Scorcio panoramico della città di Pisa dal Ponte di Mezzo sul Lungarno
Alzi la mano chiunque, visitando lo splendido capoluogo toscano di Pisa, e giunto in prossimità della spianata erbosa della "Piazza dei Miracoli", non sia rimasto estasiato di fronte allo spettacolo architettonico che gli si para davanti. In questo spazio ben delineato, noto in tutto il mondo, troviamo infatti armonicamente disposti i maggiori monumenti della città, realizzati tutti tra l'XI e il XIV sec., ossia nel periodo di massimo splendore dell'ex Repubblica Marinara.
Qui si trovano, meravigliosamente incastrati tra loro come pezzi di un prezioso intarsio, il Duomo, il Battistero, il Camposanto Monumentale, i Musei dell'Opera e delle Sinopie e, soprattutto, il Campanile, universalmente e meglio noto come "Torre Pendente" o "Torre di Pisa".
Importante porto commerciale già all'epoca dell'Impero Romano, la città di Pisa accrebbe il suo potere e la sua floridezza fino a diventare, in età medievale, una delle quattro più importanti Repubbliche Marinare, insieme con Genova, Venezia e Amalfi. Fu in occasione della battaglia navale della Meloria (1284) che la Repubblica pisana, sconfitta dai Genovesi, iniziò la sua lenta fase di decadenza che culminò, agli inizi del XV sec., nel totale assoggettamento al dominio di Firenze.
In seguito, tuttavia, essa seppe risollevarsi e riuscì a recuperare la propria condizione economica e culturale di prestigio, che si attuò soprattutto nell'ampliamento e nel potenziamento del porto, e nella realizzazione della prestigiosa università, la Normale. Arte e cultura e rifiorirono vertiginosamente ed è così che oggi possiamo ammirarla in tutto il suo splendore.
Stemma della Provincia di Pisa |
Stemma della Città di Pisa |
Il simbolo principale della città è la "Croce Pisana", d'argento (ossia bianca) su sfondo rosso. La vediamo nel bottone in apertura di questa pagina e la ritroveremo come contrassegno in tutte le pagine di questo dossier. Araldicamente è una croce patente rintrinciata e pomata con dodici globi. Secondo le cronache, tale emblema venne concesso alla città nel 1017 dal papa Benedetto VIII, a seguito della campagna vittoriosa condotta in Sardegna contro i Mori che l'avevano invasa. I dodici globi che ornano i bracci della croce sono rappresentativi dei Dodici Apostoli. Insieme alla croce, gli altri simboli distintivi dell'araldica pisana sono l'aquila coronata con il volto abbassato (di color nero su sfondo oro), concessa dall'imperatore Federico Barbarossa per onorare la fedeltà mostrata dalla repubblica alla causa ghibellina, oggi rimasta nello stemma araldico della Provincia, la lepre, che vediamo in alcune delle tarsie marmoree del Duomo, e la pianta di "gramigna", probabilmente a simboleggiare la larga diffusione del popolo pisano attraverso i paesi del Mediterraneo, a similitudine di questa pianta che attecchisce ed infesta ogni campo, o la sua tenacia.
Lasciando alle guide turistiche tradizionali il compito di approfondire gli aspetti più tipicamente storici ed artistici dei monumenti della città, ci accingiamo a descriverne, invece, quelli più nascosti, meno noti o più curiosi, ma soprattutto simbolici che la città sa offrire, a patto di vedere con altri occhi, e leggere in un altro linguaggio, quello el simbolismo, più sottile da scoprire ma ben più interessante.
Il cuore turistico e pulsante della provincia toscana è, ovviamente, la Piazza del Duomo, che Gabriele D'Annunzio, nel suo romanzo "Forse che sì, forse che no" (1910), definì "Piazza dei Miracoli", nome col quale è in seguito rimasta più nota. Se non proprio miracoloso, la disposizione dei principali monumenti sulla piazza ha un intento armonico, e sembra che nulla sia stato lasciato al caso. Se osserviamo una veduta aerea della piazza, notiamo immediatamente che mentre il Battistero ed il Duomo sono perfettamente allineati tra loro lungo l'asse ovest-est, la Torre è decentrata rispetto ad essi di circa 10° in direzione Sud. Questa disposizione fa sì che l'ombra della torre, all'alba del 25 Dicembre, giorno di Natale, cada esattamente al centro della cupola del Duomo, ossia, idealmente, sull'altare principale. Sappiamo che questa data, scelta simbolicamente dalla Chiesa come data di nascita di Gesù, rappresenta in realtà il Solstizio d'Inverno, quando gli antichi festeggiavano la rinascita del "Sol Invictus". Questa data, come vedremo più avanti, assume una certa rilevanza in relazione al cosiddetto "Calendario Pisano", che venne adottato dalle autorità cittadine a partire dall'XI secolo.
