Al termine del quindicesimo giorno di cammino, il vescovo Sigerico giunse presso una delle più importanti tappe del Cammino che diventerà il tracciato della Via Francigena, la città di Siena, che egli annota come Seocine. Storicamente, il capoluogo toscano ebbe origine da una colonia romana fondata al tempo dell'imperatore Augusto, chiamata Saena Julia, a sua volta derivata dal precedente insediamento etrusco chiamato Saenae. Secondo il mito, invece, essa venne fondata da due fratelli, Ascanio e Senio, figli di Remo. Fuggiti dalla neo-fondata Roma per non cadere nelle mani dello zio Romolo, che oltre al fratello avrebbe voluto ucciderne anche i figli, i due giovani si ritirarono oltre la Tuscia portandosi dietro il simbolismo della Lupa Capitolina, che come tale appare anche nell'araldica civica senese. Il nome Siena, dunque, deriverebbe da quello di Senio mentre l'altro fratello avrebbe dato il nome al vicino abitato di Asciano. Ancora, secondo questa tradizione, Romolo inviò a Siena uno dei suoi luogotenenti, il capitano Camellio, con l'ordine di sconfiggere Senio. Camellio arrivò alla periferia della città dove fondò il borgo denominato Camollia, oggi ricordato in quello di una delle principali porte d'accesso alla città.
Al mito dei due fratelli sono legate anche due delle tante leggende sulle origini dello stemma senese, la "balzana". Si tratta di uno scudo gotico diviso orizzontalmente in due metà, la superiore di colore argento (bianco) e l'inferiore di colore nero. Una tradizione vuole che gli dei, impietositi per la sorte dei due fratelli minacciati dallo zio, fecero trovare loro due cavalli per la fuga, uno di colore bianco e l'altro nero. Un'altra leggenda narra che quando essi accesero la pira inaugurale per celebrare la fondazione della città, da questa scaturirono due colonne di fumo, una di colore chiaro e l'altra di colore scuro. Lo scudo senese ha un'altra importanza, di per sé molto simbolica: quella dell'accostamento dualistico dei due non-colori per eccellenza, il bianco ed il nero, ampiamente utilizzato in una vasta gamma di simbologie, e non ultima nella facciata marmorea del Duomo senese, realizzata con gli stessi colori. Lo stemma ricorda fortemente, persino nel nome, il famoso beauceant dei Cavalieri Templari, la cui presenza in territorio senese è massicciamente attestata come vedremo meglio più avanti.
La Via Francigena attraversava in pieno il centro abitato di Siena in un tracciato che entrava, come in molte altre città poste sul cammino di pellegrinaggio, dalla Porta Romana, così chiamata perché rivolta a sud, verso Roma. Essa poi proseguiva all'interno, secondo un percorso che ancora oggi può essere seguito lungo Via Enea Silvio Piccolomini, Via Pantaneto, Via Banchi di Sopra e Via dei Montanini, uscendo dall'abitato presso Porta Camollia, rivolta a nord. Più o meno a metà di questo tracciato, sorgeva lo Spedale di Santa Maria della Scala, uno dei più antichi, grandi e potenti ospedali per pellegrini di tutta Europa. Sostenuto fin dal principio dal governo cittadino, per l'alto potenziale economico che esso rappresentava, grazie agli ingenti lasciti ed alle generose offerte dei pellegrini benestanti, l'Ospedale crebbe e prosperò fino a dotarsi di una propria autonomia e di un ingente patrimonio agrario, rappresentato da un gran numero di fattorie fortificate ("grance") sorte nei dintorni, come quella di Cuna. A testimonianza di questa diffusione, troviamo frequentemente gli emblemi della croce e della scala negli stemmi di tali costruzioni. Nell'immagine a lato, vediamo l'atrio d'ingresso dell'ex Spedale di Santa Maria della Scala. Sul fregio decorativo che poggia sulle due colonnine e che sormonta il pozzo, possiamo notare il simbolo di cui abbiamo parlato: la scala sormontata dalla croce.
