Nell'area del litorale laziale, laddove gli antichi Romani avevano il loro porto principale, sorgeva un importante insediamento militare (castrum), il cui scopo principale era quello del controllo sull'accesso fluviale a Roma, attraverso il fiume Tevere che qui aveva la sua foce ("ostium"): la cittadella, perciò, venne chiamata Ostia.
Sorta intorno al IV sec. a.C., l'antica Ostia crebbe e si sviluppò, raggiungendo il massimo splendore durante i primi secoli dell'era Cristiana, in particolare nel periodo dal I al III sec. d.C. L'area degli scavi che oggi è possibile visitare ricopre circa 34 ettari e corrisponde più o meno a due terzi dell'estensione originariamente stimata (50-60 ettari per un totale di circa 50000 abitanti). Una recente indagine magnetometrica, i cui risultati sono stati presentati in una conferenza stampa nell'aprile 2014, ha rivelato però l'esistenza di almeno altri quattro grandi depositi di stoccaggio, con tanto di torri e mura di cinta, dall'altra parte del Tevere (oltre la riva nord), che farebbero salire la stima dell'area totale della città a circa 126 ettari, superiore persino a quella di Pompei (circa 66 ettari).
In quest'area immensa erano dislocati, oltre agli edifici commerciali ed abitativi, un nutrito numero di edifici di culto. Troviamo, innanzi tutto, un certo numero di templi dedicati alle divinità tipiche del paganesimo romano: Giove, Nettuno, Marte, Venere, Ercole, Bacco. Accanto a questi culti classici, troviamo ancora aree dedicate a divinità di importazione orientale, come il serapeo (Caseggiato di Serapide, Regio III, Insula I) e il sabazeo (culto condiviso nel Mitreo del Sabazeo, Regio V, Insula XII), ed un'intera area dedicata ai culti della Grande Madre (campo della Magna Mater, Regio IV, Insula I), oltre, naturalmente, ad alcune basiliche proto-cristiane più tarde. La parte del leone, tuttavia, la fanno i tanti mitrei dislocati nell'area, un numero decisamente alto, considerando che nei circa sessanta ettari finora scavati se ne sono trovati ben 16. Considerando che ciascun mitreo poteva ospitare una comunità di 20-30 fedeli, si può ipotizzare che in tutta la zona di Ostia Antica su circa 50000 abitanti circa 1200 erano affiliati alla religione mitraica.
Ciò può essere spiegato con il fatto che intorno al II sec. d.C. il culto di Mitra, di origini persiane, cominciava ad avere ampia diffusione presso la civiltà romana, soprattutto tra le gerarchie militari, pertanto nel castrum ostiense, che come abbiamo detto in quel periodo era all'apice della sua prosperità, trovò un terreno molto fertile per la sua proliferazione. Dei sedici mitrei ostiensi oggi conosciuti, uno, il Mitreo Aldobrandini, è proprietà privata e si trova all'interno della confinante tenuta della nobile famiglia omonima, e non è accessibile. Degli altri 15, alcuni sono liberamente visitabili, altri previa un'autorizzazione o tramite associazioni apposite (come "Sotterranei di Roma"), mentre alcuni sono inaccessibili o chiusi al pubblico per allagamenti o opere di restauro.
Citandoli in ordine cronologico di realizzazione, abbiamo:
01) il Mitreo degli Animali,
02) il Mitreo del Palazzo Imperiale,
03) il Mitreo delle Sette Porte,
04) il Mitreo delle Sette Sfere,
05) il Mitreo della Planta Pedis,
06) il Mitreo Fagan,
07) il Mitreo Aldobrandini,
08) il Mitreo delle Pareti Dipinte,
09) il Mitreo della Casa di Diana,
10) il Mitreo delle Terme del Mitra,
11) il Mitreo di Lucrezio Menandro,
12) il Mitreo presso Porta Romana,
13) il Mitreo del Sabazeo,
14) il Mitreo di Fructosus,
15) il Mitreo dei Serpenti,
16) il Mitreo di Felicissimo.
A questa lista va aggiunto un altro ambiente, sull'uso originario del quale ancora gli archeologi sono divisi. Per questo è stato denominato "Sacello delle Tre Navate" (e non "mitreo"). Si tratta comunque di un ambiente di culto antico, in forma di sala rettangolare allungata, provvisto di un altare verso il fondo ed un pavimento musivo con simboli ricorrenti. I mitrei di Ostia hanno alcune caratteristiche peculiari, che li rendono molto interessanti. La prima che salta subito all'occhio è il fatto che, contrariamente a quanto accade solitamente, essi non sorgono in ambienti sotterranei, ma sono tutti edifici di superficie, senza finestre, originariamente coperti e sormontati da una volta che doveva dare l'aspetto di una caverna. Il perché di questa soluzione realizzativa si comprende meglio se si osserva che il terreno della zona è sabbioso, friabile e acquitrinoso, sostanzialmente inadatto allo scavo di ambienti ipogei. In tutta Ostia, infatti, sono poche le struttura interrate, e si limitano a opere idrauliche di captazione o smaltimento, e a qualche edificio termale. Fa unica eccezione il Mitreo delle Terme di Mitra il quale, appunto, sorge in prossimità del complesso termale omonimo.
Bassorilievo raffigurante la "tauroctonia"
Mitreo delle Sette Sfere (Ostia Antica)
Ogni mitreo si sviluppa principalmente nel senso della lunghezza: si tratta di sale strette e lunghe, talvolta precedute da un vestibolo, fiancheggiate da sedili da entrambi i lati e recanti un altare sul fondo. Generalmente, esso è posto all'interno di una nicchia ornata a rilievo per sembrare l'antro di una grotta, elemento essenziale del culto perché fu proprio in una grotta che Mitra riuscì ad incastrare il toro ed ad ucciderlo: il sacrificio rituale del bovino, la cosiddetta "tauroctonia", era il momento clou del rito mitraico. Le pareti laterali venivano di solito dipinte con figure simboliche, che dovevano spiegare i fondamenti del culto agli adepti, generalmente analfabeti. È questo uno dei motivi principali, oltre naturalmente al carattere misterico del culto, per cui esso venne tramandato solo oralmente, tant'è che ciò che oggi noi sappiamo del Mitraismo in ambito romano è dovuto o ai rilevamenti archeologici, o a ciò che ne scrissero i primi autori cristiani.
Sul pavimento dei mitrei ostiensi, generalmente mosaicato, compaiono figure simboliche che rievocano i sette gradi di iniziazione che l'adepto doveva percorrere: le rappresentazioni più comuni sono sette porte, sette sfere (o cieli) celesti, e una lunga scala con sette pioli, che percorre l'intera lunghezza della sala mitraica e presenta in ciascun riquadro tra un piolo e l'altro i simboli più comuni associati a ciascun grado (cfr. la tabella dei gradi nella pagina di approfondimento dedicata). Di seguito, e nelle pagine collegate, mostreremo le caratteristiche particolari di alcuni di questi ambienti, che rivelano un simbolismo molto profondo e ricco di spunti per la ricerca, legati a molti dei temi ricorrenti e spesso affrontati negli articoli di questo sito.
Per informazioni sulle opportunità di visita agli Scavi di Ostia Antica, ed in particolare ai mitrei, si può contattare l'Associazione Sotterranei di Roma.