La Geometria Sacra della Piazza dei Miracoli in riferimento alla Costellazione dell'Ariete
La posizione decentrata della torre potrebbe, in realtà, avere un'altra importante funzione simbolica. Secondo alcune teorie [1], la disposizione dei tre edifici rispecchia la forma della costellazione dell'Ariete. È noto che le stelle principali di questa costellazione, quelle più facilmente visibili ad occhio nudo, sono tre, e si chiamano Hamal (Alpha Arietis), Sheratan (Beta Arietis) e Mesarthim (Gamma Arietis), allineate, rispettivamente, con il Battistero, il Duomo e la Torre. È solamente un caso che osservando le facciate esterne di tutti i monumenti che si affacciano sulla piazza, compreso il Camposanto Monumentale, si riconosce nei motivi architettonici decorativi il simbolo astrologico dell'Ariete? Il susseguirsi di archetti ciechi, di forma semicircolare, e di colonnine dritte interposte tra essi richiama, in effetti, il ben noto simbolo formato da uno stelo verticale sormontato dai due corni arcuati. Il collage d'immagini sottostante ben dimostra quanto appena affermato:
Il simbolo astrologico dell'Ariete onnipresente nei monumenti pisani
C'è un altro motivo per cui la scelta del segno dell'Ariete è particolarmente significativa per la città di Pisa. Dopo la caduta dell'Impero Romano, cioè intorno al V sec. d.C., molte entità territoriali cominciarono ad organizzarsi in maniera autonoma. A questo periodo, difatti, risale la costituzione dei liberi Comuni e delle Repubbliche autonome. Attorno all'anno Mille la città di Pisa, costituitasi come Repubblica, cominciò ad assumere un ruolo preminente nel commercio marittimo, grazie all'efficiente flotta mercantile ed ai fiorenti scambi stabiliti attraverso i paesi del Mediterraneo, che partivano ed arrivavano dal porto pisano situato alla foce dell'Arno. Divenne così una delle più prospere città portuali del Medioevo, che i posteri in seguito indicheranno come Repubbliche Marinare.
Come molte altre città italiane, anche Pisa, godendo di una propria autonomia, si dotò di leggi e statuti propri, cominciò a battere moneta ed adottò una serie di pesi e di misure proprietari. In più, adottò un calendario personalizzato che, similmente a quello fiorentino che differiva poco da quello pisano, spostava l'inizio dell'anno al 25 Marzo, il cosiddetto "Giorno dell'Incarnazione". Si tratta, ovviamente, di una data simbolica. Infatti, il giorno della natività di Gesù era stato fissato convenzionalmente al 25 Dicembre, una data prossima al Solstizio Invernale. Il primo gennaio, fissato come inizio dell'anno nel calendario gregoriano, coincide idealmente con la data della circoncisione di Gesù, che secondo la prassi ebraica doveva avvenire ad otto giorni di distanza dalla nascita. Il calendario pisano intendeva ribaltare questa concezione, dando risalto, per simboleggiare il Capodanno, al concepimento piuttosto che alla circoncisione. Di conseguenza, la data fu fissata al 25 Marzo, cioè nove mesi esatti prima della nascita, quando l'Arcangelo Gabriele, secondo il racconto dei Vangeli, fa l'Annunciazione a Maria vergine e Gesù, tramite l'azione dello Spirito Santo, s'incarna nel suo ventre.
Il Capodanno Pisano, d'altronde, segue a breve distanza la data dell'Equinozio di Primavera (21 Marzo), quando il sole entra ufficialmente nella costellazione dell'Ariete, e dunque l'Anno Pisano comincia astrologicamente sotto la tutela di questo segno. Questo evento significativo veniva solennemente celebrato all'interno del Duomo, quando a mezzogiorno in punto un raggio di sole, entrando da una particolare finestra detta "Aurea", andava ad illuminare una zona particolare situata in prossimità dell'altare principale. L'orologio solare della cattedrale di Pisa perse la sua funzionalità dopo i pesanti rifacimenti attuati nel XVII secolo, ma venne successivamente ripristinato a cavallo tra il XIX ed il XX secolo. Il nuovo orologio sfrutta sia una diversa finestra, sia un diverso bersaglio, una mensolina a forma di uovo collocata su un pilastro posto in prossimità del punto in cui ora si trova il pulpito trecentesco scolpito da Giovanni Pisano [2].