La gestione venne affidata fin dal principio ai Canonici del Duomo, che sorge giusto di fronte; fu questa posizione che fece originare, a partire dal XII sec., la denominazione "della Scala", in quanto posta davanti la scalinata della Cattedrale. Intorno al 1300 l'ospedale ottenne il suo primo statuto giuridico, redatto dal beato Agostino Novello, allora semplice frate agostiniano. Successivamente l'istituzione perse la sua componente religiosa, andando progressivamente laicizzandosi finché, nel Quattrocento, essa passò alle dirette dipendenze del Comune. La sua funzione ospedaliera si protrasse ancora fino ai tempi moderni, in particolare fino al 1995, quando esso venne chiuso e i locali adibiti a complesso museale.
La costruzione del Duomo di Siena, il cui nome per esteso è cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta, cominciò nell'anno 1220 circa, e si protrasse per circa 150 anni, terminando nel 1370. Capolavoro del romanico-gotico toscano, venne edificato, come ogni chiesa importante, su un precedente edificio del IX sec. a sua volta sorto sui resti di un antico tempio pagano dedicato, sembra, alla dea Minerva (la dea della Sapienza). La consacrazione della cattedrale, ad opera di papa Alessandro III, avvenne il 18 Novembre 1179, ma allora la costruzione era ben lungi dall'essere terminata. Alla supervisione dei lavori, a partire dal 1196, venne assegnata una speciale commissione cittadina, l'Opera di Santa Maria, che dal 1238 al 1285 fu amministrata dai monaci di San Galgano. Tra le varie ed eccellenti maestranze che lavorarono all'edificazione del duomo si ricordano, in particolare, gli architetti Giovanni Pisano, che lavorò anche al Battistero di Pisa e al pulpito della Cattedrale di Pisa, e Camaino di Crescentino, che fu autore anche del vicino Battistero di San Giovanni.
Proprio come l'antico tempio che sorgeva al suo posto, il Duomo è stato concepito come un luogo dedicato alla Sapienza. Sul famoso pavimento mosaicato spicca proprio all'ingresso una figura mitica che difficilmente verrebbe in mente di accostare ad un luogo cristiano: quella di Ermete Trismegisto, il mitico fondatore di quella scienza che da lui prese il nome di ermetismo. In altri tondi disseminati all'interno, si trovano figure simboliche come la Ruota della Fortuna (raffigurata sull'arcano numero 10 dei Tarocchi) e la Ruota Zodiacale, oltre ai ritratti delle più famose sibille ed indovine della tradizione. All'esterno del Duomo, sulla facciata laterale esposta a nord ovest, si trova una delle più note testimonianze del Quadrato Magico del SATOR.
Approfondimento: "Il Duomo di Santa Maria Assunta".
Data la sua importanza come luogo di sosta per i grandi flussi di pellegrinaggio medievale, Siena contava una massiccia presenza di ordini monastico-militari sorti proprio per l'assistenza e la salvaguardia dei viandanti. I Cavalieri Templari possedevano un'importante mansione situata all'estremità nord dell'antico nucleo storico, presso la Porta di Camollia. Ancora oggi sussiste ed è aperta al pubblico l'antica chiesa dei Cavalieri, San Pietro alla Magione, o San Pietro in Camollia. L'edificio reca ancora alcune tracce del passaggio templare, come alcune croci patenti incise sui conci della muratura esterna.
Dopo la soppressione dell'Ordine, la chiesa come altri beni del Tempio passarono al principale Ordine concorrente, gli Ospitalieri di San Giovanni. I futuri Cavalieri di Malta avevano già una propria mansione situata all'estremità opposta, presso Porta Romana: la Chiesa di San Lorenzo. Oggi sconsacrata, la piccola chiesa, di proprietà della contrada di Val di Montone, è stata adibita ad esposizione museale.
