(Piazza del Quirinale)
L'obelisco proviene dal Mausoleo di Augusto, dove faceva coppia con l'altro che è all'Esquilino. È posto al centro della Fontana detta di Monte Cavallo, tra le statue rappresentanti i due Dioscuri. Le statue sono copie romane di originali greci, ma all'epoca furono ritenute opere originari di Fidia e Prassitele, errore che rimase per sempre immortalato nell'iscrizione che si legge sul basamento. Tra i due colossi fu collocata una fontana alimentata dall'acquedotto Felice. Pio VI (1775-99) volle abbellire il complesso e incaricò l'architetto Giovanni Antinori di erigere tra i Dioscuri l'obelisco, facendolo prelevare dal Mausoleo di Augusto. L'operazione non risultò così semplice, perché bisognava anche spostare le due statue, ed occorsero due tentativi prima di riuscire. Il primo tentativo, nel 1783, non riuscì e ci furono subito pasquinate; una contro l'architetto con l'anagramma dei cognome, "Antinori, non tirai"; una seconda contro il papa, in riferimento alla scritta Opus Fidiae sul basamento dei Dioscuri, che venne modificata in Opus perFidiae Pii Sexti. Ma il secondo tentativo andò in porto; nel 1786 l'obelisco (alto m 14,639) fu eretto tra i due colossi.
(Piazza dell'Esquilino)
L'obelisco venne fatto erigere nella Piazza dell'Esquilino, di fronte alla Basilica di Santa Maria Maggiore, da Sisto V nel 1587. Alto 14,751 m, è un'imitazione romana e fu ritrovato spezzato in Via di San Rocco, dopo aver ornato, insieme al gemello oggi posto in piazza del Quirinale, l'ingresso del Mausoleo di Augusto. Venne messo in opera dall'architetto Domenico Fontana.
(Trinità dei Monti, Piazza di Spagna)
Posto a fronte della chiesa di Trinità dei Monti, proviene dagli Orti Sallustiani, imitazione romana di epoca imperiale degli obelischi egizi: i geroglifici sono simili a quelli dell'obelisco di Piazza del Popolo, ma lo scalpellino romano che li eseguì ha commesso degli errori, perché alcuni segni sono capovolti. Alto m 13,913 fu collocato qui dall'architetto Giovanni Antinori nel 1789, per volere di Pio VI, dopo che Clemente XII nel 1734 aveva tentato invano di farlo erigere di fronte alla Basilica di San Giovanni in Laterano, giacendo abbandonato vicino alla Scala Santa. Vi furono collocati il giglio di Francia e la croce, così che con il basamento raggiunse m 30,451. Il piedistallo, molto alto e sproporzionato rispetto al monolito, non è l'originale, che invece si trova sul Campidoglio nel giardino sul lato sinistro del palazzo Senatorio: collocato su un altro basamento di travertino e decorato con simbolici orpelli, durante il Ventennio fascista fu consacrato come "Ara dei caduti fascisti".
(Villa Torlonia, Via Nomentana)
Villa Torlonia divenne parco pubblico nel 1977, ma sorse ai primi dell'Ottocento come proprietà dei Torlonia, ricca famiglia di banchieri il cui patrimonio oscurò quello di tutti i nobili romani. Ristrutturata più volte, tra la metà dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, è caratterizzata da tredici edifici che simulano ambienti misteriosi e fiabeschi non tipici di Roma, come la la montana Capanna Svizzera, con le stanze dipinte a finto muro e a falso tavolato, diventata poi la curiosa Casina delle Civette. Fece epoca nel 1842 l'erezione dei due obelischi in granito di Baveno, costruiti ad imitazione degli Egizi, trasportati a Roma dal lago Maggiore per via d'acqua sul bastimento Fortunato; per fiume fino alle foci del Po, per mare con il periplo della penisola, fino a risalire il corso dell'Aniene. Dal Teverone alla Villa fu un trasporto via terra durato 8 giorni, finché il 4 Giugno ed il 26 Luglio vennero innalzati alla presenza del papa Gregorio XVI e del re Luigi I di Baviera, in una grandiosa festa aperta al pubblico, tra fuochi d'artificio, mortaretti, musica e grandi bevute.
(Giardini del Pincio, Piazza Bulgaria)
I Giardini del Pincio divennero parco pubblico per volere di Napoleone Bonaparte, che espropriò il terreno ai frati di Sant'Agostino; si doveva chiamare Jardin du Grand César, appellativo che non fu mai assegnato al Parco, una volta realizzato da Giuseppe Valadier tra il 1811 ed il 1814. Pio VII, una volta tornato a Roma dall'esilio, fece proseguire i lavori con la cura dei giardini e nel 1822 fece erigere l'obelisco, che era stato rinvenuto presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme nel 1570: si tratta di un monolito romano, fatto realizzare dall'imperatore Adriano per il suo favorito Antinoo, annegato nel Nilo nel 130. L'aveva già fatto tirare su Urbano VIII nel 1632, all'ingresso di Palazzo Barberini, ma nel 1773 i Barberini lo fecero togliere perché disturbava il passaggio delle carrozze e lo regalarono a Clemente XIV, che non sapendo che farci lo depositò nel cortile della Pigna in Vaticano. E da lì appunto fu preso e messo in opera definitivamente nell'attuale Piazza Bulgaria dall'architetto Giuseppe Marini. Misura m 9,247, ma con il basamento e la stella raggiunge l'altezza di m 17,265.
(Quartiere EUR, Via Cristoforo Colombo)
Al centro della Piazza Guglielmo Marconi, nel quartiere Europa, che fu scelta negli anni del Fascismo per tenervi l'Esposizione Universale di Roma, donde la sigla E.U.R., che ha finito per designare il quartiere stesso, si erge la Stele di Marconi, realizzata in cemento nel 1959. È alta 45 m ed è decorata con 92 pannelli scultorei in marmo lunense scolpiti da Arturo Dazzi tra il 1936 ed il 1959.
(Foro Italico)
La piazza d'accesso agli impianti sportivi del Foro Italico è dedicata a Lauro De Bosis, ed è caratterizzata da mosaici con scritte di esaltazione del fascismo e della gioventù. Al centro di essa si erge l'obelisco Mussolini, detto anche Monolite Dux, opera di Costantino Costantini del 1932. È alto 17,40 m e con la base e la cuspide dorata raggiunge un'altezza di m 36,59. Quando fu eretto, molti credettero che la cuspide fosse d'oro zecchino e il 25 Luglio 1943 ci fu chi corse con scale ed attrezzi per impossessarsene, ma rimase deluso, in quanto constatò che si trattava di semplice porporina.
(Lungotevere Arnaldo da Brescia)
Da ultimo, anche perché non si tratta di un obelisco vero e proprio, ma di una scultura, si ha la stele dedicata a Giacomo Matteotti. Si trova in prossimità del ponte omonimo, che collega i due lungotevere di Arnaldo da Brescia e delle Armi. La stele è un'opera bronzeo-dorata in stile astratto di Iorio Vivarelli, eretta nel 1974 nel punto in cui 50 anni prima il deputato socialista venne sequestrato ed ucciso.