Teste d'ariete sono anche presenti qua e là nei cornicioni e negli elementi decorativi degli edifici, attorno al Duomo. Dunque, la Piazza dei Miracoli ha uno stretto rapporto con il cielo e con le stelle, in particolare quelle della costellazione dell'Ariete. Come vedremo meglio nell'articolo di approfondimento dedicato alla Torre di Pisa, la figura dell'Ariete, intesa come segno astrologico, compare anche in posizione predominante nei due bassorilievi che si trovano ai lati dell'ingresso. Secondo una nostra intuizione elaborata nell'estate del 2014, questi due bassorilievi decorati con figure zoomorfe non sono semplici decorazioni, né rappresentano semplicemente dei segni zodiacali, come aveva già suggerito l'architetto Piero Pierotti in un saggio dedicato al monumento [3], ma potrebbero costituire un vero e proprio oroscopo della Torre, un tema natale che congela in immagini la situazione del cielo stellato così com'era alla mezzanotte del giorno esatto dell'inizio dei lavori di costruzione.
Con il suo glorioso passato di Repubblica Marinara, Pisa conobbe un periodo di fioritura delle arti e dell'architettura che dotarono la città di molti altri monumenti significativi, al di fuori di quelli più noti racchiusi nella celebre spianata. Essa, ed esempio, fu sede per i maggiori ordini monastico-cavallereschi del periodo delle Crociate: i Cavalieri Gerosolimitani, a testimonianza dei quali ancora rimane la Rotonda del Santo Sepolcro, e, naturalmente, i Cavalieri Templari, dacché molti dei contingenti crociati partivano per la Terrasanta proprio dal porto pisano. Questi ultimi avevano in Pisa diversi possedimenti, anche se essi andarono per lo più distrutti e sono oggi scomparsi. Uno di questi era la Chiesa di Santa Sofia dei Templari in Barbaricina (un quartiere periferico della città posto nella zona occidentale).
Croci patenti simili a quelle utilizzate dai Templari si trovano un po' ovunque intorno e all'interno della città: presso l'Abbazia di San Savino, in frazione Cascina, sulla chiesa di Santa Cecilia (XII sec., ubicata in Via di Santa Cecilia) e su quella dei SS. Filippo e Jacopo in Orticaia (XII sec., in Via San Michele degli Scalzi). All'interno del Camposanto Monumentale si trovano alcuni sarcofagi medievali sul cui coperchio è riportato lo stesso simbolo, e le foto che seguono mostrano alcuni esempi trovati scolpiti o incisi sulle pietre esterne della Cattedrale. Nella prima foto a sinistra è riportata un'iscrizione che attesta una sepoltura. Che si tratti di un Cavaliere Templare? Un altro simbolo caro all'Ordine del Tempio, l'Agnus Dei portatore di croce (che si troverebbe anche su uno dei loro sigilli) compare in un altro punto. La terza immagine mostra una croce foggiata a mo' di stiletto, molto simile a quella adottata dai Cavalieri di Altopascio. L'ultima, infine, mostra un'altra croce patente alla base del Duomo.
Sempre a Pisa, in Piazza dei Cavalieri, avevano la loro sede ufficiale i Cavalieri di Santo Stefano papa e martire, un ordine fondato nel 1562 da Cosimo I de' Medici su imitazione di quelli gerosolimitani e spagnoli, teso verso la lotta in difesa della fede e la protezione dei porti e dei mari europei infestati dalla pirateria barbaresca. L'Ordine si sviluppò con successo, riportando una notevole serie di vittorie ed è sopravvissuto, con statuto più o meno immutato, fino ai giorni nostri. Daremo uno sguardo ravvicinato a quest'Ordine, incuriositi dal fatto che il suo fondatore era molto versato in varie discipline esoteriche, soprattutto l'Alchimia, e che esso assorbì beni e uomini da un altro famoso ordine che abbiamo già menzionato: i Cavalieri del Tau.
Dei numerosi altri monumenti che costellano l'intera città, ci occuperemo in questo studio di altre due chiese, meno conosciute ma piuttosto interessanti, nelle quali abbiamo riscontrato alcune particolarità dal punto di vista simbolico. Si tratta della Chiesa di Santa Maria della Spina, costruita a ridosso degli argini del fiume, che ha custodito a lungo una reliquia della "Santa Spina" della Corona di Cristo, donata alla città da San Bernardo di Chiaravalle, e della Chiesa di San Francesco de' Ferri, appartenente all'ordine francescano, nella quale sono state rinvenute alcune Triplici Cinte.
Contenuti del dossierPisa – Misteri pendenti… sotto la Torre Di prossima pubblicazione: Il Camposanto Monumentale La Piazza dei Cavalieri La Chiesa del Santo Sepolcro La Chiesa di Santa Maria della Spina La Chiesa di San Francesco de' Ferri |
[1] Massimo Adami, "Pisa città dell'Ariete", 2004, articolo pubblicato sul sito di "Stile Pisano".
[2] L'immagine a lato è tratta dal sito del B&B "Da Debora".
[3] Piero Pierotti, "Breve storia della Torre di Pisa", Pacini Editore, Pisa, 2003, pag. 22.
La misteriosa iscrizione di Pisa, Barga e Lucca
L'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano