La storia ufficiale fa risalire la fondazione della città di Barcellona, capoluogo della regione spagnola della Catalogna, ai Romani, intorno al 9 a.C., ad opera di Ottaviano Augusto, che la chiamò Colonia Julia Faventia Paterna Augusta Barcino. Sebbene questa sia l'ipotesi più accreditata, non mancano le ipotesi contrastanti. C'è, infatti, un'altra teoria secondo cui la romana Barcinum sia stata fondata sulle vestigia di una fondazione pre-esistente, chiamata Barkena e fondata precedentemente dai Cartaginesi. In particolare, Amilcare Barca, padre del più famoso Annibale e detentore del potere amministrativo nell'antica città africana, avrebbe fondato numerose colonie commerciali nei territori circostanti e Barkena, una delle più prospere fondata nella regione catalana, sarebbe proprio l'antesignana della moderna Barcellona. In realtà ciò che è certo per gli storici è che la città presenta una variata stratificazione di epoche e civiltà che si sono succedute in questo territorio.
Come ogni "città ermetica" che si rispetti, non mancano le origini leggendarie, che in questo caso fanno riferimenti al più classico dei miti greci: la spedizione di Giasone a capo degli Argonauti alla ricerca del mitico Vello d'Oro. Secondo il mito, dunque, fu il semidio Ercole, uno degli eroi che partecipò alla spedizione, che fece naufragio in Spagna durante una tempesta. Decise quindi di edificare una nuova città nella zona in cui era approdato e, poiché la sua imbarcazione era la nona del convoglio che seguiva la nave Argo, decise di appellare la sua nuova città "Barca nona", da cui sarebbe derivato l'attuale nome. Il personaggio di Ercole ha un posto di primo piano nella simbologia esoterica, ed è spesso associato ad Hermes/Mercurio, caposaldo fondamentale di quella Scienza che dal suo nome (o meglio, dal Corpus dottrinale scritto da un leggendario personaggio che dal dio mutuò il proprio pseudonimo: Ermete Trismegisto) viene detta "Ermetica". È Hermes, infatti, che pone il neonato Ercole nel grembo di Era addormentata, affinché ne succhiasse il latte dell'invincibilità, ed ancora lui che accompagna Ercole nella discesa verso l'Ade per la cattura del cane a tre teste Cerbero, ultima delle sue celebri dodici fatiche. Il simbolo peculiare di Hermes è il Caduceo, il bastone con i due serpenti attorcigliati, simbolo dell'elevazione spirituale (si veda, ad es., quanto detto in proposito in relazione al simbolismo della Chiesa di Santa Maria del Priorato, a Roma). Girando per Barcellona, non è infrequente imbattersi in questo arcano simbolo, così come avviene in tante altre città magiche come Torino, Parigi, Praga ecc.
Ai fini di questo articolo, che si propone di riscoprire le tracce del culto della Madonna Nera di Montserrat attraverso la Catalogna, la zona che ci interessa è quella medievale, per lo più concentrata nei quartieri del Barrio Gotico e della Ciutat Vella. In questa zona, infatti, si concentrano la maggior parte delle chiese e delle cattedrali più antiche ed in ben quattro di queste si trova una cappella per la venerazione della "Moreneta".