L'elenco non è certo terminato: secondo uno studio del ricercatore Augusto Codogno [1] entro le mura di Siena, o appena poco al di fuori di esse, si trovarono nel corso dei secoli almeno cinquanta ospedali, di carattere generale oppure peculiare, come l'ospedale di San Lazzaro, tra Valli e Cerchiaia, sorto per curare specificamente i malati di lebbra. I Cavalieri del Tau, fondati ad Altopascio (LU) all'inizio dell'XI sec., gestivano un ospedale in località Valli, vicino alla Chiesa di San Mamiliano. L'ospedale era intitolato inizialmente ai Santi Giuliano e Giacomo, prima di passare in gestione ai monaci Camaldolesi che ne cambiarono l'intestazione a San Pietro.
Sempre nella stessa zona, la Chiesa di Santa Maria in Betlemme, e l'annesso ospedale che era chiamato di San Guglielmo, o della Stella, veniva gestito dall'ordine dei Betlemitani, fondato in Terrasanta nel XII sec. sotto la diretta supervisione del vescovo di Betlemme. Quest'ordine monastico-cavalleresco, chiamato anche "Ordine dei Crociferi", rimase attivo fino al XVII sec. ed adottava come emblema una stella rossa in campo blu. È pure nota la presenza attiva di altri importanti ordini medievali, pur non esistendo testimonianze dirette di chiese ed ospedali da loro gestiti: dai controversi Cavalieri Gaudenti ai Cavalieri Teutonici, e persino dell'Ordine di San Giacomo, o dei Cavalieri di Santiago di Compostela.
Approfondimenti: Sulla presenza templare a Siena, vedi l'articolo "Siena, città templare". Sulla chiesa dei Templari, vedi "La Chiesa di San Pietro alla Magione".
[1] Augusto Codogno, "Non solo Santa Maria della Scala…", in "Cronache dal Medioevo" sul "Cittadino online" (4 Agosto 2014).
I Urbs Roma - II Johannis VIIII - III Bacane - IV Suteria - V Furcari - VI Sce Valentine - VII Sce Flaviane - VIII Sca Cristina - IX Aqua Pendente - X Sce Petir in Pail - XI Abricula - XII Sce Quiric - XIII Turreiner - XIV Arbia - XV Seocine - XVI Burgenove - XVII Aelse - XVIII Sce Martin in Fosse - XIX Sce Gemiane - XX Sce Maria Glan - XXI Sce Peter Currant - XXII Sce Dionisii - XXIII Arne Blanca - XXIII Aqua Nigra - XXV Forcri - XXVI Luca - XXVII Campmaior - XXVIII Luna - XXIX Sce Stephane - XXX Aguilla - XXXI Puntremel - XXXII Sce Benedicte - XXXIII Sce Moderanne - XXXIV Philemangenur - XXXV Metane - XXXVI Sce Domnine - XXXVII Floricum - XXXVIII Placentia - XXXIX Sce Andrea - XL Sce Cristine - XLI Pamphica - XLII Tremel - XLIII Vercel - XLIV Sca Agath - XLV Everi - XLVI Publei - XLVII Agusta - XLVIII Sce Remei - XLIX Petrecastel - L Ursiores - LI Sce Maurici - LII Burbulei - LIII Vivaec - LIV Losanna - LV Urba - LVI Antifern - LVII Punterlin - LVIII Nos - LIX Bysiceon - LX Cuscei - LXI Sefui - LXII Grenant - LXIII Oisma - LXIV Blaecuile - LXV Bar - LXVI Breone - LXVII Domaniant - LXVIII Funtaine - LXIX Chateluns - LXX Rems - LXXI Corbunei - LXXII Mundlothuin - LXXIII Martinwaeth - LXXIV Duin - LXXV Atherats - LXXVI Bruwaei - LXXVII Teranburh - LXXVIII Gisne - LXXIX ??? - LXXX Sumeran