricorda un po' quello della Cripta di San Magno, ad Anagni, che vanta una nomea simile (è detta la "Cappella Sistina della Ciociaria"). Tra tutte le immagini raffigurate spiccano quelle di due galletti neri, poste ai lati di una volta; una di esse è muta, mentre l'altra è accompagnata da un riferimento all'episodio evangelico del rinnegamento di Cristo da parte di San Pietro. Scopro che la basilica era famosa per un altro gallo, tutto dorato, che si trovava sulla cima del campanile, e che oggi è stato recuperato dopo tanti pazienti restauri. Comunque sia, anche qui il gallo ha la sua parte cospicua, insieme, ovviamente, alla figura del leone, che dando il nome alla città appare raffigurato ovunque.
Foto 8- León: la Cattedrale
Giunto il pomeriggio, posso andare a visitare gli altri monumenti, che nel frattempo hanno riaperto. In particolare, la Cattedrale, una delle più grandi chiese gotiche di Spagna, detta la "Pulchra Leonina" per la sua notevole bellezza. Una visita completa della Cattedrale, comprensiva del chiostro e di tutti i musei annessi, richiede almeno due ore.
Foto 9 - Cattedrale di León La Virgen do Pilar |
Foto 10 - Cattedrale di León Centro Sacro all'interno della chiesa |
Dei tanti e preziosi particolari in essa racchiusi, ne cito uno in particolare: all'interno della chiesa, dietro l'altare principale, nel deambulatorio che permette di visitare le cappelle radiali nella zona absidale, sopra un sedile addossato alla parete si nota un bel simbolo di Centro Sacro multiplo (alquerque) che misura 37 x 32 cm. Questa sì che è una presenza notevole! Ne ho segnalati altri nel chiostro, ma dopo numerosi giri, guardando e riguardando più volte, non ne ho trovato alcuno, ma solo gruppi di coppelle poste in fila di 4 x 4 o 4 x 5 elementi, sempre come probabili schemi di gioco.
Foto 11 - León: chiesa di Santa Maria del Cammino
I piedi dolgono, e protestano per le lunghe camminate a cui li sottopongo manifestando delle vesciche in più punti. Ma resta ancora del tempo, e c'è almeno un'altra meta in città da non trascurare: la Chiesa della Vergine del Cammino, protettrice dei pellegrini, segnalata come potenzialmente nera. In realtà, dopo aver visitato la chiesa, si scopre che è la raffigurazione di una Pietà, quindi neanche nella classica postura gotica. Tuttavia, uscendo dalla chiesa, nell'atrio sopra il portale, dove si trova appesa una grande nave antica, compare un'altra icona mariana, posta su una mensolina, e questa sì che ha il volto scuro, e non solo: presenta attorno al capo dei raggi, invece della classica aureola, tipo Statua della Libertà, che ricordano più le raffigurazioni mitologiche di Cibele, o in generale della Grande Madre, piuttosto che quelle cristiane!
Foto 12 - León: S. Maria del Cammino La Vergine Bianca |
Foto 13 - León: S. Maria del Cammino La Vergine Nera |
Arriva la sera, e dopo una cena veloce faccio ritorno nel mio albergo per riposare e per pianificare le mete che avrei affrontato nel giorno seguente.
Il Cammino di Santiago di Compostela