La Cattedrale principale di Barcellona è dedicata alla Santa Croce ed a Santa Eulalia (il nome esteso è, nell'originale catalano, Catedral de la Santa Creu i Santa Eulàlia), martire cristiana vissuta nel IV sec. e in seguito divenuta patrona della città. Essa sorge nel mezzo del Barrio Gotico, in Plaza del Seu, ed è stata edificata nelle attuali forme gotica tra il XIII ed il XIV sec.. La Madonna di Montserrat si trova all'interno, alloggiata in una delle cappelle ricavate nella navata sinistra. Si noterà che questa collocazione è, curiosamente, rispettata anche nelle altre chiese descritte di seguito. La Madonna Nera non è l'unica presenza simbolica attestata nella cattedrale; nel suo splendido chiostro risalente al XIV sec., infatti, si possono trovare una Triplice Cinta e, in diversi punti, il Centro Sacro. Inoltre, come meglio descritto nell'approfondimento dedicato, si trova una fonte le cui acque sono ritenute terapeutiche ed un recinto in cui vengono costantemente accudite 13 oche, una per ogni anno di età vissuta dalla giovane martire Eulalia. |
Nota anche semplicemente come Cattedrale do Mar, è stata definita non a torto l'edificio religioso più bello di tutta Barcellona. Nata come chiesa privata del popolo, in contrapposizione alla Cattedrale di Santa Eulalia che invece era la chiesa della nobiltà e del clero, la Cattedrale è il frutto dell'orgoglio di una città, che si autotassò di parte dei proventi guadagnati con il commercio per finanziare quest'opera grandiosa ed unica, che è arrivata addirittura a superare in bellezza e maestosità la cattedrale principale. Si tramanda che perfino i più poveri contribuirono alla sua costruzione, donando materiale o semplicemente forza lavoro, come gli scaricatori del porto che trascinarono sulle proprie spalle le pesanti pietre di costruzione dalle cave fino al paese.
La Madonna Nera di Montserrat si trova in una delle cappelle del lato sinistro della cattedrale, ed affiancata ai due lati dalle statue di santi muniti di spada. In particolare, sul lato destro, riconosciamo San Giorgio, riconoscibile dallo scudo sul petto con la croce rossa, avente ai suoi piedi il drago ormai soggiogato. Se ufficialmente per la chiesa l'uccisione del drago da parte di alcuni santi, in primis San Michele e San Giorgio, rappresenta la vittoria della fede cristiana sul paganesimo, dal punto di vista esoterico essa rappresenta il dominio sulle "energie telluriche", delle quali il drago, come il serpente, è simbolo occulto. Non a caso, infatti, esiste una tradizione che afferma che in questo particolare punto della chiesa le energie sottili avrebbero il loro picco massimo di concentrazione e che le persone più sensibili, che stazionassero in questo punto, potrebbero avvertire come dei "mancamenti".
Al di là di queste credenze (che tuttavia sono simili e sempre presenti in luoghi di questo tipo), la Madonna Nera conferisce sicuramente un fascino ed una valenza simbolica spirituale particolare a questo luogo.
Questa piccola chiesa, chiamata localmente Iglesia de Saint Just i Pastor, si trova nel mezzo del Barrio Gotico a poca distanza dalla Cattedrale. La chiesa è dedicata al culto dei Santi Bambini, Giusto e Pastore, che secondo la tradizione vennero giustiziati nell'anno 304 dal governatore Daciano, che agiva per conto dell'imperatore Diocleziano. I due adolescenti, di 9 e 13 anni, si rifiutarono di adorare i dei romani e non rinnegarono la propria convinzione cristiana: vennero, per questo, frustati e poi sgozzati. Il loro culto si diffuse soprattutto in Spagna, nella provincia di Huesca, e in Francia, nella provincia di Bordeaux, perché queste furono le due città in cui vennero traslati i loro resti per salvaguardarli in seguito alle invasioni dei saraceni. I due bambini compaiono nel bassorilievo inserito nel timpano del portale d'ingresso. Sono rappresentati l'uno di fronte all'altro in atteggiamento di preghiera. In mezzo a loro sta la "Moreneta" di Montserrat e al disotto si trova l'iscrizione "Una es cum pueris Justo et Pastore beatis Virgo nigra et pulchra nostra patrona pia", cioè: 'Unica è insieme coi beati fanciulli Giusto e Pastore la Vergine nera e bella, la nostra pia patrona". Il verso sembra richiamare quello, celebre, del Cantico dei Cantici, il biblico poema d'amore tra il re Salomone e la Regina di Saba nel quale quest'ultima si definisce "nigra sum sed formosa", "sono nera ma bella". Questo versetto biblico è stato poi associato a tutte le Madonne Nere. Una statua della Madonna del Montserrat è presente anche all'interno della chiesa, che però al tempo della nostra unica visita (2009) abbiamo trovato chiusa.
