Questo singolare mitreo è posto nella regione occidentale, la più lontana rispetto all'ingresso (Regio III, Insula XVII), e per questo anche la meno battuta dalla massa dei turisti, cosa che ci ha permesso di fruirne la visita in modo più tranquillo, tanto più che è uno dei pochi mitrei a libero accesso. Il particolare appellativo deriva da una figura a forma di pianta del piede realizzata nel pavimento mosaicato all'ingresso del complesso, alla quale, forse, l'iniziato doveva sovrapporre il proprio piede nel primo passo di accesso al tempio.
Foto 1 La figura della pianta del piede |
Al solito, un lungo corridoio affiancato da sedili si snoda su tutta la lunghezza dell'ambiente, fino ai piedi dell'altare posto verso la parete di fondo. Della sua esistenza oggi rimangono poche tracce: un pilastrino cavo e due piccoli frammenti del bassorilievo posteriore, che doveva rappresentare la classica tauroctonia. Se ne vedono i due angoli superiori, sinistro e destro, che raffigurano, rispettivamente, le figure allegoriche del Sole e della Luna (una rappresentazione molto simile si trova nel Mitreo del Circo Massimo, nel cuore di Roma).
Foto 2 Resti del bassorilievo |
Foto 3 Frammento del Sole |
Foto 4 Frammento della Luna |
Sul mosaico pavimentale, a circa metà lunghezza, troviamo ancora una volta la figura di un sinuoso serpente, posto di traverso sul lato destro. Si può osservare che il serpente è un animale fondamentale nell'ambito della mitologia legata al culto mitraico, ma è anche lecito sottolineare che esso è da sempre un emblema fortemente legato alla terra, ed alle energie ad essa associata ("energie telluriche"). Questo legame tra culto di Mitra ed energie della Terra attraverso il simbolismo del serpente presenterà la sua massima espressione in un altro famoso mitreo ostiense, di cui parleremo più avanti: il Mitreo dei Serpenti.
Foto 5 La figura del serpente |