Situata sulla sommità del colle Aventino, e felicemente immersa in una verde cornice di cipressi, la Piazza dei Cavalieri di Malta è una delle più suggestive di Roma, sebbene meno nota e frequentata rispetto ad altre mete decisamente più turistiche, come Piazza di Spagna o Piazza Navona, tanto per citarne due. Eppure, ogni giorno, frotte di turisti si arrampicano fin quassù, salendo da Piazzale Ugo La Malfa di fronte al Circo Massimo, e accanto al noto Roseto comunale, per ammirare la sua cornice architettonica e per perpetuare uno dei tanti piccoli "riti" della Capitale: la vista del "Cupolone" attraverso il buco della serratura.
La piazza, circondata da mura sulle quale si alternano obelischi e pannelli celebrativi della gloria militare dell'antica Roma, venne progettata dall'architetto Giovan Battista Piranesi nel 1765. Essa prende il nome dall'Ordine dei Cavalieri di Malta, che in questa zona stabilì il suo Priorato rilevando quello precedente dei Cavalieri Templari, quando questi vennero soppressi.
Il portone monumentale che da accesso alla Villa ed alla Chiesa di Santa Maria del Priorato permette di osservare, dal famoso e citato buco della serratura, la splendida cornice prospettica del Giardino del Priorato, un viale di piante sapientemente tagliate a formare una galleria, alla fine della quale si vede, come da esse incorniciato, la cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano (il "Cupolone", come è affettuosamente chiamato dai Romani). È un mirabile effetto ottico: il taglio prospettico del viale fa sì che la cupola appaia molto più vicina di quanto realmente sia, ed è uno dei tanti "gioielli" che incastonano la corona che il Piranesi realizzò sul colle Aventino.
L'Aventino era originariamente un quartiere commerciale, frequentato soprattutto da stranieri. Sebbene fosse stato incluso all'interno della cinta muraria del VI sec. a.C., questa zona rimase sempre, fino all'epoca imperiale, esterna al Pomerio, il muro che delimitava l'area sacra della città, entro la quale l'esercito non poteva mettere piede. Per questo, trovandosi proprio sul limite e godendo di una posizione elevata ed un'ardua accessibilità, venne scelto dai militari come zona di presidio. Per questo troviamo oggi, nell'area e nei suoi dintorni, un elevato numero di mitrei molti dei quali oggi in buono stato di conservazione, come il Mitreo di Santa Prisca e quelli di San Clemente e del Circo Massimo. Il culto di Mitra, infatti, era ampiamente diffuso tra le file dell'esercito, incentivato dai comandanti perché garantiva loro la piena fedeltà dei loro soldati. Tutti conoscono le glorie e i fasti dell'esercito Romano, una delle migliori ed efficaci macchine da guerra dell'epoca, che seppe conquistare con innumerevoli campagne belliche un vasto impero su tre continenti. Fu dunque a queste glorie che il Piranesi si ispirò per realizzare i pannelli marmorei che adornano e circondano la piazza: sono bassorilievi che riproducono armi, scudi, insegne e trofei di guerra di varia natura. Al di sopra, campeggia l'emblema dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, la croce ad otto punte detta anche Croce delle Beatitudini, quasi a sottolineare una continuità di gloria che l'esercito dei Cavalieri di Malta, ordine religioso ma anche guerriero, seppe conquistare.
Frammista o semanticamente sovrapposta agli elementi classici, però, troviamo anche un'altro tipo di simbologia, di natura più marcatamente esoterica, nella fattispecie massonica.
Tra questi, spiccano soprattutto i numerosi obelischi, ai lati di ciascun pannello, sormontati da una sfera. L'obelisco fu, per gli antichi Egizi che lo chiamavano tèkken, al contempo simbolo solare e simbolo fallico. Durante la riforma religiosa di Akhenaton, si credeva fosse un raggio di sole pietrificato, e che all'interno di esso vivesse il dio. I Romani, quando conquistarono l'Egitto, ne furono talmente affascinati che depredarono molti di essi e li trasportarono a Roma. Ancora oggi, Roma è la città del mondo che ospita più obelischi egizi di qualsiasi altra (ad essi è stato dedicato un articolo apposito). Per i Massoni l'obelisco assume una valenza particolare: esso è il simbolo dell'ascesi ermetica ed alchemica, al pari della piramide. Simboleggia, infatti, la riunione all'Uno partendo dal quadrato, ossia dal mondo materiale, fisico, in cui viviamo, che va trasceso. In questo senso vanno visti la maggior parte degli obelischi innalzati nei punti più “strategici” delle città, e monumenti simili, che ne ricordano la forma (come la Tour Eiffel, a Parigi, che conserva anche un obelisco vero e proprio in Place de la Concorde, il Cleopatra's Needle, nella City di Londra , o il Washington Monument, a Washington).
La Piazza dei Cavalieri di Malta nasconde un'altra affascinante leggenda: è quella secondo cui tutto il colle dell'Aventino non sarebbe altro, in realtà, che un'immensa nave simbolica, sacra ai Cavalieri Templari, che quando verrà il momento salperà diretta verso la Terra Santa. Il Piranesi, da sempre ammiratore dell'Ordine del Tempio, ben conosceva la leggenda, e nella sua opera di ristrutturazione del colle inserì tutta una serie di riferimenti, strutture e simbolismi che richiamano più o meno apertamente anche questa leggenda.
La nave è idealmente ancorata al porto fluviale di Ripa, sul Tevere, sull'ideale molo costituito dai resti del Ponte Sublicio. La parte meridionale del colle, che si adagia sulle rive del Tevere con una forma a "V", sarebbe la prua di questo veliero. L'intera piazza circondata da mura ne costituisce il castello, mentre gli obelischi alternati alle lastre marmoree simboleggiano gli alberi e le vele. Il portale della Villa dei Cavalieri costituisce l'entrata al cassero, il famoso viale alberato sagomato a formare una galleria è il ponte di coperta. Gli intricati giardini a labirinto che si trovano a lato rappresentano le funi e il sartiame della nave, mentre il belvedere del parco, dal quale si ammira il panorama di tutta Roma, è evidentemente la coffa. La Chiesa di Santa Maria del Priorato, dunque, in questa concezione non può che rappresentare la cabina di comando. A questo punto, visto che tutta l'area è interessata anche da un vasto sistema di gallerie e cavità ipogee (vedi i sotterranei di Santa Prisca, dove si trova il mitreo, o quelli di Santa Sabina), non è difficile immaginare questo insieme come la stiva di questa immaginaria nave, e ci si chiede, naturalmente, quale tesoro esso possa conservare...
Vi è stato chi, in passato, ha preso in seria considerazione questa ipotesi, dichiarando che una parte del leggendario e perduto tesoro templare fosse nascosto in questa zona, sotto la Chiesa di Santa Prisca. Nessuno ha mai creduto seriamente a questa leggenda... tuttavia, qualche tempo dopo, i sotterranei della chiesa, nei quali si trova un antico mitreo romano, ed uno dei meglio conservati di Roma, sono stati chiusi al pubblico per urgenti lavori di restauro, resi necessari da un'inopportuna infiltrazione d'acqua. Il mitreo è stato riaperto al pubblico soltanto anni, sebbene oggi rimane visitabile solo su prenotazione, per due volte al mese.
La Chiesa di Santa Maria del Priorato
Il simbolismo della Chiesa di Santa Maria del Priorato