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La Chiesa di Santa Maria delle Grazie


Ceccano (FR)



Chiesa di Santa Maria delle Grazie



La piccola Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Ceccano (FR) sorge alla periferia del paese, lungo la Via di Gaeta. Questa chiesa venne fatta edificare nel 1712 dal sacerdote Giovanni Egidi e dalla nobildonna Gerolama Brizzi, come è anche attestato in più lapidi commemorative presenti all'interno della chiesa. L'edificio andò probabilmente a sostituire una piccola edicola votiva (una "cona"), nella quale veniva venerata un'icona della stessa denominazione.



Descrizione della chiesa


La facciata, sobria ed elegante, presenta un ingresso centrale affiancato da due finestrelle quadrate. L'architrave è semplice e non presenta decorazioni, fatta eccezione per una coppia di spirali doppie su ciascuna sommità degli stipiti. L'interno comprende una sola navata, ai lati delle quali sono murate le lapidi tombali dei fondatori. Spicca la figura del giglio, emblema della famiglia Egidi, riprodotto in rilievo sulla parete destra e in miniatura in diversi punti delle lapidi, inframmezzati alle righe di testo. Lo stesso giglio lo troviamo in rilievo sull'architrave di Palazzo Egidi-Diana, nel centro storico del paese, all'inizio di Via Sant'Antonio. Il simbolo affrescato sull'architrave dell'abitazione, comunque, presenta alcune differenze, come la presenza di stami nel fiore, e la figura dei tre Chiodi della Passione sul petalo centrale. Il giglio sulla parete della Chiesa di Santa Maria delle Grazie presenta, a differenza dell'altro, un vistoso pistillo centrale. Stami e pistilli, lo ricordiamo, sono, rispettivamente, gli organi maschili e femminili di riproduzione del fiore.



La tomba Egidi all'interno della chiesa

Il giglio di Palazzo Egidi-Diana

I due gigli, emblemi della famiglia Egidi, a confronto

A sinistra: Chiesa di S. Maria delle Grazie, a destra: Palazzo Egidi-Diana



Tra i pochi elementi decorativi della chiesa, troviamo una statua lignea della Madonna incoronata con Bambino, risalente al XX secolo, ed il dipinto posto dietro l'altare, che raffigura papa Gregorio Magno affiancato da San Sosio diacono e da San Giovanni Evangelista.



Dipinto sull'altare

Papa Gregorio Magno tra San Sosio e San Giovanni Evangelista



La Madonna del Latte



La Madonna del Latte

L'affresco della Madonna del Latte



Il dipinto, però, che suscita maggior interesse è quello incastonato al di sopra dell'altro, che rappresenta una Madonna del Latte. Questa venerata icona è più antica della chiesa, trovandosi inizialmente collocata all'interno dell'edicola devozionale eretta in precedenza sullo stesso luogo ove l'attuale chiesa è stata edificata. Generalmente viene attribuito ad un periodo compreso tra il XVI ed il XVII secolo, quando, cioè, tale tipologia di immagini venne bandita dalla Chiesa in epoca di Controriforma perché ritenuta troppo esplicita ed in grado di distogliere l'attenzione dei fedeli dalla preghiera e dalla concentrazione. Si tratta quindi di un'immagine sopravvissuta alle mire censorie dell'epoca, un fatto piuttosto raro.


Le "Vergini allattanti" si trovano, generalmente, in luoghi legati a qualche evento miracoloso di natura taumaturgica: il ritrovamento di una fonte in una zona generalmente arida, oppure aventi proprietà guaritrici; il debellamento di una pestilenza oppure una grazia ricevuta. Per quest'ultimo motivo una delle tipiche denominazioni di chiese in cui sono collocate questo tipo di icone è "Madonna delle Grazie", che è esattamente il caso della chiesa ceccanese. Nella lapide relativa alla nobildonna Gerolama Brizzi si legge la frase "matris cuius foetus numquam periit", cioè "madre il cui feto mai perì", che dà un'indicazione in merito alla grazia ricevuta: probabilmente, la conclusione felice di una gravidanza piuttosto difficile.


Particolare del volto sotto l'affresco L'esemplare presente in questa chiesa ha un'altra caratteristica peculiare, oltre alla sua rarità: un viso barbuto affiora nell'area compresa tra il capo del bambino e il seno della Vergine Maria. Si tratta evidentemente di un affresco precedente che fa capolino attraverso la pittura, che potrebbe essere molto più antico.


La scoperta dell'esemplare ceccanese rappresenta un'amabile sorpresa, dacché sono veramente poche le icone di questo tipo che si possono trovare nella zona del Basso Lazio. Noi ne avevamo precedentemente documentata una nella cappella laterale della Chiesa del Santuario del Crocifisso, a Bassiano (LT), mentre il ricercatore Giancarlo Pavat ne ha segnalate altre due affrescate nella Chiesa della Maddalena ad Alatri (FR), probabilmente appartenuta ai Cavalieri Templari, e all'interno del Santuario della Madonna dell'Auricola, presso Amaseno (FR).




Ringraziamenti


Si ringrazia Alessandro Di Mario che si è reso disponibile ad accompagnarci ed ad aprire la chiesa per la visita, rendendo possibile la fruizione di un siffatto capolavoro.




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