All'interno della chiesa si trova l'Altare di San Felice (Sant Feliu) cui sono legate altre leggende. Si dice, infatti, che questo fosse l'unico altare sul quale era possibile invocare il Giudizio di Dio: in poche parole, chiunque avesse pronunciato un giuramento al cospetto di questo altare sarebbe stato forzato a mantenerlo, altrimenti la giustizia divina si sarebbe abbattuta su di lui senza pietà. Era anche l'unico altare dove si poteva depositare un testamento sacramentale, ovvero chiunque poteva disporre di lasciare i propri beni ad una qualsiasi persona semplicemente lasciando una dichiarazione scritta sull'altare, che avrebbe avuto validità inconfutabile senza la presenza di un notaio.
Nella piazza antistante la chiesa è presente una fontana che risale al 1367 ed è, di fatto, la più antica di Barcellona. Sulla fontana è scolpito un falco: la leggenda narra che fu proprio un falco, che era stato perduto nel bosco, a permettere la scoperta di una sorgente d'acqua purissima presso la quale l'animale fu poi ritrovato. Dalla sorgente l'acqua è stata poi incanalata fino a farla giungere nella Plaza de San Just.
Spostandoci verso il confine occidentale del Barrio Gotico, quasi a ridosso di Las Ramblas, troviamo questa quarta chiesa, dedicata a Santa Maria del Pi (ossia, del Pino, per via di un esemplare di quest'albero che sorge nella piazza antistante la chiesa). Sebbene fortemente impalcata al suo interno per lavori di restauro durante la nostra visita, abbiamo trovato e documentato la "Capilla de la Virgen de Montserrat", posta, come negli altri casi, sul lato sinistro della chiesa, nei pressi dell'altare. Anche qui la statua della "Moreneta" è affiancata ai lati da due figure di santi: da un lato, a sinistra, San Giuseppe con il Bambino, mentre dall'altro, a destra, San Luigi dei Francesi. Sul pavimento della cappella troviamo la tomba di San Giuseppe Oriolo, che fu sacerdote di questa chiesa tra il 1687 e il 1702. |
È noto che gli antichi ordini cavallereschi medievali avevano una particolare venerazione delle Madonne Nere; in particolare lo abbiamo verificato a Malta, per quanto riguarda i Cavalieri di San Giovanni, mentre per quanto riguarda i Templari, è lo stesso San Bernardo, attraverso la sua biografia, che lo conferma, quando afferma di aver ricevuto la propria "illuminazione" in seguito ad alcune gocce di latte spillate miracolosamente dal seno della statua di una Madonna Nera, nella Chiesa di Saint Vorles a Chatillon-sur-Seine presso cui si era recato a pregare. Bernardo, lo sappiamo, fu il principale fautore e padre spirituale dell'Ordine dei Cavalieri Templari, per i quali redasse una "Regola" appropriata.
I Templari avevano un proprio presidio all'interno del Barrio Gotico, nei pressi dell'antica torre romana chiamata Torre Galiffa. I lavori per la costruzione del Palau del Temple cominciarono nel 1113. In seguito, nel 1367, l'edificio verrà acquisito nel patrimonio dei reali diventando Palau Reial Menor, ossia il "Palazzo Reale Minore". Questa denominazione deriva dal fatto che esisteva già un altro Palazzo Reale, detto appunto Palau Reial Major, che era la sede dei conti di Barcellona e del Re di Aragona.
La Cappella Reale, o Cappella di Nuestra Señora de la Victoria, che oggi si può ancora vedere, almeno all'esterno, in Carrer Ataulf 2/4, venne edificata sopra la preesistente cappella templare. La presenza templare è attestata ancora nella toponimia stradale, trovandosi una Calle de Templarios giusto accanto a Carrer Ataulf.
BARCELLONAIntroduzione: la città iniziatica La Cattedrale di Santa Eulalia |
I luoghi simbolici della Spagna