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La Via Francigena


Submansio XI: Abricula


(11) Le Briccole (Castiglione d'Orcia)





Pienza: il centro storico

Pienza: un'amena veduta del centro storico



Le Briccole


Presso Le Briccole (noto anche come Bricola o Briccole), un antico borgo situato sul tragitto della Via Francigena, sorgeva in origine un ospizio per viandanti. Oggi è poco più di un agglomerato di casali, e si trova nella frazione di Castiglione d'Orcia (SI) chiamata Gallina. Conosciuto sin dai tempi più antichi, è indicato nell'itinerario di Sigerico come undicesima tappa con il nome di Abricula.

Sul luogo sorgeva una piccola chiesa romanica, dedicata a San Pellegrino, appartenuta originariamente ai monaci Camaldolesi di Vivo d'Orcia e successivamente passata alle dipendenze della Badia di San Pietro in Campo. Oggi l'antico complesso, che giace in uno stato di parziale abbandono, non è più visitabile in quanto incluso in una proprietà privata.



Castiglione d'Orcia



La Rocca di Tentennano

La Rocca di Tentennano a Castiglione d'Orcia

(© Adriano, su licenza Creative Commons)



Situata nel cuore della Val d'Orcia, a breve distanza dalla strada statale Cassia, Castiglione d'Orcia era nota già prima dell'Anno Mille, quando è annoverato nei territori della famiglia Aldobrandeschi con il nome di Petra. La sua importanza si accrebbe dopo l'invasione dei Longobardi, che nel processo di creazione di quella "via sacra" che divenne in seguito battuta da migliaia e migliaia di pellegrini di tutto il mondo, scelsero questo luogo grazie alla sua indiscutibile rilevanza strategica. La fortezza sorta a difesa di questi luoghi, oggi nota come Rocca di Tentennano, venne costruita dalla famiglia degli Aldobrandeschi che la mantennero fino al 1094. In seguito, parte della rocca fu ceduta all'Abbazia di San Salvatore. Tra i suoi illustri ospiti, nel 1320, si ricorda la presenza di Santa Caterina da Siena; intorno allo stesso periodo Castiglione e i territori circostanti erano passati alle dipendenze della nascente Repubblica di Siena.


La vicinanza all'antico tracciato della Francigena ha fatto sì che questo comune si sviluppasse e si arricchisse soprattutto dal punto di vista artistico ed architettonico. Tra gli edifici religiosi di origine medievale, si ricordano una Chiesa dedicata a Maria Maddalena, sorta intorno al XII sec., e l'Eremo del Vivo, che sorge nella frazione chiamata Vivo d'Orcia. Consacrato durante l'XI sec., il complesso comprende la pieve di San Marcello e l'annesso oratorio di San Bartolomeo.



Pienza e Corsignano



La Pieve di Corsignano

La Pieve dei Santi Vito e Modesto a Corsignano



Nell'anno 1458 il nobile Enea Silvio Piccolimini venne eletto papa col nome di Pio II, alla già veneranda (per quell'epoca) età di 54 anni. Fu in questa veste che, durante un viaggio ufficiale verso Mantova, il nuovo papa si trovò ad attraversare il suo paese d'origine, il borgo di Corsignano. Trovandolo in uno stato di indecoroso abbandono, decise di edificare ex novo il borgo, ricostruendolo leggermente più a monte. Per la realizzazione del suo "borgo ideale", il papa affidò il progetto all'architetto Bernardo Rossellino. Dopo quattro anni di certosino lavoro, il nuovo borgo, che in onore del papa venne denominato Pienza, si delineò con il suo stile quattrocentesco e le sue forme armonizzate che culminano nella piazza centrale, dedicata al Pontefice eponimo. Il monumento più insigne che prospetta su detta piazza, è il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, che ha le funzioni di concattedrale per la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza. Ciò che rimane dell'antico borgo di Corsignano, invece, è la romanica pieve, dedicata ai Santi Vito e Modesto. Questo edificio sacro è fondamentale per lo studio del simbolismo in quanto molti dei suoi elementi, dalle decorazioni della facciata a quelle del suo interno, dalla torre campanaria circolare alle figure presenti all'interno della cripta, assumono un aspetto simbolico ispirato più al paganesimo che al Cristianesimo, e che identificano il sito come un potente "luogo di energia".


Approfondimento: La Pieve dei Santi Vito e Modesto a Corsignano.



Monticchiello, fraz. di Pienza



La Pieve di Santa Maria dello Spino

La Pieve di Santa Maria dello Spino a Monticchiello

(© Vignaccia76, pubblico dominio)



Trovandosi sul percorso della Francigena, la zona intorno a Pienza era interessata da un'intensa attività ospedaliera: nella frazione di Monticchiello, ad esempio, stando a quanto riportano i "Decimari" del XIII e XIV secolo, si trovavano tre strutture per la cura dei pellegrini: lo "Hospitale Alamannorum", che come suggerisce il nome stesso era gestito dai Cavalieri Teutonici, lo "Hospitale Sancti Johannis de Monticchiello" e lo "Hospitale Misericordie de Monticchiello". Sicuramente dovette esserci, un tempo, anche una mansione di Cavalieri Templari, anche se la documentazione in proposito è scarsa. Studiosi hanno individuato nei siti del Castello e della pieve di Santa Maria possibili luoghi appartenuti ai cavalieri dal bianco mantello. In realtà, la storia del Castello di Monticchiello rimane "oscura" fino all'inizio del XIII sec. È noto che nel 1156 il conte Paltonieri di Forteguerra donò la proprietà al papa Adriano IV, il quale glielo restituì in beneficio; in seguito sembra che esso fu ceduto dalla Sede Apostolica all'Ordine dei Cavalieri Teutonici, che già avevano, come abbiamo visto, un ospedale in zona, grazie ai meriti per i quali si distinsero in Terrasanta. Di appartenenza templare sembrerebbe essere stata anche la piccola pieve di Santa Maria dello Spino, che sorge a circa due chilometri all'esterno del borgo abitato. La chiesa appare oggi pesantemente rimaneggiata, specialmente dopo i restauri conclusi nel 1570 ad opera della famiglia Saracini, come attesta una lapide sulla facciata; normalmente chiusa al pubblico, viene officiata soltanto una volta l'anno, in occasione della festa del Corpus Domini. Quel che certo, comunque, è che il nome è già tutto in programma, unendo la dedicazione a Maria con il riferimento alla spina (cfr. "Il mistero della spina", in Louis Charpentier, "I misteri dei Templari", cap. 12, Ed. L'Età dell'Acquario, 2007).





L'itinerario di Sigerico



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